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Fabio Geda

Autore di Nel mare ci sono coccodrilli

31 opere 866 membri 51 recensioni

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Fonte dell'immagine: Fabio Geda

Serie

Opere di Fabio Geda

Anime scalze (2017) 24 copie
Berlin 1. I fuochi di Tegel (2015) — Autore — 16 copie
Ein Sonntag mit Elena (2019) 15 copie
I lupi del Brandeburgo. Berlin: 4 (2017) — Autore — 13 copie
L'alba di Alexanderplatz. Berlin: 2 (2016) — Autore — 10 copie
La battaglia di Gropius. Berlin: 3 (2016) — Autore — 7 copie
Berlin. Trilogia della città (2017) — Autore — 4 copie

Etichette

Informazioni generali

Data di nascita
1972-03-01
Sesso
male
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Turin, Italy
Luogo di residenza
Turin, Italy
Attività lavorative
teacher
Breve biografia
Laureato in Scienze della Comunicazione, lavora come educatore, collabora con la rivista del Gruppo Abele "Animazione Sociale" e si occupa di disagio minorile.
Altre notizie su http://www.fabiogeda.it/ e su http://it.wikipedia.org/wiki/Fabio_Ge...

Utenti

Recensioni

"Itadakimasu. È il nostro modo di dire buon appetito. Ma non vuol dire proprio buon appetito, suona più come – punta un dito contro il mento e alza lo sguardo al soffitto – come umilmente ricevo in dono. Serve a esprimere gratitudine nei confronti di chi ha contribuito a questo piatto: i contadini che hanno coltivato il grano, le galline che hanno fatto le uova e i cuochi che hanno usato quegli ingredienti con sapienza."
 
Segnalato
Anshin | Dec 31, 2023 |
Nel mare ci sono i coccodrilli non è un libro innovativo: ne abbiamo sentite tante di storie di disperazione e di persone in fuga da situazioni infelici nei loro paesi. Quello che mi ha colpita molto è stato lo stile del libro, livellato su una leggerezza fanciullesca che, lungi dall'essere frivola, sottolinea l'infanzia rubata a Enaiatollah Akbari.

Ci sono, infatti, molti contesti nei quali gli adulti non danno ai bambini le cure necessarie. Non li difendono nemmeno da quei terribili mostri che si nascono sotto al letto e sono pronti ad aggredirli non appena viene spenta la luce. Non li difendono nemmeno dai coccodrilli che sono nel mare. E poco importa che non ci siano davvero mostri sotto al letto o coccodrilli nel mare: i bambini non lo sanno e hanno bisogno di essere rassicurati dagli adulti.

Tutto questo è molto triste e credo che ognuno di noi capirebbe un ragazzo amareggiato per aver perso la spensieratezza della fanciullezza. Ci risulta un po' strano, invece, un atteggiamento positivo: della serie, sì, da piccolo ho avuto una vita di cacca, ma ho fatto del mio meglio per avere una vita da adulto migliore. E sono contento per avercela fatta.

Sarebbe bello leggere più storie di questo genere, tutto sommato, no? Ma, soprattutto, sarebbe bello smettere di leggere storie di stupidità umana, da entrambe le sponde: sia dalla parte di chi costringe queste persone a lasciare il proprio paese, sia dalla parte di chi dovrebbe accoglierli.
… (altro)
 
Segnalato
lasiepedimore | 46 altre recensioni | Sep 13, 2023 |
Nell'agosto 1914, allo scoppio delle ostilità, molti si erano arruolati entusiasti, immaginando di prender parte a una gloriosa avventura, convinti che il sacrificio del sangue avrebbe dato vita a un mondo e un uomo rinnovati. Dopo pochi mesi, l'entusiasmo era scomparso. Ci si rese conto che la guerra era completamente diversa da quelle fino ad allora combattute: per l'enormità delle masse mobilitate, per la potenza bellica e industriale impiegata, per l'esasperazione parossistica dell'odio ideologico, per l'ingente numero di soldati sacrificati inutilmente. La Grande Guerra rappresentava il naufragio della civiltà moderna. I combattimenti cessarono alle ore 11 dell'11 novembre 1918. E già all'orizzonte nuove tragedie si profilavano, poiché il trattato di Versailles ridisegnava l'intera geografia europea secondo la volontà dei vincitori, con conseguenze gravi e di lunga durata a livello politico e ideologico: le rivendicazioni territoriali, la corsa al riarmo e la militarizzazione di massa della società saranno alcuni dei principi cardine sui quali regimi totalitari come il fascismo e il nazismo baseranno il proprio consenso. Gentile ricostruisce il contesto sociale, culturale e antropologico entro il quale maturò quella che è ritenuta una delle più tragiche esperienze del Novecento, soffermandosi in particolare sugli artisti e gli intellettuali che, se all'inizio avevano invocato la guerra come una catarsi, si fecero poi interpreti dell'angoscia profonda da essa scatenata.… (altro)
 
Segnalato
kikka62 | 46 altre recensioni | Feb 5, 2020 |
...grande esempio italiano di accoglienza e di organizzazione.
Non sempre riusciamo a cogliere il grido di aiuto che molte persone anche non straniere ci lanciano. Riflettevo su questo!!
 
Segnalato
Sally68 | 46 altre recensioni | May 18, 2018 |

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