Antonio Skármeta
Autore di Il postino di Neruda
Sull'Autore
Author Antonio Skármeta was born in Antofagasta, Chile on November 7, 1940. He studied literature and philosophy in Chile and at Columbia University. He taught literature at the University of Chile from 1967 to 1973. He left his country in 1973 because he was profoundly affected by his country's mostra altro political travail. After the collapse of Pinochet's military dictatorship, Skármeta returned to Chile and hosted a television program on literature and the arts. He served as the Chilean ambassador in Germany from 2000 to 2003. He has written several novels including Ardiente Paciencia, which inspired the 1994 Academy Award-winning movie Il Postino (The Postman); The Insurrection, about the Nicaraguan Revolution just before Somoza's fall; and Chileno!, a young adult book drawing on Skármeta 's own experience of exile. (Bowker Author Biography) mostra meno
Fonte dell'immagine: http://letrasyceluloide.blogspot.com
Opere di Antonio Skármeta
insôna 1 copia
El entusiasmo (Spanish Edition) 1 copia
Insõnia 1 copia
Dancer and the thief, The 1 copia
Tema in classe 1 copia
නෙරූදාගේ ලියුම්කාරයා 1 copia
The Days of the Rainbow: A Novel 1 copia
SKA El cartero de Neruda 1 copia
O carteiro e poéta 1 copia
La velocidad del amor 1989 1 copia
NUM PAÍS ESTRANHO 1 copia
Cuentos de Cabecera 9 1 copia
Opere correlate
Etichette
Informazioni generali
- Nome legale
- Skármeta Vranicic, Esteban Antonio
- Altri nomi
- Skármeta Vranicic, Esteban Antonio (birth name)
- Data di nascita
- 1940-11-07
- Sesso
- male
- Nazionalità
- Chile
- Nazione (per mappa)
- Chile
- Luogo di nascita
- Antofagasta, Chile
- Luogo di residenza
- Santiago, Chile
Berlin, Germany
Buenos Aires, Argentina - Istruzione
- Columbia University
- Attività lavorative
- writer
teacher - Organizzazioni
- Colorado College
University of Chile - Premi e riconoscimenti
- National Literature Prize [Chile], 2014
Utenti
Recensioni
Liste
Same Title (1)
Global Mysteries (1)
Premi e riconoscimenti
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Statistiche
- Opere
- 50
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- 6
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- #10,778
- Voto
- 3.7
- Recensioni
- 71
- ISBN
- 298
- Lingue
- 17
- Preferito da
- 3
È un romanzo che per gran parte delle sue pagine si svolge con un tono scanzonato e ironico: infatti, sebbene si abbia ben presto sentore (anche per gli evidenti riferimenti alla storia cilena e alla presenza di un poeta come Neruda) che gli eventi avranno una svolta drammatica, non è affatto amarezza ciò che mi ha trasmesso. Neanche il caffè amaro con il quale si conclude il romanzo c’è riuscito.
Piuttosto, l’ho trovato un libro consolatorio: si parla di come la poesia accenda gli animi delle persone e riesca a dar loro la spinta per credere in un sogno e magari anche la forza per cercare di realizzarlo. Mario Jiménez non può che farci simpatia mentre succhia linfa poetica da Neruda che, sebbene guardi con affetto a questo suo nuovo amico, non può fare a meno di cercare di mettere un freno ai suoi entusiasmi («La poesia non è di chi la scrive, ma di chi la usa!» - «Questa bella frase democratica mi piace molto, ma non spingiamo la democrazia tanto oltre da mettere ai voti chi debba essere il padre all'interno della famiglia»).
La poesia, infatti, può essere pericolosa: lo sa bene Rosa González, che l’apprezza, ma ne conosce bene il potere persuasivo. Prova a mettere in guardia la figlia, a strigliare Neruda e a guardare in cagnesco Mario, ma invano. La poesia è forte e, quando domina i sentimenti, non c’è ragione che tenga…
Così diceva Neruda, ricevendo il Premio Nobel per la letteratura:
«Esattamente cento anni fa, un povero splendido poeta, il più grande e atroce dei disperati, scrisse questa profezia: A l'aurore, armés d'une ardente patience, nous entrerons aux splendides villes. "All'alba, armati di ardente pazienza, entreremo nelle città splendide".
«Io credo in questa profezia di Rimbaud, il veggente. Io vengo da un'oscura provincia, da un paese che la geografia ha separato di netto dagli altri. Fui il più derelitto dei poeti, e la mia poesia fu regionale, dolorosa e piovosa. Ma ho sempre avuto fede nell'uomo. Non ho mai perso la speranza. Perciò sono arrivato fin qui, con la mia poesia e la mia bandiera.
«In conclusione devo dire agli uomini di buona volontà, ai lavoratori, ai poeti, che l'intero avvenire è espresso in quella frase di Rimbaud: soltanto con ardente pazienza conquisteremo la splendida città che darà luce, giustizia e dignità a tutti gli uomini.
«Così, la poesia non avrà cantato invano».… (altro)