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Sull'Autore

Comprende i nomi: Xiao-Mei Zhu, Zhu XIAO MEI

Opere di Zhu Xiao-Mei

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Informazioni generali

Nome canonico
Zhu Xiao-Mei
Data di nascita
1949
Sesso
female
Nazionalità
China (birth)
Luogo di nascita
Shanghai, China
Luogo di residenza
Shanghai, China
Beijing, China
Mongolia
Paris, France
Istruzione
Beijing Conservatory, Beijing, China
Attività lavorative
Musician
Teacher
Writer
Breve biografia
Zhu Xiao-Mei was born in Shanghai, China. She began playing the piano when she was a young child, and by the age of eight was performing for Peking radio and television stations. She entered the Beijing Conservatory when she was ten years old, but her education was interrupted by the Cultural Revolution. After five years in a labor camp in Mongolia, she returned to China, before moving on to the United States and finally Paris, France, where she has lived and worked since 1984. She teaches at the Conservatoire National Supérieur de Musique and has performed for audiences on six continents. She is one of the world’s most celebrated interpreters of Bach’s Goldberg Variations.

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Recensioni

Nel '68, gli studenti manifestavano sventolando il Libretto rosso del presidente Mao. Nel frattempo, in Cina, la Rivoluzione culturale mieteva vittime proprio tra i giovani. Una di questi, al tempo studentessa di musica, decide pochi anni fa di ignorare l'insegnamento del padre, di «andarsene in silenzio, senza lasciare traccia», e raccontare invece la sua storia, e quella di un'intera generazione di giovani sottoposta a un diffuso lavaggio del cervello e convinta della giustezza di un'ideologia che li costringeva alla delazione e alla denuncia, oltre a togliere loro ogni libertà. Uccidendoli anche nell'anima: commoventi il rimorso, il dolore e il pentimento di Zhu Xiao-Mei per aver creduto alle menzogne del maoismo e avere agito di conseguenza. È anche per «chiedere scusa», che l'autrice scrive, ed è proprio il pentimento, tra i tanti sentimenti contrastanti, ad animare la sua scrittura. Nata in una di quelle famiglie che al tempo vennero disgregate ed etichettate con il bollo infamante «di cattive origini», cioè di musicisti e intellettuali, Zhu Xiao-Mei viene internata per cinque anni in un campo di rieducazione ai confini con la Mongolia. La storia di come le note di una fisarmonica risveglino in lei l'amore per la musica e la spingano a procurarsi avventurosamente un pianoforte è raccontata con semplicità, la stessa che aggiunge pathos involontario al resoconto dei mille soprusi perpetrati dai sorveglianti sugli internati. Il potere salvifico della musica anche in circostanze orribili è un tema trattato diffusamente in letteratura a proposito della Shoah, ma Zhu Xiao-Mei aggiunge una quantità di riflessioni inedite, e racconta il percorso a dir poco accidentato che la porta negli Stati Uniti, le difficoltà che affronta per continuare a studiare pianoforte, per poi approdare a Parigi dove dà il primo concerto, dedicato a Bach. Il compositore che per lei indica una «via» molto simile a quella del Tao. Suonerà le Variazioni Goldberg ovunque, e la sua esecuzione è diventata un culto.
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Un libro tutto da leggere. Ecco come Susanna Tamaro ha chiuso la sua recensione su "La Lettura". Non saprei scrivere di meglio:

"Per chi crede che nell'umano ci sia qualcosa che non sarà mai assimilabile alla pura tecnologia, questi tempi di slogan assertivi fanno davvero paura. Pensando proprio al libro di Zhu Xiao-Mei possiamo trovare il coraggio di dire che l'assenza di cultura è una delle più grandi forme di povertà. Essere poveri di parole, di pensieri, di sentimenti vuol dire essere poveri nelle proprie relazioni e nella comprensione della realtà. La storia della pianista cinese dimostra con esemplare chiarezza che la storia ci può privare di tutto, della nostra cultura, della libertà, della dignità, spingendoci a vivere al limite dell'umano, ma non può spegnare l'anelito alla bellezza che è nascosto in ogni persona che abbia la forza d'animo di seguire la voce della propria coscienza. Primo Levi è sopravvissuto ad Auschwitz grazie anche alle poesie imparate a memoria, Zhu Xiao-Mei non si è fatta sopraffare dalla bestialità dei campi di lavoro grazie alla musica di Chopin e a Bach che continuava a risuonare dentro di lei. Nell'opacità di questi tempi forse è bene ricordare che solo l'arte e il riverbero della bellezza riescono a illuminare i momenti più bui della storia."
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | 10 altre recensioni | Nov 6, 2018 |

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