Cyril Pedrosa

Il secondo volume di questa splendida storia di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil porta a compimento la sorte di Tilda e del fratello, l’ennesima guerra fratricida per un regno. I confini tra buoni e cattivi sono quanto mai nitidi, da un lato la principessa spodestata e dall’altro un piccolo usurpatore in mano a cattivi consiglieri. Ma il filo conduttore di tutta la storia non è la guerra tra il bene e il male, ma sono le parole scandite come pietre e ben impresse in un libro, che, chiaramente, ha come titolo “L’età dell’oro”. La guerra finirà come nel più classico dei copioni, con la morte dei due fratelli; ma le parole del testo risuonano come indefinito monito per una pace superiore. Il formato ampio, elegante dell’edizione garantisce la massima fruibilità di una storia importante e dà spazio al colore che arricchisce il disegno, a sua volta complementare rispetto al testo. Ennesima conferma del valore assoluto di Cyril Pedrosa.… (altro)

L’età dell’oro è veramente lontano dal tono intimistico di “Portugal”, degli “Equinozi” e di quel gioiellino che è “Tre ombre”. Una lunga favola storica in cui la protagonista è Tilda, una principessa spodestata dal fratello alla morte del padre. Il regno di Lantrevers ricorda la foresta di Nottingham ai tempi di Robin Hood. Da un lato una corte corrotta e, dall’altro, il popolo abbandonato a sé stesso e alla sua miseria. E durante l’esilio Tilda si trova in un villaggio abitato da sole donne in cui una donna, Frida, studia un testo, “L’età dell’Oro” che racconta di un tempo passato in cui il mondo era in pace. E qua la bella storia di Cyril Pedrosa e Roxanne Moreil, anche grazie alla bella edizione di Bao publishing, prende decisamente fiato. Da un lato la spinta verso una rivolta popolare e dall’altro la disciplina a cui spesso lo scudiero di Tilda, Tankred fa riferimento. La capacità narrativa di Pedrosa si accompagna al disegno vigoroso della Moreil che anche attraverso il colore riesce a dare un senso quasi onirico a tutta la storia. Un lavoro di ottimo livello che non fa che rendere forte l’ansia in attesa di leggere il secondo volume.… (altro)

Proposta editorialmente imponente quella di edizioni Bao per questo lavoro di Cyril Predosa. Tre storie per raccontare i portoghesi quando tornano nella loro patria, gente che spesso parte, ma qualche volta ritorna. Tre storie intense, diverse, per raccontare da tre angolature diverse la cultura di un popolo straordinario proprie per le sue diversità, sempre diviso tra l’amore per una terra straordinario e la voglia di evadere. Il progetto, quindi, estremamente interessante, ma poi la realizzazione risulta abbastanza piatta, mancano gli spunti, la colorazione appesantisce il disegno e l’amalgama tra sceneggiatura e tratto sembra insoddisfacente. Il risultato diventa una lettura priva di brio e in molte parti noiosa, lo sforzo editoriale si trasforma in sforzo di lettura e Portugal risulta un fumetto abbastanza deludente.

Recensione del 29 settembre 2021
Torno a leggere Portugal dopo tanti anni e devo dire che anche questa volta il capolavoro di Cyril Pedrosa mi sembra molto lontano dagli echi della critica. Tre uomini, tra cui l’autore, tornano in Portogallo per ritrovare le loro radici. Sono tre storie diverse che trovano il comune denominatore nel forte senso di appartenenza dei portoghesi per la loro terra, quella saudade che ha sempre contraddistinto i lusitani. Un popolo di viaggiatori senza pace, alla costante ricerca di un collegamento con la propria famiglia e con le proprie tradizioni. Ma le tre storie mancano di amalgama, la qualità del disegno e alcuni spunti non sono sufficienti per trasformare questo fumetto in una grande storia. Cyril Pedrosa ha fatto di meglio.… (altro)

Dopo Portugal passo alla lettura de “gli equinozi”, un altro libro di Pedrosa proposto da Bao con un’edizione importante. E proprio la qualità delle edizioni che la piccola casa editrice italiana riserva all’autore francese testimonia l’attenzione che gli viene riservata. Gli equinozi seguono le stagioni e in queste stagioni Pedrosa colloca le quattro stagioni all’interno delle quali si muovono i quattro personaggi principali. L’autore modifica le tecniche a seconda delle stagioni, la luce delle storie riflette i colori delle stagioni. E, come detto, quattro storie diverse che si intersecano ma non si incrociano: un bambino solo all’alba della stagione dell’uomo; un vecchio al termine della sua stagione; un padre che cerca disperatamente di trovare un linguaggio da condividere con i figli; e una giovane fotografa personaggi le cui storie fungono da corollario narrato rispetto al racconto disegnato. Come è d’obbligo ho letto e riletto gli equinozi, ma nonostante le ambizioni narrative e artistiche di Pedrosa non vedo un capolavoro, ma un lavoro che, per quanto originale nella scrittura, inizia a girare su sé stesso. Sicuramente apprezzabile l’idea di raccontare le stagioni con colori adeguati, ma a volte non basta fare pendant.… (altro)