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Sto caricando le informazioni... Il piacere (1889)di Gabriele D'Annunzio
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. 853.912 DAN Il piacere - trilogia della rosa 1 Autentico capolavoro, questo di d'Annunzio, che era il primo della trilogia della rosa, fiore che indicava il tema della voluttà, e anche unica delle trilogie completata tra quelle che il poeta si era prefisso. Ancora oggi, a distanza di molti anni, questo libro può essere considerato come un vero e proprio manuale dell'estetica e del bel vivere; la sua pubblicazione nel 1889 spalancò letteralmente, ad un ancora giovane d'Annunzio, le porte del bel mondo della capitale, contribuendo così ad accrescere la sua fama. Il romanzo è fortemente autobiografico, ma lo è quasi tutta la sua produzione nelle varie fasi della sua vita, solo che qui lui arrivò ad affermare quei principi guida che rappresentavano se stesso. Andrea Sperelli è lui, l'innamorato dell'estetica dell'anima è lui, ed è lui che in questo lavoro tocca vette altissime di lirismo con la sua prosa, quando descrive lo sguardo di una donna, quando dialoga con il mare, quando fa parlare in prima persona Maria Ferres dei turbamenti che la attraversano, ed è ancora lui che compone quella meravigliosa dichiarazione d'amore, anche se... un po' ambigua. Altissimo il pathos drammatico che raggiunge la narrazione nel momento topico del romanzo,da cui i protagonisti usciranno entrambi malconci. E poi Roma, con la sua magia, la sua storia, la sua immensità, quinta fantastica per questo romanzo, ripresa forse in uno dei suoi ultimi momenti migliori. "Roma, d'innanzi, si sprofondava in un silenzio quasi di morte, immobile, vacua, simile a una città addormentata da un potere fatale. Tutte le case, le chiese, le torri, tutte le selve confuse e miste dell'architettura pagana e cristiana biancheggiavano come una sola unica selva informe, tra i colli del Gianicolo e il Monte Mario perduti in un vapore argentino, lontanissimi, d'una immaterialità inesprimibile, simili forse ad orizzonti d'un paesaggio selenico, che suscitavano nello spirito la visione d'un qualche astro semispento abitato dai Mani. La Cupola di S. Pietro, luminosa d'un singolare azzurro metallico nell'azzurro dell'aria, giganteggiava prossima alla vista così che quasi pareva tangibile. E i due giovini Eroi cignìgeni, bellissimi in quell'immenso candore come in un'apoteosi della loro origine, parevano gli immortali Genii di Roma vigilanti sul sonno della città sacra." Dedicato a tutti quelli che, come me, subiscono il fascino millenario di questa città straordinaria. Non avevo mai letto nessuna opera di D’Annunzio, il vate, come lo chiamavano all’epoca; un italiano orgoglioso di essere italiano e che oggi avrebbe sorvolato l’India per invaderla; la mia simpatia per lui nasce dalla forza di volontà, dall’amore per l’impeto, per quel coraggio che io non ho mai avuto ma che devo cercare subito, immediatamente. Il Piacere è il suo primo romanzo ed incontrò subito un grande successo. In una Roma quasi bizantina, divisa tra feste ed intrighi quasi sempre a sfondo sessuale, il protagonista Andrea Sperelli si muove con grande disinvoltura. Il tema principale è quello dei valori, dispersi, anticipando temi che fanno parte dell’attualità di quest’Italia allo sbando. Il libro, comunque, non riesce ad essere avvincente, per buona parte mi annoia, sarà un fatto di stile, di argomenti, ma, comunque, non riesco mai ad appassionarmi. Insomma rimane la stima per lo scrittore abruzzese ma il libro non mi è piaciuto. nessuna recensione | aggiungi una recensione
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Al centro delle vicende de Il Piacere c'è uno dei molti alter ego fortemente autobiografici nati dalla penna dannunziana: Andrea Sperelli, esteta raffinato e coltissimo, discendente d'una famiglia nobile, estraneo alla barbarie dei tempi moderni e tutto dedito (come l'autore per tutta la sua esistenza) "a fare la propria vita come si fa un'opera d'arte". Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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