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Giacomo Debenedetti (1901–1967)

Autore di 16 ottobre 1943 : Otto ebrei

42 opere 177 membri 4 recensioni

Sull'Autore

Giacomo Debenedetti (1901-1967) was a professor at the University of Messina and the University of Rome.

Opere di Giacomo Debenedetti

Il personaggio-uomo (1988) 8 copie
Saggi critici (1989) 5 copie
Amedeo e altri racconti (1984) 3 copie
Intermezzo 3 copie
Un altro Proust (2018) 2 copie

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Informazioni generali

Data di nascita
1901
Data di morte
1967
Sesso
male
Nazionalità
Italy

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Recensioni

Questo breve scritto, ormai considerato un classico della letteratura post-clandestina, racconta della retata nazista nel Ghetto di Roma, che nel volgere di una mattina si concluse con la deportazione di mille ebrei (fonte: Google Books)
 
Segnalato
MemorialeSardoShoah | 3 altre recensioni | Apr 20, 2020 |
16 ottobre 1943 e Otto ebrei sono due opuscoli », cosi li definì l’autore, nei quali la condizione ebraica viene messa a fuoco attraverso la narrazione di avvenimenti che ancor oggi scuotono l’opinione pubblica: la deportazione, ordinata da Herbert Kappler, degli ebrei romani nel 1943, il massacro delle Fosse Ardeatine nel marzo del 1944. Giacomo Debenedetti li scrisse a caldo: Otto ebrei è del settembre del ‘44, 16 ottobre 1943 è del novembre di quello stesso anno. Sono due piccoli libri essenziali, asciutti e terribili come antiche cronache, nei quali non si parla soltanto della sofferenza e dell’infelicità del popolo ebraico sotte ‘sto da secoli alla persecuzione e costretto nel ghetto della diversità, ma anche, come ha scritto Maurice Blanchot riconsiderando la condizione ebraica, del significato positivo dell’ebraismo e della stessa diversità della quale l’ebreo è preso ad emblema.… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | 3 altre recensioni | Mar 9, 2016 |
Breve e splendido, 16 ottobre 1943 narra la deportazione degli ebrei romani -scriveva Natalia Ginzburg su " La Stampa" di questi due racconti di Giacomo Debenedetti -. Non possiamo fare a meno di amrni-: rame la straordinaria forza dello stile, trasparente come il vetro. Sembra che a parlare, nel racconto di Debenedetti, sia la stessa realtà . Le frasi si susseguono, alte, nitide, disadorne,severe, e su ciascuna di esse grava il peso d'una pietà immensa. Al modo dei rintocchi di un orologio, suonano le parole che portano all'implacabile conclusione» Le due cronache, del 1944, sono tra le sole pagine di narrativa del grande critico, lettore di Proust, studioso del romanzo novecentesco, scritte evidentemente sotto l'urgere del dolore e della pietà civili. La prima narra dell'inganno vile e della persecuzione di Kappler contro gli ebrei del Ghetto di Roma (e i due aggettivi della Ginzburg, « breve e splendido », indicano che siamo di fronte a uno dei più bei racconti italiani mai scritti) La seconda cronaca, Otto ebrei, presenta il caso di un aguzzino
che, a provare la propria buona fede, testimonia di aver risparmiato otto ebrei includendoli, in quanto ebrei, in un gruppo di dieci da salvae dalle Fosse Ardeatine: e Debenedetti riflette su questa grazia compssionevole, questa concessione di ingresso privilegiato in un'arca di Noè, non sia stato da vivere come odioso razzismo.
… (altro)
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | 3 altre recensioni | Mar 16, 2012 |
La retata nazista del Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 raccontata da Giacomo Debenedetti. Pagine brucianti dove a parlare è un coro sgomento e terribile da cui si staccano, solo per infinitesimi istanti, le voci dei protagonisti, subito sommerse e per sempre perdute.
 
Segnalato
BiblioLorenzoLodi | 3 altre recensioni | Mar 7, 2012 |

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