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Ágota Kristóf (1935–2011)

Autore di Trilogia della città di K.

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Opere di Ágota Kristóf

Trilogia della città di K. (1986) — Autore — 1,019 copie
Quello che resta (1986) — Autore — 546 copie
Ieri (1969) — Autore — 238 copie
L'analfabeta: racconto autobiografico (2004) — Autore — 210 copie
La prova (1988) — Autore — 192 copie
The Third Lie (1991) — Autore — 169 copie
La vendetta (2005) — Autore — 112 copie
Dove sei Mathias? (2006) — Autore — 27 copie
The Notebook [2013 film] (2014) — Novel — 10 copie
Two Novels: The Proof, The Third Lie (2015) — Autore — 7 copie
Dun (2011) 4 copie
Todiste (2023) 4 copie
Chiodi (2016) — Autore — 4 copie
Mindegy : novellák és színművek (2007) — Autore — 4 copie
Il mostro e altre storie (2009) 3 copie
Okumaz Yazmaz (2023) 3 copie
Iso vihko (2022) 2 copie
Tegnap (2000) 1 copia
Tant és 1 copia
O Gran Caderno (2022) 1 copia
Önemi Yok (2023) 1 copia
Onte 1 copia
الأمية 1 copia
Gestern 1 copia
La tercera mentida (1991) 1 copia

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Io e Trilogia della città di K. non siamo partiti con il piede giusto: la prima parte, Il grande quaderno, mi ha lasciata piuttosto perplessa, mi sembrava piena di violenza gratuita messa lì per suscitare un orrore fine a se stesso, visto che il romanzo non pareva prendere nessuna direzione precisa.

Poi ho iniziato La prova e mi sono dovuta ricredere. Trilogia della città di K. è improvvisamente diventato più del classico libro sugli effetti devastanti della guerra, dell’odio e dei regimi totalitari. È un libro sull’impatto che esperienze così estreme e disumanizzanti hanno sulla mente umana, portandola a distorcere la realtà, a farla essere meno tremenda di quanto in realtà non sia.

Si tratta di uno dei libri più tristi che abbia letto nella mia vita. La storia di questi due gemelli e della loro famiglia ti mette davanti a tutta la cattiveria degli esseri umani e la verità non è più così importante davanti alle distorsioni della realtà operate dalla mente per cercare di sopravvivere. Infatti, a un certo punto ho smesso di chiedermi cosa fosse successo, ma perché esistesse quella distorsione.

Leggere Trilogia della città di K. è stato come entrare nella mente depressa di una persona sopravvissuta agli orrori della guerra: non ci vengono risparmiate le incongruenze proprio perché queste fanno parte della personalità del narratore. Alla fine ci rimane un enorme senso di spreco: quante vite vengono distrutte da questi eventi traumatici? Si contano sempre le morti in caso di guerre, ma quanto è grande il prezzo che paga chi sopravvive?
… (altro)
 
Segnalato
lasiepedimore | 58 altre recensioni | Jan 12, 2024 |
Leggere la “Trilogia della città di K.” di Agota Kristof in questo periodo ha un significato particolare. Gli echi della guerra in Ucraina, le fotografie di dolore sono il complemento di questo romanzo che ha un carattere di unicità. Tre romanzi nel romanzo, un unico filo conduttore, il dolore della guerra, e l’intersezione di storie che pur disorientando il lettore lo immergono nella città immaginaria di K. Klaus e Lucas sono due gemelli e il romanzo parla della loro vita, alternando, anche stilisticamente, la prospettiva del racconto ambientato nell’Europa dell’Est durante una non definita guerra. Il libro è suddiviso in tre romanzi che vanno letti insieme, il primo “Il grande diario” racconta dell’infanzia dei due ragazzini che vivono con la nonna, definita la strega. Sono stati abbandonati dalla madre e la vecchia donna li educa al dolore, alla fame, alle angherie. E i due bambini, dotati di rara intelligenza, si informano, imparano, nell’unica prospettiva di educarsi al dolore della vita che verrà. Il primo capitolo è suddiviso in piccoli paragrafi, due, al massimo, tre pagine. La storia si conclude con la morte della madre e della sorella per una granata e del padre ucciso mentre provava ad attraversare un campo minato. Nel secondo capitolo, “La prova”, la prospettiva è quella di Lucas, rimasto nella città di K. Tutti lo trattano come un matto, perché nessuno ricorda l’esistenza del fratello Klaus, le stranezze dell’uomo stridono con l’umanità con cui Lucas accoglie Yasmine e Mathias, un ragazzo menomato. Alla fine del capitolo il ritorno di Klaus a K. crea scompiglio perché nessuno crede alla sua esistenza e così si sovrappongono le vite dei due fratelli. A questo punto il lettore, ormai disorientato, viene a sapere che Lucas è stato ricoverato in una clinica psichiatrica dopo essere stato sparato dalla madre per un episodio di gelosia nei confronti del padre. Intanto Klaus cresce con Antonia, l’amante del padre, e la sorellastra Sarah, di cui si innamorerà. Nel terzo capitolo, “L’ultima menzogna”, la prospettiva è quella di Klaus che ritrova la madre, ormai impazzita, che vive nel ricordo di Lucas. E il libro termina con la notizia del suicidio di Lucas e con l’aspettativa da parte di Klaus della morte come unica possibile soluzione di vita.
La forza del racconto è amplificata dallo stile asciutto, essenziale oltre ogni limite, ogni parola sembra scandita con incredibile precisione, il dolore non ammette fronzoli.
Uno dei libri più importanti della letteratura contemporanea.
… (altro)
 
Segnalato
grandeghi | 58 altre recensioni | Jul 21, 2022 |
Wow, che libro. Crudo, straziante, ma soprattutto bellissimo.
La struttura narrativa è particolare: si tratta in realtà di tre libri scritti in momenti diversi, intrecciati fra loro in un gioco di echi e rimandi che solo alla fine (e forse neanche allora) troveranno un senso compiuto.
Tre romanzi in uno, dunque, accomunati da uno stile duro, scarno e freddo che trovo perfetto per un'opera del genere, quasi sfacciata nel suo realismo brutale. L'autrice non ci risparmia nulla, niente è troppo turpe da essere taciuto e sebbene capisca che questa scelta possa dispiacere a molti, io l'ho trovata coraggiosa e portata avanti con una maestria rara, forse solo Saramago con Cecità è riuscito dopo di lei a scavare tanto a fondo nella bestialità umana.
Questo è particolarmente vero per il primo libro, di gran lunga il più bello ed il più esplicitamente, materialmente crudele; negli altri due (specialmente l'ultimo) la dimensione si fa più intima e trovano spazio sensazioni altrettanto sgradevoli ma più sottili quali il senso di sconfitta, la solitudine o la disperazione pura e semplice.
Di speranza in effetti ce n'è ben poca in questa trilogia: è una sorta di cantico dell'inutilità del vivere e dell'efferatezza umana, raccontato con un' intensità che mi ha toccato vivamente.
Per i temi e lo stile non è un libro che consiglierei a cuor leggero, ma posso garantire che chi si immergerà in questo mare di implacabile ferocia verrà ripagato dal raggiungimento di profondità inaspettate.
… (altro)
 
Segnalato
Lilirose_ | 58 altre recensioni | Oct 11, 2020 |
Es ist Krieg. Der Vater geht an die Front, die Mutter bringt die beiden dreizehnjährigen Zwillingsbrüder zu ihrer Großmutter aufs Land. Zwei Dinge schärft sie ihnen ein: Immer weiter zu lernen und um jeden Preis zu überleben. Niemals zuvor haben sie ihre Großmutter gesehen, die als Hexe verschrieen in einem kümmerlichen Gehöft an einem Waldstück nahe der streng bewachten Grenze lebt. Das Leben hier ist so rau wie der Ton der Großmutter. Die Kinder müssen hart arbeiten. Schläge und Ungerechtigkeit sind an der Tagesordnung. Ihre Erlebnisse halten sie in einem Schreibheft fest: Eingetragen wird nur, was sich in einem Aussagesatz festhalten lässt. Das, was wahr ist. Die Jungen beschließen, sich in immer neuen Übungen abzuhärten, um dieser Welt standzuhalten. Übungen, um den Schmerz auszuhalten, die Beleidigungen, den Hunger, die Kälte, die schönen Erinnerungen und die Sehnsucht nach der Zärtlichkeit der Mutter. Sie lernen zu betteln, zu stehlen, zu schlagen, zu lügen, die eigenen Skrupel zu überwinden, sogar zu töten… Die Jungen entwickeln eine eigene Moral des Überlebens, die sie auf ihre Weise wahr und falsch, gut und böse unterscheiden und danach handeln lässt. Einer letzten Prüfung wollen die Zwillinge entgehen: der Trennung.(fonte: amazon.de)… (altro)
 
Segnalato
MemorialeSardoShoah | 2 altre recensioni | Apr 30, 2020 |

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