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Timothy W. Ryback is the cofounder and codirector of the Institute for Historical Justice and Reconciliation.

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Che libri leggeva il giovane soldato portaordini Adolf Hitler, durante i brevi momenti di tregua, nelle fangose trincee della prima guerra mondiale? Da dove trasse l'ispirazione per scrivere il Mein Kampf, un'opera tanto ambiziosa quanto modesta sotto il profilo teorico? E con quali letture vegliò insonne nelle ultime, angosciose notti passate nel bunker di Berlino, quando la capitale del Terzo Reich era ormai ridotta a un cumulo di macerie? Grazie a una lunga e appassionata ricerca fra titoli introvabili, pagine gualcite dall'uso e dal tempo, e le testimonianze di chi condivise la sua tragica e sciagurata avventura, Timothy W. Ryback ripercorre la vita e la carriera politica del dittatore nazista attraverso i libri che ne sostanziarono le idee e le passioni, i pochi dubbi e le incrollabili certezze. E i risultati sono a dir poco sorprendenti. Si scopre, infatti, che quest'uomo dedito all'azione, di formazione scolastica lacunosa e di ortografia incerta, fu un lettore vorace e onnivoro, che si vantava di leggere un volume a notte. Alla fine arrivò a collezionarne oltre sedicimila, custoditi prevalentemente nelle sue residenze private a Berlino Monaco e sull' Obersalzberg. Ammonticchiati sugli scaffali convivevano in apparente promiscuità i romanzi popolari di indiani e cowboy di Karl May, i saggi filosofici di Fichte e Schopenhauer, le profezie di Nostradamus, biografie di sovrani tedeschi e prussiani come l'ammiratissimo Federico il Grande, i gialli di Edgar Wallace, trattati di occultismo, astrologia e magia ma anche di armi e balistica, libelli antisemiti, guide turistiche, manuali di architettura, pittura, religione, testi di alimentazione vegetariana e prontuari vari, compreso un libretto intitolato L'arte di diventare oratore in poche ore. E non mancavano diverse copie dei capolavori più amati, come Robinson Crusoe (nel quale Hitler percepiva «lo sviluppo dell'intera storia dell'umanità»), Don Chisciotte, La capanna dello zio Tom.
La maggior parte di questi libri sono andati perduti o dispersi ma quelli superstiti vengono minuziosamente indagati da Ryback riga per riga, per scovare sottolineature, glosse e note di lettura del Fuhrer, o dediche sui frontespizi di quelli ricevuti in dono, insomma tutti gli indizi che consenta . . i . ritratto interiore del leader oliti o tedesco che mise a erro e fuoco l'Europa e che, subito dopo la morte, è stato imbalsamato nello stereotipo del genio del male. Malgrado tutto quanto è stato detto e scritto su Hitler e il nazismo, in ogni lingua e in ogni paese, forse è proprio questo viaggio fra i libri della biblioteca privata di un uomo semicolto che può condurci alle vere radici di quelle suggestioni letterarie filosofiche e culturali a cui trasse origine e alimento la più feroce e aggressiva ideologia totalitaria del ventesimo secolo.
… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | 14 altre recensioni | Sep 12, 2014 |

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