Gene Gnocchi
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Sono grato a chi mi ha regalato questo libro, ma i motivi della mia gratitudine sono affettivi e non letterari: il libro strappa qualche sorriso, ma non è memorabile. Anche se a me Gene Gnocchi sta simpatico.
Leggendo, mi sono trovato a fare una riflessione. A un certo punto della storia della televisione sono arrivati anche in Italia i talk-show. Si dice comunemente che il genere da noi sia stato importato/re-inventato da Maurizio Costanzo e non ho motivo di dubitarne. Sono uno spettatore molto saltuario e per molti anni non ho posseduto neppure il necessario ricevitore.
Con il talk-show è arrivato lo scrittore in tournée promozionale della sua opera: ne sono un esempio attuale i passaggi a Che tempo che fa di Fabio Fazio, dove tutti i libri sono “straordinari” (come minimo). Ma agli albori del genere c’è stato qualche cosa di più: il tentativo di fare dello scrittore, se non una celebrità, un personaggio, il frequentatore abituale di talk-show. In questo Maurizio Coistanzo era un maestro: a differenza del modello Fazio (sì, lo so, che si dice format), in cui lo show è fatto di interviste sequenziali faccia a faccia, quello di Costanzo prevedeva un “salotto” di 4-5 persone con il conduttore che saltabeccava dall’una all’altra. La maestria del conduttore non stava soltanto nel far parlare (e tacere) gli ospiti durante il programma, ma anche nello sceglierli, alternando novità e habitué in modo da garantire insieme continuità e combinazioni sempre nuove.Tra gli habitué di Costanzo c’erano anche gli scrittori, indipendentemente dalla circostanza che avessere un libro in promozione. Gli scrittori erano chiamati per la loro presenza scenica e per quello che avevano da dire nella “bottega del caffè” virtuale del Maurizio Costanzo Show (o comunque si chiamasse nelle sue successive incarnazioni).
[Ricordo peraltro soltanto Alberto Bevilacqua, ma non penso sia stato il solo; ritengo piuttosto di essere stato uno spettatore troppo distratto e saltuario].
Poi, a un certo punto, la situazione si è capovolta. La celebrità televisiva, comunque acquisita, è diventata condizione sufficiente (anche se, per fortuna, non ancora necessaria) per diventare autore di best-seller premiati dalle vendite e qualche volta persino dalla critica. Fabio Volo, Giorgio Faletti. Adesso Gene Gnocchi.
Meditate, gente, meditate.… (altro)