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Sto caricando le informazioni... La bastarda di Istanbul (2006)di Elif Shafak
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. La storia di Armanoush e Asya, la prima armena, la seconda turca. Due ragazze diverse come il giorno e la notte, ma i cui destini sono indissolubilmente legati. Un libro in cui predominano le figure femminili, forti, indipendenti, bizzarre, e che alla fine lascia un messaggio: le nuove generazioni dovrebbero sotterrare l'ascia di guerra e cercare di costruire un futuro migliore,insieme. nessuna recensione | aggiungi una recensione
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A Turkish teen is coming of age under the wing of her tattoo-parlor owner mother and her three aunts, befriending a cousin from San Francisco, and discovering a secret that links her family to the 1915 Armenian deportations and massacres. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.6Literature English (North America) American fiction 21st CenturyClassificazione LCVotoMedia:
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I libri non arrivano mai per caso e questo è sbucato in libreria poco dopo il mio ritorno da un viaggio a Istanbul, nel luglio del 2007.
La trama è ben strutturata, ricca di intrecci, di curiosità, di storia e di visioni splendide...con un finale che riesce a sorprendere il lettore, nonostante si faccia largo piano piano l'idea della verità alle quali le protagoniste pervengono dopo una serie di strane coincidenze e situazioni.
E' veramente un romanzo di rara bellezza, perché impregnato di profumi e colori che appartengono a un luogo e a un popolo affascinanti e ricchi di mistero.
Interessante è lo sfondo che la Shafak fa intravedere lungo il racconto...la questione turco-armena ancora oggi così dibattuta. Il coraggio della scrittrice l'ha portata a mettere sulla bocca di un personaggio una frase che non le è stata perdonata dal suo popolo. Il romanzo ha suscitato, infatti, polemiche in Turchia, portando l’autrice a essere accusata di “attacco all’identità turca” . La denuncia deriva dalla dichiarazione fatta da un personaggio del suo romanzo che caratterizza il massacro degli Armeni durante la Prima Guerra Mondiale come genocidio. I turchi ancora oggi non ammettono che fu un genocidio e quando le due ragazze protagoniste, Asya e Armanoush si conoscono, si incontrano due mondi che la Storia ha visto scontrarsi con esiti terribili, eppure la ragazza turca e la ragazza armena diventano amiche, scoprono insieme il segreto che lega il passato delle loro famiglie e fanno i conti con la storia comune dei loro popoli.
Deliziosi i siparietti bizzarri di Nonna Shushan e della Zia Banu, donne dalla personalità molto colorata e dalla forza d'animo notevole. Ricche di fascino le usanze, i detti, i modi di fare del mondo islamico dove è netta la differenza di ruoli e compiti tra l’uomo e la donna. Conferiscono, inoltre, personalità al romanzo l’utilizzo di vocaboli particolari e i curiosi articoli contenenti le regole del mondo musulmano.
Nonostante il racconto si apra con con aborto e termini con un funerale, queste indimenticabili pagine sono piene di vita, affermano con leggerezza e semplicità la superiore forza d'animo delle donne sugli uomini, così difficile da intravedere e da ammettere nel mondo islamico, e ricordano al lettore che il passato non si dimentica e prima o poi tornerà a bussare alla porta di casa.
Ognuno dei diciotto capitoli del libro (tranne l'ultimo) ha per titolo un ingrediente tipico della cucina turca e, questa singolare scelta dell'autrice, insieme alla descrizione di alcuni piatti, regala un sapore unico e straordinario al romanzo che vale sicuramente la pena di leggere. ( )