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Dopo mesi e mesi di tartassamento da parte di Goodreads, che mi piazzava La lunga vita di Marianna Ucrìa tra i suggerimenti un giorno sì e l'altro pure, mi sono decisa a dargli retta e l'ho preso in prestito in biblioteca (una copia molto vissuta, tra l'altro).

Le prime cinquanta pagine mi hanno fatto dubitare della bontà del suggerimento: non dava l'impressione di essere granché come romanzo (neanche una schifezza, certo, ma mi ha indotto a chiedermi come mai Goodreads fosse tanto insistente...). Sembrava più che altro simile a molti altri romanzi desiderosi di indagare la pietosa condizione della donna nei secoli passati.

Le mie prime impressioni, però, sono naufragate non appena Dacia Maraini ha iniziato a fare sul serio, facendomi rivalutare anche l'inizio del romanzo. Marianna, infatti, è la perfetta protagonista della sua storia. Sordomuta fin da bambina, rappresenta esattamente la condizione del suo sesso nella Sicilia del Settecento, quando le donne erano poste sotto il controllo del parente uomo più affine, erano tenute a servire il bene superiore della famiglia e non potevano mettere bocca su quanto si decideva di loro.

Tuttavia, questa sua impossibilità di comunicare agevolmente con i suoi simili (ma forse anche la loro indifferenza in quanto ha da dire) fa fiorire in lei una grande sensibilità nell'interpretare ciò che le accade intorno e un grande amore per la lettura, visto che le parole scritte sono il suo unico modo per farsi capire. Ed è proprio tramite il suo sguardo che conosciamo la famiglia Ucrìa in tutto il suo dubbio splendore.

Nobili da generazioni e generazioni e ancora generazioni, gli Ucrìa sono riusciti nella non trascurabile impresa di collezionare al loro interno comportamenti e azioni abiette un po' di tutti i tipi. Impresa ancora maggiore se si pensa che tutto è stato abilmente nascosto per proteggere la famiglia nella sua interezza.

Marianna si ritrova quindi al centro di questo coacervo di individui boriosi e repressi a vario grado. Cosa fa? Li odia? Li schifa? Li manda a spendere? Be', prima di tutto li osserva e cerca di capire come siano arrivati a quel punto. In effetti, come si arriva al punto in cui le abitudini dei morti diventano più importanti delle abitudini dei vivi? Cosa scatta nella mente delle persone nel voler mantenere a tutti i costi (inclusi felicità e benessere altrui) lo status quo? Cosa ci spaventa davvero tanto del cambiamento?

Un romanzo estremamente garbato, che illustra i drammi individuali causati da una politica familiare volta al mantenimento del proprio patrimonio e del proprio prestigio in quanto nobili. Drammi che nessuno di noi può seriamente preferire a un cambiamento che migliori la vita di più individui, senza intaccare i diritti degli altri.
 
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lasiepedimore | 10 altre recensioni | Sep 13, 2023 |
Lo ammetto: ero influenzato (negativamente) quando ho preso questo libro della libreria di mamma. Negativamente da "La lunga vita di Marianna Ucria", che non mi era piaciuto.
Invece con questo romanzo la Maraini mi ha colpito MOLTO POSITIVAMENTE. Innanzitutto perchè non è un romanzo ma sono molte storie, tenute insieme da un filo neanche tanto sottile. Che alla fine l'autrice chiude male, onestamente (forse era meglio morisse la protagonista assente e/o non ricomparisse la nipote): ma resta comunque la spina dorsale del libro, che collega passato e presente, Colomba, Zaira e Pitrucc' i 'pilus, padre di Zaira emigrato in Asutralia senza riconoscere la figlia.
E poi per il narrare, l'utilizzo dei termini, il mischiare (obbligato) fra italiano e dialetto, mai usato a sproposito.
Un bel libro, davvero, venato dalla conclusione (troppo semplice) e dal ritorno, di cui si poteva anche farne a meno.
 
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sbaldi59 | 2 altre recensioni | Dec 9, 2021 |
Scritto bene, troppo bene, con una ricerca di vocaboli in alcuni casi stucchevole e ridondante.
E poi non finisce; resta lì nel dubbio, come se preparasse una continuazione.
Romanzo femminile, scritto da una donna per le donne ma senza grinta, senza slanci di energia (se non uno, ridicolo e verso il finale, come se fosse dovuto) e senza mai uno scatto, una spinta, una voglia di deviare, di scartare. Però, ripeto, scritto molto bene. Esageratamente bene.
 
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sbaldi59 | 10 altre recensioni | Aug 7, 2021 |
Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l’“odore dell’allegria”. Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l’inseparabile amica d’infanzia, attraversa l’Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell’abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso. (fonte: Rizzoli)
 
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MemorialeSardoShoah | 4 altre recensioni | Jun 1, 2020 |
La Sicilia nella prima metà del Settecento. Una grande famiglia palermitana la cui storia è scandita dal susseguirsi di matrimoni, parti, visioni di autodafé e di impiccagioni, festini, cene, balli, squartamenti: tenerezze ed eccessi di una società avviata irreversibilmente al tramonto. E Marianna, una bambina destinata a sposarsi e ad arricchire di nuovi eredi il casato, oppure a entrare in convento per sempre. Ma Marianna è speciale, è sordomuta, e se deve comunicare con il mondo che la circonda e nel quale vuole vivere, può farlo solo scrivendo. Ma la vita, la lunga vita di Marianna Ucrìa, sarà fatta dei gesti, delle gioie, delle fatiche, dei sapori e dei profumi di cui sono ricche le esistenze delle donne. Anche lei conoscerà gli affetti, i dolori, i dubbi di ogni figlia, di ogni ma
 
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kikka62 | 10 altre recensioni | Jan 25, 2020 |
"Bagheria" è un racconto affidato alla memoria. L'autrice, bambina, arriva in Sicilia dopo aver trascorso due anni in un campo di concentramento giapponese. Con infantile intensità vive la scoperta delle proprie origini, della nobile famiglia materna, così radicata in quel paesaggio fatto di palazzi baronali e case che sembrano reggersi una all'altra. Nell'omertà delle pareti domestiche si consumano rapporti tortuosi, dove il prezzo da pagare ricade sempre sulle donne, sacrificate alla "legge" dell'onore in una società che tutto sa, ma finge di non vedere.
 
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kikka62 | 1 altra recensione | Jan 25, 2020 |
Tre testi teatrali freschi e attuali, in cui Dacia Maraini ripercorre le vicende di donne affrancate dalle convenzioni, simbolo di coraggio e creatività. La storia di una delle cortigiane più celebri del Cinquecento, Veronica Franco, che fu apprezzata poetessa, donna indipendente dall’intelligenza vivace e dal carattere intraprendente. Poi la vicenda dell’incontro, nato dalla storia d’amore dei loro figli, tra Carla, una traduttrice divorziata di mezz’età, e Federico, musicista più volte sposato, che si sviluppa in un gioco di verità celate, prendendo lentamente i colori della seduzione. Infine la vicenda di Camille Claudel, amante e musa di Auguste Rodin, ma soprattutto scultrice impetuosa e donna che ha vissuto libera e senza regole fino alla fine, fino alla follia. Un inno alla forza della femminilità, in cui si riflette la condizione della donna in ogni epoca.
 
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kikka62 | Jan 25, 2020 |
Dov'è finita Colomba? Perché la sua bicicletta giace abbandonata ai margini della foresta? Tante ipotesi si affollano nella mente di sua nonna Zaira, dalla fuga al rapimento, alla morte. L'unico indizio è la bicicletta abbandonata dalla ragazza, un anno prima, ai margini della foresta. Ogni mattina Zaira passa al setaccio i boschi delle montagne abruzzesi e intanto cerca una soluzione nell'ordito dei ricordi. Così, in quella nipote persa finisce per cercare tutte le persone scomparse nel passato, in un percorso a ostacoli che diviene la storia della sua famiglia. Con l'aiuto della "donna dai capelli corti", una scrittrice che vive tra le montagne d'Abruzzo, Zaira riannoda i tanti fili della memoria.
 
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kikka62 | 2 altre recensioni | Jan 25, 2020 |
La nobiltà siciliana del '700 vista con gli occhi di una duchessa sordomuta; questo handicap la rende l'osservatrice perfetta di una società in cui non riesce ad integrarsi completamente, ma che forse comprende ben più a fondo di chi si fa ingannare dalle parole e distrarre dal "rumore". In silenzio, quietamente ma inesorabilmente, arriverà a maturare e scoprire finalmente se stessa, rivendicando una libertà che si è negata troppo a lungo.
Il contesto storico è accurato e soprattutto immersivo, sembra davvero di essere nella Sicilia "stantia" di quegli anni, in cui i nobili vivevano ancorati ad un passato ormai definitivamente tramontato ed il popolo si trovava in condizioni quasi bestiali. Sui personaggi e le vicende invece non si può dire molto, perchè nonostante copra più di tre decadi è un libro molto statico, in cui l'unico personaggio a tutto tondo è Marianna e situazioni e caratteri sono filtrati dalla sua personale visione del mondo; più che una trama organica troviamo infatti un insieme di momenti, ognuno dei quali costituisce un tassello per la maturazione della protagonista. Idea interessante ma che alla lunga viene a noia: avrei gradito un approfondimento maggiore di certi temi. Lo stile è scorrevole, ma forse un po' anonimo e spento.
Leggere questo romanzo è stata un'esperienza tutto sommato piacevole, che però non mi ha trasmesso nulla: senza sbavature, ma anche senza carisma.½
 
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Lilirose_ | 10 altre recensioni | Dec 10, 2018 |
Torno a ribadire che mi piace molto la scrittura della Maraini.
In questo caso sono racconti di delitti e abusi, principalmente a danno di donne e bambini. Diversi, soprattutto i primi sono stati per me di difficile lettura per le efferatezze raccontate...
"...bisognerebbe sempre credere ai bambini, prima che agli adulti.
E se mentono? Vale la pena di correre il rischio"
Questa è la frase finale di un racconto che mi ha toccata molto, impariamo ad ascoltare i nostri figli, siamo noi, adulti, a doverli proteggere..
 
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Sally68 | 2 altre recensioni | Jun 5, 2018 |
Ascoltare questo libro, credo mi abbia aiutata ad apprezzarlo ancora di piu e credo che il titolo "Voci" spieghi benissimo il perche..Le voci si ascoltano e la nostra protagonista Michela ama le voci, tanto da farne la sua professione.. Si troverà immischiata in un giallo in cui sarà lei a dover scoprire cosa si nasconde dietro la morte della sua vicina di casa..
Avrete capito che si tratta di un giallo..
Leggere questo libro sussurrato e scritto benissimo mi ha fatto conoscere la grande penna di Dacia Maraini, innamorandomene...
Merita, io non amo i gialli ma questo scavando nelle relazioni dei loro protagonisti mi ha catturata..
 
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Sally68 | 4 altre recensioni | May 30, 2018 |
in questo libro c'è tutto: la Storia (i campi di concentramento nazisti) che diventa Cronaca (i fatti d'Ungheria del '56), le storie (d'amore, d'amicizia, di sopravvivenza, di morte).c'è tutto, ma proprio tutto il compendio delle atrocità nazifasciste (ronde, purghe, leggi razziali, espropri, deportazioni, fame, camere a gas, lavori forzati, crudeli esperimenti medici, punizioni, uccisioni immotivate, marce della morte, spoliazioni dei cadaveri di denti, capelli ecc fino al negazionismo post-bellico) ma narrato quasi con lievità, senza retorica;è un libro che dovrebbero leggere gli adolescenti, nelle scuole, accanto a quelli che sono ormai i classici di Levi e che le nuove generazioni rischiano, a volte, di sentire troppo lontani. anche se questo è "solo" un romanzo
 
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ShanaPat | 4 altre recensioni | Oct 10, 2017 |
Da una parte, amo la Maraini da sempre e dunque qualsiasi cosa scriva, per me va sempre bene leggerla, dall'altra questa sua ultima fatica non è di facile lettura.

Il libro, all'inizio, si avvia in forma epistolare, con uno scambio di lettere tra la scrittrice e una giovane donna di nome Chiara che le chiede si scrivere un'opera sulla sua omonima di Assisi.
Il testo poi si trasforma in monologo, sviluppato sotto la forma di diario, in cui l'autrice racconta le sue ricerche su Chiara, con pagine a volte molto interessanti, anche per gli spunti autobiografici che offrono, a volte "appesantite" da una certa "erudizione" storico-archivistica.

Il finale riprende la forma epistolare-dialogica.

Insomma, un libro adatto per gli ammiratori della Maraini, per i curiosi di storia medievale, per le vetero femministe che sono cresciute a pane e movimento, come me o per gli amanti delle vite dei santi, non in forma agiografica.
 
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lavecchiastrega | 2 altre recensioni | Oct 9, 2017 |
La ragazza...
Onesta raccolta di racconti, qualcuno molto carino altri meno, adattissima per il motivo per cui è stata concepita, ingannare il tempo durante un viaggio...
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barocco | Jun 18, 2017 |
Dodici storie che originano da fatti di cronaca vera e si fanno libera narrazione.della violenza e dell'infanzia. Storie di sopraffazione e povertà
 
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PatriziaMontisci | 2 altre recensioni | Dec 28, 2016 |
Era qualche anno che non leggevo nulla di Pasolini, a mio avviso, insieme alla Fallaci il più fine scrittore degli ultimi cinquant’anni. Trilogia della vita racchiude parte delle sceneggiature dei tre film più scandalosi di Pasolini, il Decameron, i racconti di Canterbury ed il Fiore delle mille e una notte. Gli estratti scontano l’assenza di integrità del testo, si nota, e come. Ma cosa si può dire davanti ad un capolavoro, l’ennesimo, di Pasolini? Nulla, non si può dire nulla. Il libro è splendido, le storie che entrano nelle storie, che si intrecciano per poi dipanarsi, le novelle della tradizione italiana ed araba vengono snocciolate come fiori, da mille ed una notte, e nel leggere si vive l’emozione di trovarsi non davanti al set, ma dentro. La lettura è fatta per stimolare l’immaginazione, per farci viaggiare, nei luoghi e nel tempo, e Pasolini ci riesce, da grandissimo artista quale è, qualunque abito vesta. Questo piccolo libro fila via che è una bellezza, straordinario nei racconti, nei toni, nelle bizzarrie degli aneddoti che hanno contribuito a scrivere la storia delle letterature. Dove Paoslini giustamente dimora per sempre. Per grazia ricevuta
 
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grandeghi | Oct 1, 2014 |
da "Una gita scolastica" di Pupi Avati
«Laura fu l'ultima a partire, una mattina dell'estate dell'altr'anno.
Fu l'ultima a partire, e attraversò boschi e risalì sentieri, prima di raggiungere gli altri.
Poi, finalmente, furono tutti nuovamente assieme, e seppero che non mancava nessuno.
Nessuno era rimasto indietro a ricordare.
Così quella loro gita poteva essere dimenticata per sempre.»


La Maraini si guarda indietro, anche lei, forse, è l'ultima rimasta di un certo nucleo di persone; si guarda indietro, le ricorda e le saluta.
 
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ShanaPat | 1 altra recensione | Jul 14, 2012 |
Dacia Maraini è una delle mie preferite ma non questa volta. Una storia melensa, con errori di storia e geografia che potevano essere corretti guardando la carta geografica di Budapest e leggendo un breve sunto degli eventi del 1956.
 
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pecs | 4 altre recensioni | Jul 1, 2008 |
Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.
Da www.ibs.it
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Streghissima | 10 altre recensioni | May 19, 2007 |
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