Questo libro non mi ha fatto impazzire. Perché? Perché preferisco la Mazzantini che narra di storie credibili, verosimili, e questo romanzo sa troppo di ''favola'' ...poco mi ha entusiasmato quel retrogusto di surreale che ogni tanto ti invade la bocca e ti fa quasi desiderare di lasciare il boccone nel piatto.
Ortensia e Anemone all'inizio mi hanno incuriosito con le loro personalità così opposte, e rivedere nelle due gemelle le identità diverse che convivono nell'essere DONNA diventa anche divertente e interessante.
Ma, una si evolve, l'altra invece rotola giù nel baratro dell'involuzione e pare non ci possa essere conciliazione.
Non so, forse leggere Manola dopo tutti gli altri romanzi già letti di questa bravissima scrittrice, ha contribuito a rendere la lettura meno piacevole.
Inoltre a dirla tutta io preferisco gli uomini ai quali dà voce la Mazzantini, più che le donne. Non a caso, il barbone di ''Zorro'', il Timoteo di ''Non ti muovere'', il Diego e il Gojko di ''Venuto al mondo'' sono personaggi che mi hanno proprio rivoltato lo stomaco come un calzino...splendidi, terribili, desiderabili soprattutto nelle loro miserie.
Di questo romanzo cosa mi è rimasto? Un messaggio incompleto...che forse troverà il suo senso compiuto alla fine del percorso interiore delle piccole Ortensia e Anemone che albergano in me :-) ( )