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Una maga andava per il bosco, la morsero i serpenti,

i rettili creparono e la maga è ancora viva, accidenti!


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«Il concetto di filosofia è estraneo alla Natura, Geralt di Rivia. Si è soliti chiamare filosofia i pietosi e ridicoli tentativi di comprendere la Natura intrapresi dagli uomini. Passano per filosofia anche i risultati di tali tentativi. È come se una barbabietola indagasse le ragioni e gli effetti della propria esistenza, denominando il frutto delle proprie riflessioni il secolare e misterioso Conflitto tra Tuberi ed Erbaggi, o considerasse la pioggia l’Imperscrutabile Forza Creatrice. Noi maghi non perdiamo tempo a fare ipotesi su che cosa sia la Natura. Sappiamo cos’è, perché siamo noi stessi Natura. Mi capisci?»

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NewLibrary78 | 42 altre recensioni | Jul 22, 2023 |
Non amo i prequel perchè di solito sono operazioni puramente commerciali, che fanno leva sul fervore degli appassionati per spremere qualche altro soldo ad un franchise. Questo libro non fa eccezione in tal senso, è chiaro che è stato scritto sulla scia del successo dei videogiochi ispirati alla saga.
Quindi è un romanzo superfluo? Sì. Un romanzo brutto? No.
Resta il fatto che l'autore sa scrivere e che ha creato un mondo realistico e credibile in cui sarà facilissimo immergersi nuovamente: la miscela di fantasy e cinismo continua a funzionare. La cosa davvero soprendente però è che nonostante siano passati quasi quindici anni dalla fine della serie le atmosfere e soprattutto i personaggi sono proprio come li avevamo lasciati; certo l'intreccio è frammentato e poco avvincente, vive di grandi momenti singoli ma è non è organico; la trama però è sempre stata il punto debole della saga, quindi c'è continuità anche da questo punto di vista.
Insomma un libro di cui non si sentiva il bisogno e che non aggiunge nulla alla serie originale, ma che per fortuna non ne rovina il ricordo snaturandone l'essenza. Da leggere a tempo perso o se proprio sentite la mancanza di Geralt e del suo mondo.
 
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Lilirose_ | 20 altre recensioni | Jan 24, 2021 |
La saga dello strigo Geralt è giunta alla fine, ed è il momento di tirare le somme.
E' stato un viaggio appassionante ed insolito, che ci ha condotti in un mondo dove le regole classiche del fantasy sono state scardinate: nessuna lotta tra bene e male e soprattutto niente eroi; i toni sono smorzati e privi di retorica o sentimentalismo, non c'è traccia di epicità nel mondo in cui si muovono i nostri protagonisti. Un fantasy smaliziato per lettori adulti e consapevoli, ecco cosa rappresenta The Witcher.
Per quanto riguarda il finale vero e proprio invece, ho sentimenti contrastanti.
Non posso negare che ci siano momenti di grande intensità emotiva, ad esempio la lunga descrizione della battaglia di Brenna basterebbe da sola a rendere il libro degno di essere letto; per non parlare della cavalcata fra i mondi di Ciri, visivamente potentissima. Lo stile infine riprende con successo l'espediente del cambio di piani temporali e punti di vista, creando una narrazione estremamente dinamica.
Eppure la sensazione è che l'autore abbia messo troppa carne al fuoco e non sia riuscito a gestire tutto come si deve: ha tralasciato delle sottotrame importanti e si è dilungato su altre che non aggiungono o tolgono nulla alla vicenda. [SPOILER]-Davvero servivano così tanti particolari sull'inverno a Toussaint? E la Loggia delle Maghe, che è stata al centro della trama di almeno due volumi, a cosa è servita in pratica?- [FINE SPOILER]. La storia principale risulta un po' indebolita dalle innumerevoli digressioni e ogni tanto ammetto di aver perso il filo, per fortuna verso la fine i nodi vengono al pettine e possiamo gustarci anche un colpo di scena assolutamente inaspettato.
Le ultime pagine racchiudono il messaggio dell'opera: non esiste il lieto fine perchè non esiste una fine, il tempo è un ciclo in perenne movimento. [SPOILER]-Omaggiando il ciclo arturiano, Geralt e Yennefer si allontanano su una barca che sparisce all'orizzonte. Dove sono finiti? Cosa ne sarà di loro? Non lo sapremo mai perchè non ci è dato saperlo, sappiamo solo che sono insieme, finalmente in pace. E Ciri? Ciri vagherà nello spazio e nel tempo di cui è signora e deciderà di fermarsi proprio nel mondo di Camelot, almeno per ora.-[FINE SPOILER]. Riconosco la profondità di un tale messaggio, ma ammetto che dopo sette volumi avrei preferito una chiusura forse meno poetica, ma più gratificante.
Gli amanti del fantasy dovrebbero leggere questa saga ad occhi chiusi, non sarà un capolavoro ma ha il merito di raccontare in maniera diversa un genere forse sempre uguale a se stesso.½
 
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Lilirose_ | 36 altre recensioni | Apr 20, 2020 |
Senza alcun dubbio il migliore della saga finora, perché il taglio cinematografico della narrazione permette finalmente di avere una visione d'insieme degli avvenimenti. Grazie ad uno uso sapiente dei flashback ed al continuo cambio di piani temporali e punti di vista tutti i nodi vengono al pettine in un crescendo di pathos. Non c'è più la sensazione frustrante di avere in mano solo qualche pezzo di un puzzle intricatissimo, la trama si disvela davanti ai nostri occhi e scopriamo una vicenda complessa e dalle molte ramificazioni, che non delude le aspettative (e dopo un'attesa di cinque volumi erano piuttosto alte).
Come sempre in questa saga nulla è mai semplice, ogni medaglia ha il suo rovescio ed ogni punto di vista la sua parte di ragione: si passa agilmente dalla magia al misticismo, dalle battaglie sanguinose agli intrighi politici. Anche nello stile si riflette questa varieta ed i toni passano dall'epico al colloquiale a seconda delle situazioni, in modo da non far mai calare la tensione.
Ci stiamo avvicinando al gran finale e se le premesse sono queste tutto fa pensare che si concluderà col botto; la mia unica paura è che ci sia un po' troppa carne al fuoco e quindi sarà difficile riuscire a gestire tutto, ma confido di venire smentita. Intanto mi sono goduta un gran bel libro, che mi ha tenuto incollata alle pagine e lasciato con la voglia di leggere l'ultimo il prima possibile.
 
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Lilirose_ | 31 altre recensioni | Feb 1, 2020 |
In questo volume gli eventi cominciano a prendere una piega più chiara, sembra finalmente di intravedere delle linee guida ed uno scopo a cui tendere; anche l'impostazione è più classica rispetto ai precedenti: una missione da compiere e compagni di viaggio con cui combattere e morire insieme, sulle orme de "La compagnia dell'anello". Questa concessione alla tradizione non snatura l'essenza dell'opera, che continua a distinguersi per la totale assenza di retorica: non ci sono eroi o geni del male, c'è solo brama di potere ed istinto di sopravvivenza. Qui in particolare si parla di guerra e lo si fa in modo realistico, quasi cinico: la guerra è una roba brutta sporca e pericolosa che travolge chiunque, non c'è spazio per la neutralità.
Questo è il romanzo più intenso finora: lo stile resta asciutto ma viene dato più spazio alle emozioni e ad i legami personali. L'innesto dei nuovi personaggi poi funziona a meraviglia, sono tutti interessanti e ottimamente caratterizzati (io li preferisco a molti dei soliti protagonisti, Geralt e Ranuncolo su tutti). Peccato solo per i troppi "spiegoni" che rallentano il ritmo, ma sono comunque utili per approfondire meglio l'ambientazione e mai eccessivamente didascalici.
Ormai stiamo arrivando alla fine e posso ben dire che finora The Witcher non mi ha mai deluso.½
 
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Lilirose_ | 36 altre recensioni | Nov 2, 2019 |
Siamo arrivati al quarto volume e comincio ad avere sentimenti ambivalenti verso questa saga: adoro il realismo con cui vengono trattati i temi difficili ed il fatto che non esistano i buoni e i cattivi; il mix di fantasy e thriller politico poi continua a funzionare alla perfezione, non c'è mai niente di forzato. Il problema però è che non riesco a capire dove si voglia andare a parare. Non c'è uno scopo da raggiungere o una vicenda di cui aspettiamo di vedere la conclusione, è ancora tutto vago e frammentario e a questo punto non so se le cose cambieranno mai, temo sia una precisa scelta stilistica dell'autore: concentrarsi su singoli momenti di tensione narrativa senza creare una trama ad ampio raggio.
In particolare qui l'inizio è molto lento, poi per fortuna verso la metà il ritmo si fa serrato, quasi convulso in certi momenti, tanto che ho provato quella familiare sensazione di curiosità bruciante che non ti fa smettere di girare pagina per scoprire cosa succederà. Ancora una volta le scene più interesanti ce le regala Ciri, che si dimostra un personaggio molto più interessante e complesso di Geralt, qui poco più che spettatore.
Spero che gli sviluppi promettenti con cui si è chiuso il volume vengano ripresi ed approfonditi nel prossimo, perchè non credo che sopporterei un altro libro in cui si gira a vuoto la maggiorparte del tempo, ho bisogno di concretezza.½
 
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Lilirose_ | 42 altre recensioni | Oct 14, 2019 |
Con questo terzo volume finalmente cominciamo a fare sul serio.
Si intravede una trama ad ampio respiro, vengono introdotti nuovi personaggi ed analizzate più a fondo alcune vecchie conoscenze; il focus non è più unicamente Geralt e questo è un bene, perchè dopo due interi libri concentrati esclusivamente su di lui e il suo punto di vista era arrivato il momento di lasciare spazio anche ad altri personaggi altrettanto interessanti (se non di più, a mio parere), in grado di fornire una prospettiva fresca ed originale.
La più grande differenza con i volumi precedenti però è che qui troviamo una costruzione del mondo solida e dettagliata. Nei racconti era tutto frammentario e volatile, ci si muoveva in un' atmosfera rarefatta; ora invece l'ambientazione è realistica, con tanto di macchinazioni politiche che si preannunciano intricatissime. Le tematiche sono come al solito mature e venate di cinismo ed ho particolarmente apprezzato il connubio tra il fantasy duro e puro (è un mondo che pullula letteralmente di maghi, mostri e profezie) ed il political thriller, un mix in apparenza singolare ma che si rivela una carta vincente.
Una piccola nota a sfavore invece va ascritta allo stile: scorrevole e coinvolgente come al solito, ma ancora troppo episodico e poco fluido. Prevedo comunque che sarà un problema che andrà a risolversi col prosieguo della saga.
Insomma sono al terzo volume ed ho ancora molta voglia di proseguire, mi sembra un ottimo risultato.½
 
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Lilirose_ | 84 altre recensioni | Jun 1, 2019 |
Proseguono le avventure dello strigo Geralt, sempre in forma di racconti ma stavolta un po' più articolati; una trama vera e propria continua a mancare, però si incomincia ad intravedere uno schema più ampio dietro i singoli episodi.
Per il resto, i punti forti del libro sono rimasti gli stessi: tematiche profonde, numerosi riferimenti alle fiabe popolari e soprattutto personaggi tridimensionali. L'unico problema è che per quanto io li apprezzi come creazioni letterarie, nessuno di loro è davvero riuscito ad entrarmi nel cuore: anzi a dir la verità mi sono tutti discretamente antipatici e questo mi impedisce un vero coinvolgimento emotivo. Resta comunque una lettura appassionante, anche grazie ad uno stile senza fronzoli che va dritto al cuore delle situazioni e non fa mai calare la tensione. Questa saga trasporta il fantasy in una dimensione più adulta, ed è la dimostrazione che si può parlare di mostri e magia senza rinunciare all'intensità dei contenuti.
Ora però dopo due buoni volumi introduttivi aspetto con ansia l'inizio concreto della storia, per vedere se manterrà le promesse.½
 
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Lilirose_ | 80 altre recensioni | Mar 19, 2019 |
Il primo volume della saga di Geralt di Rivia, diventata famosa in tutto il mondo per la serie di videogiochi che ne è stata tratta. Conosco il franchising di The Witcher solo per sommi capi quindi non sapevo cosa aspettarmi dai libri, ma sono rimasta piacevolmente sopresa dalla profondità delle tematiche e dall'ottima caratterizzazione dei personaggi. Sulla trama non mi pronuncio perchè ancora non c'è una storia vera e propria: sono sei racconti (più uno che funge da filo conduttore e da intermezzo fra l'uno e l'altro) ognuno dei quali svela un aspetto importante del passato e della personalità del protagonista, tanto che arrivati alla fine ci sembrerà di conoscerlo intimamente. Tutti i racconti sono ispirati alle fiabe più famose, ed ho particolarmente apprezzato come l'autore sia riuscito a reinterpretarle in una luce originale e vicina alla sensibilità moderna: non ci sono buoni e cattivi e definire bene e male è solo questione di punti di vista.
Lo stile è volutamente scarno e misurato: anche le passioni più profonde o i momenti più drammatici sono narrati con quel cinismo venato di ironia che sembra destinato ad essere il tratto distintivo della saga.
In conclusione un buon volume introduttivo, ora sono curiosa di scoprire che direzione prenderà il resto della serie.½
 
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Lilirose_ | 217 altre recensioni | Mar 8, 2019 |
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