Omelas, città felice, i cui cittadini sanno distinguere tra il necessario, il superfluo ed il dannoso:
"Happiness is based on a just discrimination of what is necessary, what is neither necessary nor destructive, and what is destructive."
Omelas, città incantata, che celebra non il trionfo sui nemici, ma la vittoria della vita e la pienezza dell'estate.
Omelas, città perfetta?
La maggior parte degli abitanti ritiene di sì, pur sapendo bene ciò che è confinato dietro una porta chiusa a chiave in uno sgabuzzino senza finestre.
Pochi decidono di andarsene, ognuno da solo, nella notte, verso una meta sconosciuta e forse inesistente:
"They leave Omelas, they walk ahead into the darkness, and they do not come back. The place they go towards is a place even less imaginable. It is possible that it does not exist. But they seem to know where they are going, the ones who walk away from Omelas."
Poche pagine magistrali che tolgono il fiato con una domanda senza risposta. ( )