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Risultati da Google Ricerca Libri
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2below: These stories share some key themes and plot elements. It's not nearly as epic as The Count of Monte Cristo but makes for an interesting comparison.
Scelta singolare quella di Dumas: lascia da parte gli intrecci appassionanti che hanno reso indimenticabili le sue opere in favore di una vicenda ordinaria, direi quasi banale. E senza una trama avvincente cosa resta? Un libricino scorrevole e un po' piatto, in cui l'ambientazione originale fa da contraltare a dei protagonisti bidimensionali: manca la grandiosità di un Dantes o la spavalderia di un D'Artagnan, dobbiamo accontentarci del borghesuccio Cornelio dal pollice verde. Niente di brutto o di stonato nell'opera, semplicemente tutto troppo prevedibile e poco entusiasmante. Non c'è molto da dire su questo romanzo, che si lascia leggere ma non coinvolge mai davvero. Consigliato solo agli amanti dei fiori e ai fan sfegatati di Dumas. ( )
I found this book surprisingly good, and an excellent vindication of literacy, thanks to Librivox. I almost didn’t bother with it because it seemed like a sappy romance at first, and about flowers! And this particular reader, Ezwa from Belgium, is exquisite to listen to.
Il 20 agosto 1672 la città dell'Aia, capitale delle Sette Province Unite (solitamente tanto vivace, bianca e linda che la si crederebbe sempre in festa, col suo ombroso parco e i grandi alberi dalle cime inclinate sulle vecchie case gotiche e le larghe specchiere dei canali in cui si riflettono i campanili dalle cuspidi quasi orientali), vedeva le sue strade gonfiarsi di un fiotto di cittadini frettolosi, ansiosi, inquieti che, con il coltello alla cintola, il fucile in spalla o il bastone fra le mani, correvano tutti in direzione della Buytenhoff, la piazza esterna alla formidabile prigione, di cui ancora oggi si possono vedere le finestre guarnite d'inferriate.
Citazioni
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“To despise flowers is to offend God.”
Ultime parole
"Chi ha molto sofferto, può avere il diritto di non dire mai: Sono ora troppo felice".
E senza una trama avvincente cosa resta? Un libricino scorrevole e un po' piatto, in cui l'ambientazione originale fa da contraltare a dei protagonisti bidimensionali: manca la grandiosità di un Dantes o la spavalderia di un D'Artagnan, dobbiamo accontentarci del borghesuccio Cornelio dal pollice verde. Niente di brutto o di stonato nell'opera, semplicemente tutto troppo prevedibile e poco entusiasmante.
Non c'è molto da dire su questo romanzo, che si lascia leggere ma non coinvolge mai davvero. Consigliato solo agli amanti dei fiori e ai fan sfegatati di Dumas. ( )