Matteo Strukul

Avrei dovuto seguire il mio istinto e prestare fede alle recensioni poco lusinghiere, invece mi sono intestardita a dare una chance al romanzo attirata dal periodo storico che racconta.
Grande errore e soprattutto gran perdita di tempo: non è altro che un polpettone sentimentale scritto con pressapochismo e superficialità, che ha scelto il sensazionalismo da romanzetto di quart'ordine invece del rigore storico.
I protagonisti sono stereotipati e le vicende si susseguono stile elenco puntato, senza la minima fluidità: ci vuole impegno per banalizzare la storia dell'ascesa dei Medici, ma Strukul ci è riuscito in pieno.
Il difetto peggiore però non è l'anacronismo o il generale piattume, ma la scelta sciagurata di buttare nel calderone due figure di fantasia, Laura e Reinhardt, che sembrano tolte di peso da una fanfiction. Sono inutili ai fini della trama (ovviamente, essendo personaggi inventati in una vicenda già compiuta) e servono solo per aggiungere un po' di pepe grazie ad una storia di amore che vorrebbe essere tormentata ma è più che altro ridicola; sembra che la funzione principale di questi due tomi sia stare lì a covare rancore e a fare monologhi interiori in cui prima si definiscono anime nere e subito dopo si assolvono, dando la colpa al passato difficile e alle circostanze. Davvero irritante, per non parlare di quanto sia pericoloso legittimare e in qualche modo glorificare una relazione tossica come la loro.
Insomma non salvo nulla di questo libro se non il fatto che ci si mette poco a finirlo.… (altro)