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Steve Martin (1)Recensioni

Autore di Shopgirl

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Recensioni

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Che Steve Martin, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico, fosse anche uno scrittore, io proprio non lo sapevo. Ed è stato soltanto dopo aver iniziato a leggere il suo romanzo "Oggetti di bellezza" che ho scoperto che no, non si trattava di una omonimia.
A folgorarmi è stato il titolo, il concetto di bellezza, il culto del bello e tutto ciò in cui la bellezza è ricercabile, riconoscibile, ha sempre esercitato su di me fascino ed estremo interesse. E un romanzo con un titolo del genere non potevo proprio farmelo scappare.

"Oggetti di bellezza" è la storia di Lacey Yeager e della sua carriera nel mondo dell'arte, ma è anche l'affresco del mercato dell'arte a New York dagli anni '90 all'inizio della crisi economica attuale. E se Lacey è il faro catalizzante, il fulcro della storia, l'espediente che ci introduce nel mondo del collezionismo d'arte, il narratore è un personaggio non da meno. Pur svelando poco della sua vita, forse meno interessante e intensa di quella della sua amica, ci racconta di lei pregi e difetti, come solo un uomo innamorato può fare, e alla fine risulta essere la firma inconfondibile del quadro che ha dipinto.

"... la sua aria spensierata mi incantava, e quando mi fui corazzato a sufficienza contro il suo fascino, quando imparai a osservarla come si fa con un progetto di scienze, riuscii a godermi le parti migliori di lei senza lasciarmi prendere in trappola."

Lacey Yeager è quel tipo di ragazza che ogni ragazza comune vorrebbe essere quando non si sente adeguata, intelligente, furba, libera e impavida, che sbaglia e che tuttavia sembra cadere sempre in piedi. Tutto sembra essere a suo uso e consumo, l'arte, gli affari, il sesso. Partita da un modesto lavoro da Sotheby's, diventerà una trottola in balìa del fermento degli anni '90, quando il collezionismo d'arte raggiungerà i livelli più estremi e controversi, i soldi scorreranno a fiumi e un artista potrà diventare desiderabile nell'arco della compilazione di un assegno.

"Non c'è dubbio che la teoria della relatività sia applicabile all'arte: come la gravità distorce lo spazio, così un collezionista importante distorce il senso estetico."

E sullo sfondo c'è New York, una New York ridente, viva, spregiudicata, in cui i vernissage si susseguono senza sosta e in cui le opere d'arte sono attrazione, seduzione, canto di sirene. Almeno fino all'11 settembre...
Steve Martin ci racconta di opere d'arte, di cene d'élite, di galleristi e collezionisti. Si inventa quadri e autori emergenti e li accosta a quelli più rinomati dell'arte moderna e contemporanea. E allora mentre seguiamo Lacey nella sua scalata del mondo dell'arte, dall'East Village a Chelsea, ci ritroviamo a leggere di Warhol, Monet, Rembrandt, Morandi, Sargent, Picasso e tanti altri ancora. E le magnifiche tavole illustrate ci aiutano a sentirci un po' parte della giostra, rendendo questo romanzo non solo bello da leggere ma anche da sfogliare, rendendo un oggetto di bellezza anch'esso.

"Lacey capì che l’atteggiamento con cui i collezionisti corteggiavano i quadri era romantico solo in apparenza: alla base di tutto non c’era che pura e semplice lussuria."

Forse dipende dall'aver frequentato quel mondo, ma il Martin scrittore è tanto credibile quanto l'attore nelle vesti dell'ispettore Clouseau. La lettura scorre molto bene e se gli si può imputare di essere un po' troppo veloce è pur vero che il mutamento continuo della scena artistica e commerciale è difficile da condensare in un libro di così poche pagine, senza sforare nel tecnicismo. Forse l'unica vera pecca del libro è l'elemento “investigativo” di cui si poteva benissimo fare a meno, che a mio parere non aggiunge nulla alla storia e, anzi, lascia qualche punto interrogativo, mentre avrei concesso un po' più di spazio a Patrice Claire, ma su di lui potrei non essere obiettiva.
 
Segnalato
Gorgibus | 91 altre recensioni | May 17, 2013 |