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Paul Collier is Professor of Economics and Public Policy at the Blavatnik School of Government, Oxford University. He is the author of The Bottom Billion, which won the Lionel Gelber Prize and the Arthur Ross Prize awarded by the Council on Foreign Relations; The Plundered Planet; Exodus; and mostra altro Refuge (with Alexander Betts). Collier has held chairs at Harvard and at Sciences Po, Paris, was knighted in 2014, and in 2016 won the President's Medal of the British Academy. mostra meno

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Un libro ideale per organizzarci attorno convegni e dibattiti. L’autore, direttore dell’oxfordiano Centre of the Study of African Economies e già collaboratore di Joseph Stiglitz, pone una questione seria: al netto del recente “sviluppo” di paesi come Cina, India, Brasile e altri, rimane un miliardo di persone nei «paesi arretrati» (buona parte dei quali concentrati in Africa) che costituiscono il vero problema del mondo attuale e di domani. Esse si ritrovano risucchiate in una spirale sulla cui natura e sulle cui vie d’uscita non si può più ripetere quanto già si è dimostrato fallimentare. Da parte sua, rifacendosi a un metodo di osservazione “statistico” – e in tal modo spiazzando molte analisi di sinistra come di destra – Collier identifica quattro grandi «trappole» nelle quali si dibattono i suddetti paesi. Per uscirne, «il cambiamento deve partire soprattutto dall’interno; non possiamo imporlo noi», afferma l’autore. Al tempo stesso, «possiamo fare molto di più per sostenere i riformatori». E infatti ogni parte del suo libro – una ricerca che «somiglia a un’inchiesta» – si conclude con una raccomandazione al G8. Se si supera il “rigetto” che possono di primo acchito suscitare in un “lettore di Nigrizia” diverse analisi e proposte dell’autore (la nozione di sviluppo, l’importanza conferita alla crescita, la legittimazione di certi interventi militari, i dubbi sull’efficacia del commercio equo…), non si può negare all’opera la capacità di rinnovare la riflessione sul «perché i paesi poveri diventano sempre più poveri».… (altro)
 
Segnalato
Pier-Maria | 14 altre recensioni | May 23, 2017 |
Un libro ideale per organizzarci attorno convegni e dibattiti. L’autore, direttore dell’oxfordiano Centre of the Study of African Economies e già collaboratore di Joseph Stiglitz, pone una questione seria: al netto del recente “sviluppo” di paesi come Cina, India, Brasile e altri, rimane un miliardo di persone nei «paesi arretrati» (buona parte dei quali concentrati in Africa) che costituiscono il vero problema del mondo attuale e di domani. Esse si ritrovano risucchiate in una spirale sulla cui natura e sulle cui vie d’uscita non si può più ripetere quanto già si è dimostrato fallimentare. Da parte sua, rifacendosi a un metodo di osservazione “statistico” – e in tal modo spiazzando molte analisi di sinistra come di destra – Collier identifica quattro grandi «trappole» nelle quali si dibattono i suddetti paesi. Per uscirne, «il cambiamento deve partire soprattutto dall’interno; non possiamo imporlo noi», afferma l’autore. Al tempo stesso, «possiamo fare molto di più per sostenere i riformatori». E infatti ogni parte del suo libro – una ricerca che «somiglia a un’inchiesta» – si conclude con una raccomandazione al G8. Se si supera il “rigetto” che possono di primo acchito suscitare in un lettore "di sinistra” diverse analisi e proposte dell’autore (la nozione di sviluppo, l’importanza conferita alla crescita, la legittimazione di certi interventi militari, i dubbi sull’efficacia del commercio equo…), non si può negare all’opera la capacità di rinnovare la riflessione sul «perché i paesi poveri diventano sempre più poveri».… (altro)
 
Segnalato
Pier-Maria | 14 altre recensioni | Sep 20, 2015 |

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