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Luigi Meneghello (1922–2007)

Autore di Libera nos a malo

28 opere 362 membri 15 recensioni 1 preferito

Sull'Autore

Comprende i nomi: L Meneghello, Luigi Meneghello

Opere di Luigi Meneghello

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Informazioni generali

Data di nascita
1922-02-16
Data di morte
2007-06-26
Sesso
male
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Malo, Vicenza, Italy
Luogo di morte
Thiene, Vicenza, Italy
Luogo di residenza
Vicenza, Italy
Reading, Berkshire, England, UK
London, England, UK
Istruzione
University of Padua
Attività lavorative
writer
scholar
resistance member
memoirist
novelist
professor
Organizzazioni
University of Reading
Breve biografia
Luigi Meneghello was born in Malo, a small town near Vicenza, Italy. His father was a craftsman and his mother was a teacher. In 1939, he enrolled in the University of Padua to study philosophy. From 1940 to 1942, he worked for the newspaper Il Veneto. After a short stint in the Italian Army in World War II, in 1943 he entered the Partito d'azione (Party of Action) and became active in the resistance movement. At the end of the war, he graduated cum laude with a thesis on the philosophy of Benedetto Croce. In 1947, he received a one-year British Council scholarship to the University of Reading. It led to an appointment teaching there in the English Department on the Italian Renaissance. In 1948, he married Katia Bleier, a survivor of Auschwitz, and the couple settled permanently in the UK. He helped found the Department of Italian Studies in 1961, which he headed until his retirement, and received a chair as Professor in Italian Literature. After years of academic activity and work as a translator (often using the pseudonym Ugo Varnai), in 1963 he published his first book, Libera nos a Malo (English title, Deliver Us), a semi-autobiographical work about his hometown. A year later, he published I piccoli maestri ("The Little Teachers," published in English The Outlaws, 1967). This book was considered one of the most effective memoirs of the Italian resistance. It was adapted into a film in 1998 by Daniele Luchetti. In 1980, Prof. Meneghello retired from the University of Reading to devote himself full-time to writing. He lived in London and later in Thiene, near Vicenza, where he moved after his wife's death.

Utenti

Recensioni

 
Segnalato
ScarpaOderzo | 4 altre recensioni | Apr 13, 2020 |
Meneghello è un maestro, ha una scrittura stilisticamente notevole, ironica e piacevole, ma questo romanzo non ha catturato la mia immaginazione, ho abbandonato mio malgrado a pag. 110.
 
Segnalato
Giangi | 4 altre recensioni | Oct 28, 2019 |
Raccolti sotto il titolo di "Nuove Carte", per tre anni usciranno 28 articoli che provano il riuscito connubio tra letteratura e giornalismo. Attingendo da "fogli e foglietti , Meneghello trascrive e risistema riflessioni destinate a comporre il suo zibaldone, iniziato con i tre volumi delle Carte pubblicati a partire dal 1999. Queste "Nuove Carte" sono l'esito del rimpatrio in Italia dell'autore e ne esprimono il tentativo di riconciliare il mondo locale, vicentino, con quello vissuto per molti anni in Inghilterra.… (altro)
 
Segnalato
BiblioStefanoGambari | Sep 11, 2017 |
Alla fine, fra le avvertenze, c’è una nota analoga al ‘Qualsiasi riferimento a persone o fatti…’ di molti film. In effetti, concorda con il frontespizio, che riporta la dicitura ‘romanzo’, e non ‘ricordi dei miei primi trent’anni’. Non che sia veramente importante: il racconto dell’infanzia e della giovinezza di un ragazzo – nonché di tutto quanto gli gira intorno - tra gli anni del fascismo e la prima maturità ci restituisce uno sguardo divertito e appassionato su un mondo che non esiste più e che facciamo anche fatica a rappresentarci. Eppure era il mondo in cui sono cresciuti i miei genitori, non importa che qui si parli dell’Alto Vicentino, perché molte esperienze e sensazioni si potrebbero riferire tranquillamente a tutto il nord Italia. Il racconto procede prima per brevi schizzi e poi si concentra su alcuni temi fondamentali della vita di una piccola comunità: le compagnie, il sesso, la religione ed infine, con lo scorrere del racconto delle generazioni che hanno preceduto l’autore, il progresso che trasforma il borgo agricolo fino a renderlo irriconoscibile. Oltre alla materia e all’abile capacità di alternare i registri tra drammatico e comico – si ride, e parecchio, leggendo questo libro – il punto di forza del romanzo è la lingua. Il dialetto – imparato dalla vita – e l’italiano –imparato a scuola – si compenetrano dando alla narrazione un’intonazione particolare che, forse, è il vero motore del libro. Certo, per i non veneti non sempre è facile comprendere i dettagli, specie nella prima parte frammentata e più ricca di termini dialettali (puri o italianizzati): vengono in aiuto le note poste a fine volume e poi è una questione di orecchio, quando si entra in sintonia con il ritmo dello scritto, l’uso del glossario risulta addirittura superfluo. Un po’ di pazienza, insomma, necessaria per poter godere di un romanzo italiano bello quanto dimenticato.… (altro)
 
Segnalato
catcarlo | 4 altre recensioni | Oct 8, 2014 |

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