Jean-Michel GuenassiaRecensioni
Autore di Il club degli incorreggibili ottimisti
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Recensioni
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Il club degli incorreggibili ottimisti di Jean-Michel Guenassia
Segnalato
kikka62 | 20 altre recensioni | Apr 2, 2020 | Il libro narra in prima persona il passaggio dall'infanzia all'adolescenza di Michel nella Francia dei primi anni '60; le sue esperienze personali sono strettamente intrecciate a quelle politiche, in parte perchè quelli furono gli anni della guerra d'Algeria, che divise l'opinione pubblica e costrinse molti giovani francesi a combattere al fronte (fra cui il fratello e un amico di Michel), ma soprattutto per l'ingresso del protagonista in quel "club" che da il titolo al romanzo, un ritrovo di profughi dell'Est europeo. Quegli eccentrici personaggi allargheranno i suoi orizzonti, tra interminabili partite di scacchi e ancor più interminabili discussioni. Sono molto diversi tra loro, ognuno col proprio bagaglio di esperienze e convinzioni, ma tutti accomunati dalla nostalgia e dalla speranza in un miglioramento che non avverrà mai. Michel inizialmente li idealizza, li considera i suoi punti di riferimento in un mondo che sembra crollargli addosso; crescendo invece si renderà sempre più conto delle loro debolezze fino ad arrivare allo straziante finale, in cui il passato che essi hanno sempre fatto del tutto per dimenticare torna a farsi vivo con violenza, permettendo a Michel di scoprire l'amara realtà celata dietro i loro grandi discorsi e la goliardia. Questo segnerà la fine dei suoi rapporti col club e simbolicamente la fine della sua adolescenza.
Non so bene come pormi riguardo questo romanzo: ha un taglio molto originale e uno stile scorrevole che invoglia alla lettura, inoltre riesce a fondere bene vicende storiche e vicende romanzate lasciandomi la voglia di approfondire tante tematiche di cui prima non sapevo quasi nulla. Eppure arrivata alla fine ho avertito un senso di incompiutezza: dove voleva andare a parare l'autore? Tramite uno spaccato di vita di un adolescente qualunque ci ha mostrato un ritratto accurato della Francia di quegli anni, ma ogni questione è stata presa e lasciata in sospeso e sono arrivata alla fine incapace di trarre conclusioni o di cogliere il messaggio dell'opera (se pure ve ne fosse uno). Nel complesso un buon libro che si legge con piacere, ma che mi ha lasciato insoddisfatta sotto molti punti di vista.
Non so bene come pormi riguardo questo romanzo: ha un taglio molto originale e uno stile scorrevole che invoglia alla lettura, inoltre riesce a fondere bene vicende storiche e vicende romanzate lasciandomi la voglia di approfondire tante tematiche di cui prima non sapevo quasi nulla. Eppure arrivata alla fine ho avertito un senso di incompiutezza: dove voleva andare a parare l'autore? Tramite uno spaccato di vita di un adolescente qualunque ci ha mostrato un ritratto accurato della Francia di quegli anni, ma ogni questione è stata presa e lasciata in sospeso e sono arrivata alla fine incapace di trarre conclusioni o di cogliere il messaggio dell'opera (se pure ve ne fosse uno). Nel complesso un buon libro che si legge con piacere, ma che mi ha lasciato insoddisfatta sotto molti punti di vista.
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Lilirose_ | 20 altre recensioni | Aug 20, 2016 | Un buon libro anche se non privo di limiti. Le prime trecento pagine (di 700) sono un po' prolisse e la presentazione dei personaggi non sempre chiara; poi la storia decolla, ma spesso si scivola in uno stile più consono al feuilleton. Coinvolgente se letto come un romanzo di formazione (ma questo aspetto è solo una parte).½
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gianoulinetti | 20 altre recensioni | Mar 5, 2013 | Al Balto, una brasserie della Parigi degli anni Sessanta del secolo scorso c'è una saletta nascosta da una tenda dove profughi e clandestini fuggiti dall'Europa dell'est si mescolano con intellettuali, scrittori, simpatizzanti per giocare a scacchi, bere, dividere sogni e ricordi, preoccupazioni e ideali politici. Al "club" spesso si trova anche Sartre, si ferma pure Camus. E c'è anche un ragazzo, Michel, la voce narrante, la voce giovane della generazione che assisterà alla nuova Francia, tra rivolte, contestazioni e guerra in Algeria e che vedrà la formazione di un'altra Europa. Ma che soprattutto non intende rinunciare alla speranza di un futuro pieno di promesse. Grande romanzo che offre il ritratto appassionante di un’epoca di transizione. Tra i tavolini del Balto ruotano le vicende di profughi rumeni, ungheresi, russi, intellettuali e professionisti che fanno i conti con la povertà e la precarietà nella nuova patria francese, che li ha accolti come la "terra promessa". Ma essi non guardano a questa terra, piuttosto attendono la "promessa" della Storia.
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cometahalley | 20 altre recensioni | Nov 28, 2011 | Collegamenti
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