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Marco50 | 57 altre recensioni | Sep 17, 2022 |
Sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra, nel 1918 Albert e Édouard si ritrovano emarginati dalla società. Albert, un umile e insicuro impiegato che ha perso tutto, proprio alla fine del conflitto viene salvato sul campo di battaglia da Édouard, un ragazzo ricco, sfacciato ed eccentrico, dalle notevoli doti artistiche. Pierre Lemaitre orchestra la grande tragedia di una generazione perduta con un talento e una maestria impressionanti, inserendosi a pieno titolo nella tradizione di quei romanzieri capaci, da Dumas a Victor Hugo, di fondere la passione che si sprigiona dalle grandi storie con l'eccellenza letteraria.
 
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kikka62 | 52 altre recensioni | Apr 1, 2020 |
Mio primo thriller, letto su consiglio e insieme a una persona squisita trovata qui...
Alex, una donna,una bimba, una ragazzina, la sua vita, la sua storia, mi viene un solo
aggettivo: terrificante..Mi auguro che nessuna donna debba mai subire quello che questa bimba ha subito....
Per fortuna è solo un romanzo, un thriller incalzante, non ti stacchi più e fino alla fine
non capisci quale sarà il finale possibile, ma quando lo scopri resti senza parole...
Molto bello, libro veramente molto bello..
 
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Sally68 | 57 altre recensioni | May 3, 2018 |
Avvincente, ma la trama gialla è un po' scarsa. Si intuisce molto presto chi è l'assassino e anche come andrà a finire
 
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Angela.Me | 22 altre recensioni | Jun 10, 2017 |
Ancora meglio di Alex.
 
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Angela.Me | 39 altre recensioni | Jun 10, 2017 |
Incipit:
"Chi pensava che quella guerra sarebbe finita presto era già morto da molto tempo. In guerra per l'appunto. Così in ottobre, Albert accolse con un certo scetticismo le voci di un armistizio imminente. Non diede loro maggior peso di quanto non ne avesse dato alla propaganda iniziale secondo cui, per esempio, le pallottole crucche erano così molli da spiaccicarsi sulle uniformi come pere troppo mature, facendo crepare dal ridere i reggimenti francesi. In quattro anni, Albert ne aveva vista una marea di gente morta dal ridere beccandosi una pallottola tedesca"

Personaggi
- Albert Maillard, soldato francese del fronte occidentale
- tenente Henry d'Aulnay-Pradelle
- Edouard Pericourt, (poi Eugene), commilitone e amico fino alla fine di Albert
- Madeleine Pericourt, sorella di Eduard e sposa infelice di Pradelle
- Marcel Pericourt , ricco padre di Edouard e di Madeleine

Sono questi i personaggi principali sui quali ruota la storia, che si svolge dal 1918 al 1926, prima nelle trincee del fronte, nelle ultime fasi della guerra e poi a Parigi.
Vittime della guerra (e di Pradelle) sono Albert ed Edouard, soldati sopravvissuti, ma senza futuro, come tanti altri, dimenticati dopo i facili entusiasmi della vittoria. Sono dei "vittoriosi vinti": Albert, l'"eroe" inetto, fragile, generoso, senza alcuna ambizione, anche se sarà il trionfatore finale della storia, riuscendo a coronare il sogno di una nuova vita da ricco, nelle lontane colonie francesi, con la sua fidanzata Pauline; Edouard, gravemente menomato al volto, un artista in rotta con il ricco padre, con una nuova identità, cerca una rivalsa inventandosi un geniale truffa sulla costruzione dei monumenti ai caduti.
Sia Edouard, insieme ad un Albert recalcitrante, sia Pradelle sono accomunati dall'essere dei truffatori che approfittano delle possibilità offerte dalla costruzione dei cimiteri e dei monumenti di guerra, anche se sono diverse le loro motivazioni: Edouard ha uno scopo vitalistico ed estetizzante, vuole prendere in giro il mondo, esprimendo la sua disperazione; Pradelle vuole solo diventare ricco a tutti i costi e rivalersi nei confronti del suocero che lo disprezza.
E' interessante la sottolineatura degli effetti della guerra negli anni successivi, per dimostrare che, in realtà, le guerre non finiscono mai con la stipula dei trattati. Sia per i vincitori che per i vinti, le conseguenze durano anni e l'esperienza dura e drammatica della guerra trasforma e deraglia la vita di molti sopravvissuti. Non c'è pace dopo la pace e la retorica dei monumenti spesso nasconde ferite e miserie che permangono e non vengono cancellate.
Una considerazione sui caduti: della I Guerra mondiale abbiamo tantissime testimonianze, talvolta inevitabilmente abbellite nel ricordo o comunque non sempre obiettive, per la tendenza a "eroicizzare" le storie vissute. Mancano le testimonianze di chi ha avuto paura, di chi è scappato, di chi questa guerra la malediceva, perché la sua storia non ha potuto scriverla, perché è morto o perché semplicemente, non aveva gli strumenti per farlo.½
 
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ren47 | 52 altre recensioni | Jan 3, 2016 |
Un romanzo d’altri tempi, sotto il profilo dell’ambientazione, un romanzo per tutti i tempi, per la qualità del lavoro dello scrittore francese. Ci rivediamo lassù è uno di qui libri che ti inchioda, pagina per pagina, aspetti con ansia l’ora in cui lo riaprirai, ogni volta che lo chiudi pensi, meglio così, ne ritardo la fine. Per scrivere un buon romanzo ci vogliono i giusti ingredienti, l’ambientazione, la storia, e possibilmente le storie nella storia, un po’ di suspense e una buona scrittura. E poi ci vuole la giusta cottura. Lemaitre non sbaglia un colpo, libro perfetto, che trova nella sostanziale assenza dell’aspirazione al libro del secolo, un ulteriore merito. La storia di due soldati francesi, Albert ed Edouard, scampati alla morte in una trincea negli ultimi giorni della prima guerra mondiale, e la singolare amicizia che nasce tra di loro, è la matassa da cui si dipana un lungo filo; che passa per le diverse estrazioni sociali dei protagonisti, per la storia della ricca famiglia di Edouard e per le alterne sorti del capitano Pradelle, simbolo della peggiore umanità. Ed una truffa dei due amici basata sullo sfruttamento del dolore dei morti in guerra si sovrappone a quella, istituzionale, del capitano, due mondi a confronto che, comunque, testimoniano la crisi della morale che attraverserà il secolo scorso, con uno Stato relegato al ruolo di Leviatano minore. Ma tutto ciò avviene con un lungo omaggio al lettore cui non verranno mai sottoposte elucubrazioni intellettuali dell’autore, ma solo fatti, da valutare liberamente. Un libro che si legge tutto di un fiato.
 
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grandeghi | 52 altre recensioni | Jan 28, 2015 |
bel libro. narrazione e scrittura di buon livello e di piacevole impatto. la storia è avvincente e disegna i personaggi in maniera molto accurata. da consigliare
 
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raix | 52 altre recensioni | Oct 28, 2014 |
Ecco finalmente un romanzo che fornisce una descrizione di come il mondo deve andare. Alla fine il cattivo va in prigion ad espiare giustamente le proprie malefatte, l'eccentrico omosessuale eroinomane muore, resta il campion a ristorarsi non già con un buon gelato Motta come recitava il celebre Carosello bensì con i proventi della truffa, che comunque a ben vedere rappresenta il giusto risarcimento per le vicissitudini trascorse, e con l'amore della femme de chambre, visto che siamo in Francia. "Lodo l'amore delle cameriste!" sosteneva Gozzano. Sarà anche vero ma trovo il romanzo banale, infarcito di luoghi comuni mentre le situazioni vengono affrontate solo superficialmente, senza mai un approfondimento. I caratteri non dimostrano il benché minimo spessore psicologico.
 
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fortunae | 52 altre recensioni | Mar 28, 2014 |
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