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Rita Carla Francesca Monticelli

Autore di The mentor

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Cosa mi aspettavo leggendo questo primo episodio di Deserto Rosso? Non lo so bene nemmeno io. Mi imbarcavo nella lettura di un libro di fantascienza (genere frequentato con piacere ma solo di tanto in tanto, senza conoscerlo bene), auto-pubblicato e di cui non erano ancora disponibili molte recensioni online. Insomma, mi sono buttata un po’ alla cieca, accettando la proposta dell’autrice… E sono decisamente contenta della mia decisione.

Partiamo subito dicendo che, pur essendo un auto-pubblicato, il libro è confezionato benissimo. Impaginazione perfetta, copertina davvero ben fatta (e molto bella anche in bianco e nero, quindi ottima per gli e-reader con tecnologia e-ink), indice con collegamenti ai vari capitoli segnalati: insomma, un lavoro certosino. Possono sembrare sciocchezze, ma contando che è stato realizzato tutto dall’autrice, con l’aiuto di pochi collaboratori, credo che valorizzare anche questi aspetti sia un riconoscimento dovuto.
Inoltre, ho apprezzato moltissimo che fosse segnalato subito, nelle prime pagine, che questa è una prima parte di quattro. L’autrice non inganna il lettore, che così sa di non potersi aspettare un finale conclusivo.
Tutti questi, però, sono fattori esterni alla storia: è meglio rendere subito chiaro, quindi, che oltre alla bella confezione Deserto Rosso propone una storia interessante, che mi è piaciuto leggere.

Sin dalle prime pagine il lettore è incuriosito e catturato dalla narrazione: la Monticelli decide di raccontarci la storia di Anna, la protagonista, utilizzando la prima persona singolare, permettendoci quindi di avere una finestra diretta sui suoi pensieri e sui suoi ricordi.
Una scelta che dà i suoi frutti, perché consente di concentrarsi sui ricordi di Anna e sulle sue sensazioni, senza contare la possibilità di creare suspense giocando con le informazioni che la stessa protagonista non conosce e che sta tentando di scoprire, creando un parallelo tra lei e i lettori, in cui cresce la voglia di seguirla e rivelare i misteri che si incontrano nel corso della storia.

Tuttavia, questo particolare punto di vista non è esente da difetti. Per farci comprendere appieno la sua ambientazione, l'autrice tende ad inserire nel corso della narrazione dei momenti di cosiddetto infodump, che stonano ancora di più quando vengono presentati come riflessioni di Anna, perché risultano poco “naturali”.
Sono parti non sempre necessarie, che spezzano il ritmo e il pathos, soprattutto nelle parti ambientate nel presente di Anna. Il lettore si trova a voler scoprire cosa la spinge al proprio gesto definitivo e cosa si nasconde dietro alle missioni di colonizzazione marziana; in questo primo volume vengono rivelate poche cose, ci si limita a gettare le basi (che spero siano approfondite nei prossimi episodi).
Oltre a questo, trovo che l’ambientazione su Marte, per il momento, non sia stata sfruttata appieno. E’ comprensibile, visto la maggior parte del tempo siamo nel rover insieme ad Anna; tuttavia, ammetto che mi è spiaciuto. Anche in questo caso, spero ardentemente che i prossimi episodi ci forniscano più scorci marziani.

Più spazio, invece, è dedicato al delineare la personalità della nostra protagonista. La narrazione è molto introspettiva, personale, e d’altronde difficilmente poteva andare diversamente, visto il punto di vista; questo, in particolare, è sottolineato dai frequenti flashback, che ci permettono di scoprire il percorso che ha portato Anna a far parte della missione Isis e molti altri avvenimenti del suo passato (che si riveleranno complicati e piuttosto oscuri – uno, in particolare, mi è sembrato quasi troppo forte per essere del tutto realistico).
In generale, la caratterizzazione è senza alcun dubbio uno dei punti forti di Punto di Non Ritorno: non solo, come vi ho appena raccontato, di Anna, ma anche dei comprimari. Sebbene meno sfaccettati, sono tutti realistici e “umani” e questo senza dubbio è un gran pregio.

Con tutta questo parlare di introspezione, tuttavia, non vorrei passasse l’idea di un romanzo lento: la storia non è priva di colpi di scena e gli intrighi irrisolti creano una piacevole sensazione di curiosità, di voglia di sondare l’ignoto. Lo stile dell’autrice, privo di fronzoli, è più che adatto a questo scopo: usa immagini concrete ma espressive, frasi concise e dirette.

Insomma, sono presenti sia pecche, che pregi: ma alla fin fine ciò che conta è che Punto di Non Ritorno mi ha intrigata e mi ha catturata abbastanza da voler leggere Abitanti di Marte il prima possibile, sia per vedere se l’autrice è riuscita a limare gli aspetti meno riusciti, sia perché non vedo l’ora di scoprire come continueranno le avventure di Anna sul Pianeta Rosso!
… (altro)
 
Segnalato
Dasly | 1 altra recensione | Feb 18, 2014 |

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