Boualem Sansal
Autore di 2084: la fine del mondo
Sull'Autore
Fonte dell'immagine: Boualem Sansal en 2005
Opere di Boualem Sansal
Gouverner au nom d'Allah: Islamisation et soif de pouvoir dans le monde arabe (2013) — Autore — 28 copie
Etichette
Informazioni generali
- Nome canonico
- Sansal, Boualem
- Altri nomi
- بوعلام صنصال
- Data di nascita
- 1949
- Sesso
- male
- Nazionalità
- Algerije
- Nazione (per mappa)
- Algerije
- Luogo di nascita
- Algiers, Algerije
- Luogo di residenza
- Algeria
- Istruzione
- Doctorat, Economie
Ecole nationale polytechnique, Alger (Ingénieur) - Attività lavorative
- Haut-fonctionnaire
Enseignant
Consultant
Chef d'entreprise
Romancier - Relazioni
- Mimouni , Rachid (Ami)
- Organizzazioni
- Ministère de l'Industrie, Algérie (Chargé de mission | 20 03)
- Premi e riconoscimenti
- Friedenspreis des deutschen Buchhandels (2011)
Utenti
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Statistiche
- Opere
- 16
- Utenti
- 762
- Popolarità
- #33,391
- Voto
- 3.4
- Recensioni
- 47
- ISBN
- 101
- Lingue
- 15
Qui, dopo una serie di devastanti guerre sante, nel mondo è rimasto solo l'Abistan, stato fondato sul culto di Yölah, unico dio, e del suo Delegato Abi, con il suo libro sacro, il Gkabul. Il protagonista Ati è un uomo qualunque che, dopo un soggiorno in un sanatorio di alta montagna, si avvia su un percorso (interiore e poi anche esteriore) di eterodossia e infine viene coinvolto in una lotta di potere tra fazioni ai vertici dello stato.
Il mondo dell'Abistan viene delineato poco a poco, con la sua capitale-megalopoli, Qodsabad, brulicante di folle misere e obnubilate, i ghetti popolati da miscredenti, il suo centro immane (la "Città di Dio") sede di un governo (l'"Abigov") opaco, inaccessibile, onnipotente, con al vertice la "Giusta Fraternità", con gli innumerevoli organismi di sorveglianza e controllo, con un'amministrazione (l'"Apparato") che ha qualcosa di Kafka, con una lingua santa (l'"Abilang") che trasforma le menti, con le sue "mockba" che chiamano alla preghiera nove volte al dì.
Il ritratto di questo incubo totalitario in versione islamica è notevole; ma il romanzo non mi pare molto ben riuscito: ha un'impostazione un po' troppo descrittiva, ci sono un po' troppe ruminazioni filosofiche, il punto di vista del narratore sommerge quello dei personaggi, scarseggiano azione e dialoghi. Lo stile è generalmente distaccato e a tratti lievemente ironico. La traduzione appare ben fatta, e lo scrivo perché le traduzioni che appaiono non ben fatte non mi sembrano affatto rare.
Sansal è algerino, vive in Algeria ed è critico dell'islamismo e dell'autoritarismo politico. Non si può fare a meno di notare il coraggio che mostra nello scrivere e pubblicare libri come questo. Prima ho scritto che l'islam è ancora selvatico; se mai sarà addomesticato, sarà anche per merito di autori come Sansal e di libri come questo.… (altro)