Filippo Tuena

Credo non potrò sopportare di sentire la parola "variazioni" per mesi.
Non sopporto gli autori che si attribuiscono uno "stile" e Tuena, purtroppo, lo fa-
Per il resto: ennesima storia dell'ennesima famiglia abbiente impoverita e annullata dalla guerra. Ricchi ed ebrei, quindi perseguitati, spogliati di ogni bene e di ogni dignità, imprigionati, deportati e uccisi.
Il pensiero che mi viene, comunque, è che si riescono a ricostruire le storie solo di chi dietro di sé ha lasciato documenti e testimonianze della vita precedente o beni e proprietà da spolpare ed espropriare.
L'orrore della guerra e dell'Olocausto hanno macinato via anche milioni di anonimi nessuno, dei quali appunto nessuno potrà mai raccontare storie e pensieri: povera gente doppiamente incolpevole.… (altro)

Un libro ambizioso per genere, saga familiare, per scrittura, nella seconda edizione di cui parlo, l’autore ha inserito le virgole, per ambientazione, la Francia della prima metà del secolo scorso. E se le variazioni, le mille variazioni, dei Reinech, una ricca famiglia ebrea la cui storia termina nei campi di sterminio polacchi, danno il ritmo ad una grande tragedia collettiva, l’idea dell’autore è, a dir poco, originale. Il libro parte stanco, all’inizio appare banale, anche lo stile appare poco convincente, ma poi Tuena accorda i violini della scrittura e le note vanno tutte al posto giusto. Anche il progetto editoriale di creare un link ideale con la recherche, in particolare, e con la cultura dell’epoca, in generale, è meritevole di apprezzamento. Da un certo punto il romanzo diventa avvincente, e non è la suspense per quanto accadrà, che già si sa, ma la capacità dell’autore di tratteggiare con sensibilità un dramma epocale.… (altro)