L'accentuato interesse d'un numero sempre piu ampio di lettori per le vicende della nostra storia piu recente ha prodotto un fiorire di studi nuovi, spesso lontani dal tradizionale taglio storiografico e non di rado significativi sul piano scientifico. In questo filone si colloca appunto l'opera di Cecil dedicata ad Alfred Rosenberg, personaggio solo apparentemente di secondo piano nel Reich hitleriano, che si presta assai bene a impersonare le contraddizioni e gli interrogativi di un periodo per molti aspetti ancora tanto discusso. Il libro colma finalmente una lacuna, rappresentando il primo lavoro di respiro sull'uomo che Hitler stesso definiva il principale esponente dell'ideologia del partito nazionalsocialista e di conseguenza sul ruolo da essa svolto nel nazismo. Ed è per questo che l'esigenza biografica, in Cecil, si piega alle esigenze interpretative del contesto storico, fornendo un quadro complessivo orientato essenzialmente verso gli aspetti ideologici, storico-culturali e socio-psicologici del nazismo. Ceci l si professa, oltre che storico, "studioso della natura umana" e si dichiara fin dall'inizio interessato ad approfondire il problema di come mai il laborioso e civile popolo tedesco abbia potuto, dall'oggi al domani, sposare l'avventura hitleriana. In questo processo di trasformazione di "poeti e pensatori in giudici e boia" (Dichter und Denker in Richter und Henker) Rosenberg, per il resto tipico antipersonaggio, fu pienamente protagonista: la sua biografia rappresenta quindi un importante contributo per la comprensione del clima spirituale della Germania di quegli anni, tanto piu quando è, come qui, biografia soprattutto morale e intellettuale. ( )