Yoel Hoffmann (1937–2023)
Autore di Japanese Death Poems: Written by Zen Monks and Haiku Poets on the Verge of Death
Sull'Autore
Opere di Yoel Hoffmann
Japanese Death Poems: Written by Zen Monks and Haiku Poets on the Verge of Death (1998) — A cura di — 628 copie
ברנהרט 2 copie
ספר יוסף 2 copie
קולות האדמה 1 copia
Christus der Fische 1 copia
Radical Zen 1 copia
Sound Of The One Hand. The 1 copia
בפברואר כדאי לקנות פילים 1 copia
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Informazioni generali
- Nome canonico
- Hoffmann, Yoel
- Altri nomi
- הופמן, יואל
- Data di nascita
- 1937
- Data di morte
- 2023-08-25
- Sesso
- male
- Nazionalità
- Hungary (birth)
Israel - Nazione (per mappa)
- Israel
- Luogo di nascita
- Braşov, Romania
- Luogo di residenza
- Galilee, Israel
- Istruzione
- Japan (PhD)
- Attività lavorative
- professor of Japanese poetry, Buddhism and philosophy at Haifa University
- Premi e riconoscimenti
- Bialik Prize (2002)
Koret Prize - Breve biografia
- His parents moved to pre-state Israel when Yoel was one. His mother died when he was a child, and he spent years living with various family members and in a children's home until his father remarried. Yoel studied extensively in Japan, translates Japanese poetry, and spent two years in a Buddhist monastery.
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Statistiche
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- Popolarità
- #24,905
- Voto
- 3.9
- Recensioni
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- ISBN
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- Lingue
- 6
- Preferito da
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Inoltre, quasi ogni componimento è accompagnato da una breve spiegazione che ne chiarisce alcuni punti, fornendo le informazioni necessarie sulla vita dell’autorǝ, oppure sul contesto storico-culturale, o ancora sui giochi di parole e le figure retoriche utilizzate. Senza tutte queste informazioni, probabilmente sarei qui a scrivere una roba tipo Sì, carine, ma non mi hanno detto granché perché non avrei capito quasi nulla.
Per il resto, Japanese Death Poems offre un ampio campionario dei molti modi possibili di affrontare la morte: da quelli più religiosi (una sezione della raccolta è dedicata interamente ai jisei dellз monacз zen) a quelli più terreni; da quelli più sereni a quelli più prosaici (della serie, la morte è morte anche se scrivo un bel jisei). Si ha la sensazione di visitare un cimitero monumentale e di leggere una serie di epitaffi. Non la più allegra delle letture, ma nemmeno così deprimente come si potrebbe pensare.
In generale, l’ho trovata rassicurante: essendo un’esperienza tendenzialmente sgradevole che dobbiamo fare tuttз, ho trovato confortante leggere di tutte queste persone che hanno condiviso con tuttз noi il loro dispiacere di lasciare il mondo e/o la loro serenità di farlo dopo aver vissuto (e non necessariamente una vita ideale, ma una vita normale, con i suoi alti e bassi).… (altro)