Fulvio Tomizza (1935–1999)
Autore di La miglior vita
Sull'Autore
Fonte dell'immagine: Image © ÖNB/Wien
Serie
Opere di Fulvio Tomizza
Der Grenzgänger. 1 copia
Bosco di acacie 1 copia
Dove tornare: romanzo 1 copia
Trick 1 copia
Moja književna ljeta 1 copia
Trilogia istriana 1 copia
Vera Verk 1 copia
la torre capovolta 1 copia
IN LUMEA CELOR DREPTI 1 copia
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Informazioni generali
- Nome canonico
- Tomizza, Fulvio
- Data di nascita
- 1935-01-26
- Data di morte
- 1999-05-21
- Sesso
- male
- Nazionalità
- Italia
- Luogo di nascita
- Giurizzani, Croatia
- Luogo di morte
- Trieste, Italy
- Luogo di residenza
- Trieste, Italy
- Premi e riconoscimenti
- Österreichischer Staatspreis für Europäische Literatur (1977)
Vilenica International Literary Prize (1986)
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Statistiche
- Opere
- 39
- Utenti
- 256
- Popolarità
- #89,547
- Voto
- 3.3
- Recensioni
- 7
- ISBN
- 65
- Lingue
- 9
Nel mio piccolo, per ovviare a qualunque “svista” vi capiti di sentire in questa giornata, vi consiglio questo bellissimo speciale che Internazionale pubblicò lo scorso anno, la consultazione degli articoli di Giap sotto il tag foibe e questo piccolo riassunto della faccenda uscito su Huffington Post.
Inoltre, visto che questo è un blog che parla di libri, vi consiglio di leggere Materada di Fulvio Tomizza, che visse in prima persona gli eventi di Istria (Materada era proprio il suo paese d’origine).
Già dalle prime pagine possiamo renderci conto che la retorica del Giorno del Ricordo poco si confà alla realtà dei fatti e che nessuno slogan politico potrà rendere giustizia alla complessità di una terra di confine come quella di Istria, dove le culture di mescolavano in maniera così naturale che solo l’ottusità della violenza istituzionalizzata poteva distruggere quella pace.
Non si ricava alcun sentimento di amor patrio leggendo Materada: è un romanzo che trasmette un grande squallore. Tomizza inizia il romanzo così: La guerra tutti l'abbiamo provata, e anche la Liberazione che si portò dietro altri lutti e altre miserie. È un incipit che mi ha colpito molto ed è la lunghezza entro la quale si dipaneranno le vicende del protagonista, Francesco, italiano con un cognome slavo, partigiano (di quelli che oggi vorrebbero farci credere fossero solo “stranieri cattivi”), bilingue e vittima degli italiani furbi, di quelli che riescono sempre a girare la frittata (e le leggi) a loro favore, e carnefice di quelli più poveri, di quelli che non hanno nulla e cercano di andare avanti come possono.
«[…] Ero diventata come un chiodo e poi ho capito che neanche tu eri meglio di tua madre e non mi meritavi, anche se non avevo né manzi né terre. E volevi anche tu avere e avere, e non ti importava di altro. Sì, ero troppo povera per voi. [...]»
Non fatevi fregare dalla propaganda revisionista.… (altro)