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Fred UhlmanRecensioni

Autore di L'amico ritrovato

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Recensioni

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Le ultime due righe valgono da sole la lettura

Non avevo mai letto questo libro, e avrei continuato a non leggerlo se non fosse che è stato assegnato mio figlio e io sono stato costretto a controllare che lo leggesse e comprendesse. Devo dire che nonostante la piccola dimensione ci sono alcune lunghe descrizioni che io avrei tagliato; ma nel complesso ritengo che dalle interazioni di Hans e Konradin si ricavi un'idea molto viva di cosa possa essere stato l'avvento del nazismo in una comunità che almeno all'apparenza pareva pacifica e ancora ferma alla situazione che si aveva all'inizio del secolo. L'ultimo capitolo però è straordinario, a partire dal comportamento del padre di Hans per finire con la chiusa. Avevo letto un riassunto e quindi sapevo cosa sarebbe successo; ma Uhlman riesce a ricreare un'intera storia con le ultime due righe, lasciando al lettore la necessità di completarsela. E forse il titolo italiano è anche più azzeccato dell'originale Reunion. La traduzione di Mariagiulia Castagnone forse soffre un po' nelle descrizioni, ma è generalmente scorrevole.
 
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.mau. | 34 altre recensioni | Mar 7, 2024 |
L’anno scorso per la Giornata della Memoria ho pubblicato la recensione di Se questo è un uomo di Primo Levi, che avevo riletto in preda allo sconforto nel veder crescere il tanfo dell’intolleranza, della cattiveria e dell’indifferenza. Quest’anno sono proprio sgomenta davanti non tanto a politici che danno la colpa alle vittime per essere affogate nel Mediterraneo, o per essere rimaste uccise durante un fermo di polizia, o ancora per non avere un posto dignitoso da poter chiamare casa, quanto alla gente che dà loro ragione.

Sono sgomenta dal fatto che, nonostante si sia letto, visto e parlato così tanto di Shoah, ancora si ceda così facilmente a incolpare qualcun’altrə piuttosto che concentrarsi sui problemi strutturali – quelli che ogni governo promette di affrontare, per poi finire per lo più per ingrassarli ancora un altro po’.

Hans viene mandato via dalla Germania dai genitori prima che venga messo in atto lo sterminio vero e proprio: scappa perché il clima si è fatto pericoloso, non perché sia scoppiata la guerra o siano iniziate le deportazioni. Dovremmo ricordarci che le persone tendono a scappare prima che sia troppo tardi, prima di rimanere in gabbia per sempre.

Sarà un’altra Giornata della Memoria (Corta), piena di storia e di retorica, mentre una nave carica di persone in cerca di aiuto probabilmente starà ancora vagando nel Mediterraneo in cerca di un porto sicuro (ah, e comunque, nemmeno delle persone nelle zone terremotate d’Italia o di quelle indigenti riusciamo a occuparci in maniera decente, quindi non si capisce proprio dove vadano le risorse “risparmiate” nella non accoglienza).
 
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lasiepedimore | 34 altre recensioni | Jan 12, 2024 |
Siamo di fronte a due possibili letture: la prima, quella da adolescente, leggiamo il romanzo di formazione di due ragazzi in un periodo storico particolare, ma, ogni adolescente, vede il suo periodo storico come particolare e ci appassionano, ci immedesimiamo o in Konradin oppure in Hans.

La seconda lettura, da adulti, ci sembra sorpassata da una vita (anche realmente) la lettura del libro come romanzo di formazione per vedere e cogliere solo la parte storica in cui i due ragazzi vissero. E si ripete sempre la solita nenia degli ebrei che avevano combattuto per la Germania, sebbene non sia proprio questo il punto. Per conservare il proprio benessere, aristocratici o ebrei (insieme) hanno agevolato un governo che doveva preservarli.
 
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NewLibrary78 | Feb 1, 2023 |
Nel 1960, quando Fred Uhlman conclude la sua autobiografia, è un pittore affermato, ma nel campo della scrittura la fama continua a deluderlo. Gli arriverà postuma con lo straordinario successo de L'amico ritrovato, divenuto in breve tempo un bestseller mondiale. (fonte: Google Books)
 
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MemorialeSardoShoah | 1 altra recensione | May 30, 2020 |
Niente resurrezioni, per favore è un romanzo breve del 1979 dello scrittore ebreo tedesco Fred Uhlman, il terzo della Trilogia del ritorno, da cui è composta anche L'amico ritrovato e Un'anima non vile.(fonte: Google Books)
 
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MemorialeSardoShoah | May 18, 2020 |
L'amico ritrovato è un romanzo dello scrittore tedesco Fred Uhlman. Insieme a Un'anima non vile e Niente resurrezioni, per favore forma la cosiddetta Trilogia del ritorno. Il romanzo venne pubblicato in Italia per Longanesi nel 1979 con il titolo Ritorno, con la traduzione di Elena Bona (fonte: Wikipedia)
 
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MemorialeSardoShoah | 34 altre recensioni | May 9, 2020 |
Un'anima non vile è un romanzo dello scrittore ebreo tedesco Fred Uhlman, parte della Trilogia del ritorno, che comprende L'amico ritrovato e Niente resurrezioni, per favore (fonte: Wikipedia)
 
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MemorialeSardoShoah | Apr 21, 2020 |
Dopo la lettura de “l’amico ritrovato”, “la storia di un uomo” era un passaggio necessario. Un tedesco, o meglio un ebreo tedesco, la differenza non era di poco conto in quegli anni, durante la prima metà del secolo scorso. Uhlman è un ragazzo di buona famiglia, che vive con grande disagio il carattere impossibile della madre e gli atteggiamenti del padre. Studia legge e diventa avvocato, dopo diverse incertezze sulla strada da intraprendere; ed apre uno studio a Plattenhardt, una piccola città vicino Stoccarda. Uhlman partecipa alla vita culturale della sua Germania e, chiaramente, avverte direttamente le prime pressioni da parte dell’orda nazista. E così parte per la Francia, direzione Parigi, dove vive da bohemian la capitale francese e il suo grande fermento culturale; viene sostenuto economicamente dai genitori, intraprende alcune imprese con discutibili esiti; straordinaria la storia dell’allevamento di pesci. Intanto dalla Germania gli echi del nazismo diventano urla, i genitori non possono più trasferire soldi e Uhlman si trasferisce in Spagna, c’è una resistenza da sostenere; ma proprio in Spagna conosce una ragazza inglese di cui si innamora e che lo induce a trasferirsi in Gran Bretagna; straordinarie le pagine delicate a raccontare le peculiarità degli inglesi. Un ebreo tedesco in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale non poteva che essere un potenziale nemico; e, quindi, Uhlmann viene internato. Delicatissime le pagine in cui spiega come la volontà di evitare che la madre e il padre rovinassero la vita coniugale è stata l’origine della loro morte; Uhlman voleva che andassero a vivere a Parigi e che non lo raggiungessero in Inghilterra. Un modo diverso per leggere la tragedia della seconda guerra mondiale; anzi l’opportunità di vederla con gli occhi di un artista. Si deve segnalare che sono pochissimi i riferimenti di Uhlman alla sua attività di pittore. Uno di quei classici libri che leggi quasi distrattamente, con pigrizia, per timore di finirli.
 
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grandeghi | 1 altra recensione | Mar 4, 2019 |
In meno di cento pagine Uhlman realizza un piccolo capolavoro; con un racconto tutto in prima persona e in parte autobiografico l’autore racconta la difficile amicizia tra un giovane studente ebreo di buona famiglia e Konradin Von Hohenfels, un ragazzo di nobilissime origini. La sincera amicizia si inclina con l’avvento del nazismo, la famiglia di Konradin sostiene il Fuhrer e lo stesso ragazzo è affascinato dal carisma dell’uomo. Il protagonista accetta con difficoltà il clima che ben presto si instaura in classe, ma non tollera che l’amico rifiuti di presentarlo ai genitori. La situazione inizia a precipitare e la famiglia decide di far andare il figlio a studiare negli Stati Uniti, loro non se la sentono di abbandonare la Germania; anche se ben presto moriranno suicidi non riuscendo ad accettare la perdita di dignità che si prefigura per loro. Il protagonista si afferma professionalmente, si costruisce una famiglia, crea una distanza culturale con la Germania ed il nazismo. Poi decide di scrivere al liceo per sapere chi dei suoi vecchi compagni di scuola fosse morto durante la guerra; sfoglia i nomi, evitando la lettera h; ricorda gli amici, ricorda i nemici. Alla fine si decide e va alla lettera H; Konradin è morto, giustiziato per l’attentato ad Hitler. Il finale lascia senza fiato, le parole prendono la forma di violini, di clavicembali, di una resistenza resa possibile dalla cultura e dall’amore. Quello di due amici nella follia della Germania nazista.½
 
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grandeghi | 34 altre recensioni | Dec 29, 2018 |
Questa è la storia di amicizia tra Hans Schwarz, ebreo e Konradin Hohenfels, tedesco.
Hans, 16 anni, frequenta il liceo e non riesce a trovarsi con i suoi compagni di classe e lui stesso dice: nella mia classe non c'era nessuno che potesse rispondere all'idea
romantica che avevo dell'amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado
di comprendere il mio bisogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, i miei compagni mi
sembravano tutti piuttosto goffi, insignificanti .
E lui fa un scelta ben precisa, decide di tenersi da parte e fare vita a se, fin quando vede entrare dalla porta della classe, Konradin.
"Ricordo il giorno e l'ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva diventare la fonte della mia grande felicità", era il 1932.
Hans e Konradin condividevano diverse passioni insieme, una tra questa era l'amore per i libri. La camera di Hans era piena di libri...
(Mi sono chiesta, quante amicizie oggi nascono per la stessa passione, per la passione per i libri? I nostri ragazzi, persi nel mondo virtuale hanno perso il piacere di perdersi in
un libro, di far lavorare la loro immaginazione e credo che sia una perdita, una
mancanza per la nostra società.
Un libro è formazione di un diverso "sentire", di una sensibilità diversa, anche il sentire va coltivato, educato e appreso, io credo.
Mi è difficile a parole spiegarvi cosa e quanto si perde se non si legge, si perde un mondo.)
Entrambi cercavano cose vere e sincere, e tra loro è nata un amicizia ingenua ma pura fin quando gli eventi politici non prenderanno il sopravvento e lentamente intaccheranno la loro amicizia.
Le ultime tre righe del libro nobilitano questa bella amicizia, che va oltre le ideologie e le differenze sociali...
 
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Sally68 | 34 altre recensioni | May 13, 2018 |
Dopo essere stato accolto al suo apparire, nel1971, come un vero e proprio caso letterario, L'amico ritrovato ha suscitato un'attenzione costante da parte del pubblico internazionale, guadagnandosi, insieme con gli altri due romanzi che compongono la cosiddetta Trilogia del ritorno, un posto di rilievo tra le testimonianze narrative di maggiore importanza sulla tragedia della Germania nazista. Raccontando la vicenda dei compagni di liceo Hans Schwarz e Konradin von Hohenfels, e suggellando la storia di quest'amicizia eccezionale con la dolorosa esperienza del «sopravvissuto» Simon Elsas, Uhlman ha saputo rappresentare con grande asciuttezza e incisività la devastante lacerazione che l'affermazione del regime hitleriano produsse nelle coscienze di molti tedeschi, nonché la profondità delle ferite che una tale tragedia ha potuto infliggere nella memoria di un popolo intero.
 
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BiblioLorenzoLodi | 1 altra recensione | Dec 23, 2016 |
La storia toccante di due amici separati dalla ferocia della guerra. Da rileggere.
 
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permario | 34 altre recensioni | Jan 8, 2016 |
Un raccontino esile, facile, semplice, piano, su un'amicizia tra adolescenti che viene infranta dalle vicende del suo tempo. È di lettura agevolissima, ma mi sembra che non riesca a rendere efficacemente né i travagli dell'adolescenza, né la tragicità del momento storico in cui è ambientato.
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Oct326 | 34 altre recensioni | Jul 17, 2014 |
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