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Opere di Giorgio Rochat

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Informazioni generali

Data di nascita
1936
Sesso
male
Nazionalità
Italy

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Recensioni

Il libro “Il colonialismo italiano” è un’opera di Giorgio Rochat che tratta delle esperienze coloniali Italiane in Africa dal 1869 con l’acquisizione del primo terreno in Eritrea al 1943, con la caduta di Tripoli per mano britannica. L’opera fu pubblicata in Italia nel 1974, presentandosi al lettore come una raccolta di documenti storici preceduti da varie introduzioni di stampo manualistico. L’autore nelle note bibliografiche scrive: “Gli studi che trattano la storia di tutto il colonialismo Italiano sono rari e di basso livello, per le difficoltà di dare un’interpretazione sicura di un processo storico su cui disponiamo informazioni non omogenee e generalmente arretrate”. Il fine dell’autore è quindi quello di mettere in luce i limiti dell’interpretazione tradizionale illustrando il costo umano e politico dell’operato Italiano, presentando “Una traccia informativa chiara ed equilibrata” per creare uno spirito polemico alla riconsiderazione di un passato che continua a pesare per l’Italia e per l’Africa.… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | Jun 15, 2021 |
Gli arditi dei reparti d'assalto creati nel 1917 per la guerra di trincea sono ancora oggi accompagnati da una leggenda di valore e di ferocia alimentata dalle loro imprese belliche, ma anche dal ruolo politico che ebbero in guerra e più apertamente nel dopoguerra, e poi dalla propaganda fascista, che li presentò come precursori del regime e come modello di un nuovo tipo di combattente politicizzato. Questo mito non era mai stato sottoposto a critica storica per l'insufficienza delle fonti archivistiche e ufficiali, per la complessità di una vicenda in cui si intrecciano fattori militari e problemi politici e per il ritardo generale degli studi sulla "grande guerra ", questo momento cosi difficile e ambiguo del nostro passato nazionale.
In questo volume Giorgio Rochat, che nei suoi studi ha sempre cercato di unire storia militare e storia politica, affronta per la prima volla le vicende e le leggende degli arditi dalle trincee della prima guerra mondiale alla strumentalizzazione fascista del combattentismo. In particolare ricostruisce le origini e il ruolo militare dei reparti d'assalto nel 1917-18, le loro imprese ed i loro successi, che provocarono il rapido sviluppo della specialità e la resero subito popolare. Studia parallelamente il ruolo politico degli arditi, che vennero ad impersonare la volontà di vittoria a tutti i costi, ma anche l'implicito rifiuto delle tradizioni e delle istituzioni dello slato liberale e del suo esercito. E infatti gli arditi subito dopo l'armistizio si schierarono con il nascente fascismo, assumendo il ruolo di punta nell'offensiva antisocialista;erano però troppo legati ai miti della violenza armata e della guerra nazionalista per riuscire a dar vita ad un movimento politico proprio. Sulla base di ampie ricerche sulla stampa e negli archivi della polizia, Rochat documenta infatti come l'arditismo si ridusse ben presto a movimento subalterno al fascismo mussoliniano, stl'tJmentalizzato prima dalle molteplici forze di destra che cercavano di inserirsi nel nuovo regime, poi dalla propaganda fascista in implicita contrapposizione all'esercito regolare.
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Segnalato
BiblioLorenzoLodi | Oct 13, 2014 |
La grande guerra 1915-18 è l'unico periodo della storia italiana contemporanea che è stato studiato soltanto in una prospettiva più o meno scopertamente patriottica, che non lascia spazio alcuno al dissenso dei singoli e delle masse. La violenta ondata antimilitaristica del 1919, che esprimeva la protesta di massa dei reduci contro una guerra che avevano sofferto senza possibilità di opposizione, fu presto soffocata, anche per le esitazioni del movimento operaio. Prima ancora dell 'avvento del fascismo, la "grande guerra" era diventata un mito indiscusso, che negli anni di dittatura ricevette la consacrazione decisiva, cosicché al grande sviluppo della memorialistica e della agiografia non corrispose una storiografia politica criticamente agguerrita. Questa ricerca segue lo sviluppo della storiografia e del mito patriottico della "grande guerra," analizzando le opere più rappresentative ed i filoni principali della vasta produzione. L'indagine prosegue con il periodo dal 1945 ai giorni nostri, in cui si registra una diminuzione dell 'interesse per la guerra '15-'18, ma non ancora una revisione reale dell 'interpretazione tradizionale. Contro di essa si pone l'opera di Rochat, che tenta di impostare un'interpretazione di classe della "grande guerra," denunciandone il carattere imperialista e gli scopi anti-operai, nonché la gestione repressiva funzionale alle esigenze e alle contraddizioni dei gruppi di comando della borghesia italiana. La passività delle masse, la loro incapacità di ribellarsi contro la guerra loro imposta,·non viene più vista come la prova della loro "immaturità" e del loro scarso peso politico; pur in un quadro generale di sconfitta grave del movimento operaio, la resistenza passiva delle masse (che si traduceva per esempio in una scarsa efficienza dell'esercito) fu un ostacolo insuperabile per il capitalismo italiano, che vide crollare a Caporetto i suoi sogni di espansione armata.
Si tratta, è ovvio, di una prospettiva di ricerca da approfondire (e non mancano indicazioni pratiche in questo senso nel volume) , che ha però il merito di rompere una tradizione di conformismo e di aprire un discorso nuovo sulla "grande guerra" italiana.
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Segnalato
BiblioLorenzoLodi | Oct 13, 2014 |
Otto anni di guerre ininterrotte. In Etiopia, un fragile impero presto perduto. La guerra civile spagnola. Sulle Alpi contro la Francia. Contro la Grecia, un fallimento. Contro gli inglesi nel Mediterraneo e in Africa settentrionale, con alterne vicende. La dura occupazione dei Balcani da Lubiana all'Egeo. Guerra anche in Russia, fino al Don. Tutte guerre di espansione, alla ricerca del principale obiettivo della dittatura di Mussolini. Che tuttavia non seppe condurle con la determinazione necessaria per coinvolgere davvero gli italiani. Fino ad arrivare alla disastrosa sconfitta del conflitto mondiale.
Guerre in buona parte dimenticate, rimosse. Questo volume le racconta, spiegando la tragica superficialità con cui furono affrontate e condotte: l'insufficienza degli alti comandi e degli armamenti, i limiti di addestramento delle truppe, le loro capacità di resistenza e sacrificio in conflitti che non capivano ma che combattevano per obbligo, disciplina, spirito di corpo.Guerre tragiche da restituire alla memoria della nostra nazione.

Indice: Parte Prima - Verso l'impero; Parte Seconda - La preparazione alla guerra; Parte Terza - Guerra parallela, guerra subalterna (1940-43); Parte Quarta - La crisi del 1943.
… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | Aug 4, 2013 |

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