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Dave Cullen

Autore di Columbine

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Sull'Autore

Dave Cullen is the author of the New York Times bestseller Columbine. He covered Parkland for Vanity Fair since the first weekend, following the Parkland kids around the country and into their rehearsals, their clandestine office, and their homes.

Comprende il nome: Dave Cullen

Fonte dell'immagine: Photo by MaryLynn Gillaspie.

Opere di Dave Cullen

Columbine (2009) 3,778 copie
Parkland (2019) 364 copie

Opere correlate

Etichette

Informazioni generali

Nome canonico
Cullen, Dave
Nome legale
Cullen, David Thomas
Data di nascita
1961-06-03
Sesso
male
Nazionalità
USA
Luogo di residenza
Chicago, Illinois, USA
Denver, Colorado, USA
Kuwait
Ft. Benning, Georgia, USA
Dallas, Texas, USA
Manama, Bahrain (mostra tutto 10)
Blackpool, England
Detroit, Michigan, USA
Urbana, Illinois, USA
Washington, D.C., USA
Istruzione
University of Colorado at Boulder (MA|Creative Writing)
University of Illinois, Urbana-Champaign (BS|Math & Computer Science)
Attività lavorative
journalist
Relazioni
Berlin, Lucia (mentor)
Organizzazioni
United States Army
Premi e riconoscimenti
GLAAD Media Award
Society of Professional Journalists Award
Agente
Betsy Lerner (Dunow, Carlson & Lerner)
Breve biografia
Dave Cullen is the author of Columbine, an indelible portrait of the killers, the victims, and the community that suffered one of the greatest tragedies of the 20th century. He is a journalist who has contributed to the New York Times, Times of London, Slate, Salon, New York Daily News, The Guardian, 5280, Pacific News Service and In These Times.

Cullen is considered a leading authority on the Columbine killers, and has also written extensively on Evangelical Christians, gays in the military, politics, and pop culture. A graduate of the MA program at the University of Colorado at Boulder, Cullen has won several writing awards, including a GLAAD Media Award, Society of Professional Journalism awards, the Jovanovich Imaginative Writing Award, and several Best of Salon citations. He is an Ochberg Fellow at the Dart Center for Journalism & Trauma at Columbia University.

Dave grew up in Chicago, and has worked in most regions of the U.S., as well as England, Kuwait and Bahrain. He worked as a computer systems developer for EDS and a management consultant for Arthur Andersen. He served as a Private and a Second Lieutenant in the U.S. Army. He moved to Colorado in1994, and currently lives in Denver.

Utenti

Recensioni

Coinvolgente e ben scritto, il lavoro di ricerca fatto da Cullen è notevole. I capitoli, come le storie personali, procedono con continui flashback e salti in avanti, si accavallano per poi convergere definitivamente nel finale. Il soggetto è controverso ma l'autore riesce a mantere una certa imparzialità fino almeno all'epilogo della vicenda, dove il filtro culturale, l'esigenza di parlare ad un pubblico statunitense o l'influenza delle fonti utilizzate non permettono di mettere a fuoco alcuni fattori ambientali importanti. Esemplare a tal proposito la descrizione dei raduni religiosi e degli scontri tra congregazioni per accaparrarsi i fedeli, con immagini che rasentano la psicosi di massa, liquidate bonariamente come realtà pittoresche ma in fondo positive per il tessuto sociale. Con un po' più di coraggio e di arguzia si potevano ipotizzare invece delle concause, più credibili di quelle contraddittorie esposte da esperti e non, e riportate dall'autore. Manca un'analisi seria e imparziale dei tessuti familiari, purtroppo, anche in questo caso, vige la ricerca del male assoluto di cristiana memoria, poco importa che venga declinata alle scienze psicologiche (la presunta psicopatia senza cause di uno dei killer). Anche in presenza di indizi macroscopici come l'autoritarismo militare tossico e le manie di controllo presenti in casa Harris, il tutto passa come niente di più che sana educazione al vivere civile (ma nell'ottica di chi?); i continui cambi di residenza, il conformismo provinciale soffocante, tutto buttato sotto il tappeto o minimizzato in una sorta di assoluzione plenaria delle figure genitoriali e "adulte" che si muovono sullo sfondo ma che in realtà influenzano direttamente gli eventi. Dalla stessa prospettiva generazionale, l'interpretazione delle dinamiche adolescenziali e scolastiche è sufficientemente ingenua nel sovrastimare i fattori protettivi (le frequentazioni sentimentali) e sottostimare l'esclusione e l'ostracismo prodotti da un certo tipo di società livellante, perdendo quindi di vista le differenze individuali.

Nel complesso un ottimo punto di partenza per lo studio del caso, esaustivo per quanto riguarda la cronaca pura, eccessivamente cauto e parziale quando si tratta di andare a fondo, con un'analisi psicologica piuttosto superficiale e a tratti banale, legittimata dalla qualifica di esperti clinici e forensi, in realtà quasi tutti impiegati nelle forze dell'ordine e formati su campi molto diversi.

"Michael Moore : If you were to talk directly to the kids at Columbine or the people in that community, what would you say to them if they were here right now?

Marilyn Manson : I wouldn't say a single word to them. I would listen to what they have to say, and that's what no one did."

(Bowling For Columbine, 2002)
… (altro)
 
Segnalato
Ell3 | 204 altre recensioni | Mar 1, 2023 |

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