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Sto caricando le informazioni... Dizionario del fascismo, v. 2: L-Z (2005)di Victoria De Grazia, Sergio Luzzatto
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Elena Broseghini, Enrico Gandini, Luigi Giacone, Lucia Morra, Luciana Spina, Rossella Vezzoli
A cura di
Victoria De Grazia, Sergio Luzzatto
«La dittatura di Mussolini è durata appena vent'anni, ma sessant'anni dopo la sua fine la vita politica e la memoria collettiva sembrano ancora risentirne gli effetti».
In due volumi - composti da oltre seicentosessanta voci, scritte da oltre centottanta collaboratori - la storia dei personaggi, dei simboli, delle istituzioni e dei fatti che hanno caratterizzato il ventennio fascista nel quadro della politica internazionale.
Diversi i presupposti da cui muove questo dizionario, e diversamente ambiziosi i suoi obiettivi. Anzitutto, si tratta di determinare la funzione del fascismo nella storia d'Italia. Per riuscirvi, bisogna collocare il Ventennio nella «lunga durata» del Novecento e nel contesto allargato di un faticoso state building, di un conflitto politico tra forze rivoluzionarie e controrivoluzionarie risalente al XIX secolo, di un'intera gamma di possibili risposte nazionali allo sviluppo internazionale del sistema capitalistico. Inoltre, si tratta di riconoscere - sotto il giogo della dittatura - il lavorio di un'intera società. Bisogna rappresentare fin nei dettagli l'ampio quadro delle trame istituzionali, degli accomodamenti economici e sociali, delle strategie culturali attraverso le quali il regime è stato vissuto da milioni di persone: dagli italiani in primo luogo, ma anche da stranieri le cui esistenze hanno finito per essere toccate dal fascismo, fossero gli abitanti di paesi attratti dalla prospettiva di una «terza via» tra capitalismo e socialismo, gli abitanti di territori colonizzati dall'imperialismo fascista, o gli abitanti di stati invasi dall'Italia durante la seconda guerra mondiale. Infine, si tratta di studiare il fascismo in una dimensione di storia comparata. Bisogna confrontare l'esperienza italiana del Ventennio con quella di altre nazioni europee ed extraeuropee nel periodo fra le due guerre, ricercando le somiglianze non meno che le differenze, le costanti non meno che le varianti: solo cosí si può sperare di intendere - al tempo stesso - l'assoluta specificità del fascismo italiano e la sua singolare capacità d'attrattiva su certe «periferie» dell'Occidente. (