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Maria Isabel Barreno (1939–2016)

Autore di Le nuove lettere portoghesi

22 opere 195 membri 3 recensioni

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(fre) (1) ouvrage collectif de Maria Isabel Barreno, Maria Teresa Horta et Maria Velho da Costa | (2) ouvrages de Maria Isabel Barreno seule

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Informazioni generali

Nome legale
Martins, Maria Isabel Barreno de Faria
Data di nascita
1939-07-10
Data di morte
2016-09-03
Sesso
female
Nazionalità
Portugal
Luogo di nascita
Lisbon, Portugal
Istruzione
Universidade de Lisboa
University of Lisbon
Attività lavorative
writer
journalist
novelist
short story writer
feminist
Relazioni
Horta, Maria Teresa (co-author)
Velho da Costa, Maria (co-author)
Premi e riconoscimenti
Ordem do Infante D. Henrique
Breve biografia
Maria Isabel Barreno was born in Lisbon, Portugal, and graduated from the University of Lisbon with a degree in history and philosophy. She became a writer and a leader of the Portuguese feminist movement. She was most famous as one of the "Three Marias," along with Maria Teresa Horta and Maria Velho da Costa. In 1972, the three women published Novas Cartas Portuguesas (The New Portuguese Letters), a book consisting of letters, essays, poems, and fragments using as a model the story of a famous 17th-century Portuguese nun, Soror Mariana Alcoforado. In its portrayal of the condition of women and female sexual expression, the book was considered a provocation and defiance of the Salazar regime's censorship. The authors were accused of pornography, arrested, and tried in a court case that lasted two years. The case was followed closely by the international press and feminists, who organized protest rallies at Portuguese embassies and consulates in London, Paris and New York. Eventually the three writers were acquitted. Maria Isabel Barreno also worked as a journalist, at the National Institute of Industrial Research, and as a cultural adviser at ​​the Portuguese embassy in Paris. She was the author of more than 20 novels and collections of short stories in her career.

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Recensioni

Come scrivevo qualche settimana fa – ma lo riscrivo perché era Ferragosto e immagino in parecchiз avessero di meglio da fare che stare a leggere me – ho incrociato questo libro grazie a un articolo de Il Post che ne raccontava la storia di come avesse contribuito ad alimentare il malcontento già crescente nei confronti del regime di Marcelo Caetano e che portò alla sua caduta nel 1974. Purtroppo il libro, arrivato in Italia nel 1977, è fuori catalogo: sia lodata la biblioteca che mi è giunta in soccorso, ma spero proprio che qualche CE decida di pubblicarlo di nuovo perché Le nuove lettere portoghesi è uno di quei libri che fa bene leggere.

Il libro usa una commistione di stili – poesia, saggio e romanzo epistolare – per raccontare la condizione delle donne portoghesi sotto il regime di Caetano e, più in generale, delle donne nelle società patriarcali, senza i soliti filtri del buon costume e della buona creanza. Infatti, fu subito definito pornografico e incompatibile con la morale pubblica: mica si può parlare di vagine, masturbazione femminile e di maschi tesi a ingannare la loro impotenza, riproduttori, stalloni, così pessimi amanti, così frettolosi a letto, così ansiosi di esibire il pene. Mica si può dire che non è di questi uomini di cui le donne portoghesi, le donne di tutto il mondo, hanno bisogno.

Nemmeno si può parlare e descrivere tutta la violenza di genere subita dalle donne: quella sì, davvero scandalosa, oscena e indegna. Ma si sa, alle società patriarcali non piace che si mostrino i panni sporchi della sua violenza in pubblico: è pericoloso, si rischia di far vedere a tutte che non sono sole e di fornire loro gli strumenti per analizzare la propria situazione al di fuori delle logiche patriarcali. Le autrici, forti della stanchezza che la sottomissione e l’obbedienza portano con sé, hanno preso spunto da un’opera del 1669, Lettere di una monaca portoghese, per raccontare in chiave femminista il dolore di questa donna, Maria Alcoforado, costretta a prendere i voti e innamoratasi del cavaliere di Chamilly, che finì per abbandonarla al suo destino di prigioniera dopo aver approfittato dei suoi sentimenti.

L’aspetto che come al solito mi intristisce di più di questo genere di libro e che, sebbene sia degli anni Settanta e scritto durante una dittatura, un testo del genere potrebbe generare scandalo ancora oggi, semplicemente perché ha il tipo di contenuti dai quali gli uomini si sentono minacciati e dai quali c’è bisogno di rassicurarli: non tutti gli uomini, bravo che non violenti la tua compagna, complimenti per aver fatto gli auguri a tutte le donne per l’otto marzo. E se per una volta ci concentrassimo sulla violenza di genere invece che sul vostro amor proprio ferito?
… (altro)
 
Segnalato
lasiepedimore | Dec 3, 2023 |

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