Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... What I Talk About When I Talk About Running (Vintage International) (originale 2007; edizione 2009)di Haruki Murakami
Informazioni sull'operaL'arte di correre di Haruki Murakami (2007)
Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Raccomandato a scrittori e gente che corre, è un Murakami che non racconta storie, ma riassume la sua propria storia, attorno a due paletti principali: la scrittura, naturalmente, e la corsa. Il libro dice molto sulla scelta di correre, e ne dà una motivazione assai convincente: se la scrittura è un'attività eminentemente malsana, è bene che uno cerchi di sopravvivere, di restar sano, almeno. Sulla scrittura poche pagine, ma illuminanti. Quello che accomuna per lui corsa e scrittura è che ci vuole autodisciplina; l'ho trovato convincente. Vi sembrerà strano ma invece di comprare 1Q84 di Murakami ho preso L'arte di correre. Perché? Prima di tutto perché mi attirava il titolo, in secundis perché non volevo iniziare un suo romanzo ma una sua opera diciamo meno impegnativa come questa che è una sorta di diario di viaggio. Qui l'autore giapponese ci narra la sua personalissima esperienza di corridore e anche di scrittore, cose che entrambe lo affascinano e che nella sua vita combaciano in maniera perfetta. Mi è piaciuto. E molto. Murakami scrive senza censura, come se parlasse con se stesso, e in effetti ci rivela nella prima pagina "la regola vuole che un vero gentiluomo non parli delle sue ex fidanzate, né delle tasse che paga [...] Io, però, non sono un gentiluomo, quindi del galateo me ne infischio. Tuttavia provo un leggero imbarazzo a scrivere questo libro, benché non si tratti di un manuale di igiene fisico-mentale, ma di un testo sulla corsa a piedi [...] Voglio solo fare alcune riflessioni, o forse un soliloquio, su ciò che ha significato per me, per la mia persona, praticare la corsa per tutto questo tempo". Intanto scopriamo che Murakami, quando corre, ascolta la musica. Soprattutto i Lovin' Spoonful, Carla Thomas, Otis Redding, Eric Clapton, Rolling Stones, Vernon Duke, Brian Adams e molti altri. Il testo di Murakami fissa il periodo di tempo che va dall'estate del 2005 fino all'autunno del 2006. L'autore ci parlerà come un compagno di corsa, svelandoci la sua vita privata, i suoi gusti letterari, come sono nati i suoi primi romanzi, le fatiche e le gioie che gli ha riservato la vita. Ed è bello come ci descrive proprio il suo primo approccio alla scrittura: "Stavo per compiere trent'anni. Ero arrivato a un'età in cui non potevo più definirmi "un giovane". Così ho concepito il proposito di scrivere dei romanzi - una cosa che non mi era mai passata per la mente prima di allora. [...] Era il 1° aprile 1978, verso l'una e mezzo del pomeriggio. Quel giorno, seduto sulla gradinata dello stadio di Jingu, guardavo una partita di baseball bevendo una birra. [...] Hilton fece una battuta a terra lungo la linea sinistra del campo - il suono secco della palla contro la mazza risuonò nello stadio - poi a velocità pazzesca girò la prima base e si fermò sulla seconda. Ecco, fu in quel momento che mi colpì il pensiero 'voglio scrivere un romanzo'. [...] Mi recai in una cartoleria di Shinjuku, comprai una risma di fogli e una stilografica da circa mille yen. Un piccolo investimento di capitale. Questo succedeva in primavera, in autunno avevo finito di scrivere un'opera di duecento fogli da quattrocento caratteri. Mi sentivo molto soddisfatto. [...] E' il romanzo che venne poi pubblicato con il titolo Ascolta la canzone nel vento. Ciò che mi interessava era la scrittura in sé, non tanto che il libro vedesse o meno la luce". Adesso cito alcune frasi del libro che a me sono molto piaciute: "Ciò che mi interessa è se riesco o meno a raggiungere gli obiettivi che io stesso mi sono prefisso. [...] Scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno. [...] L'essenziale è superare anche di poco il livello raggiunto in precedenza. [...] Una persona riesce a costruire la propria personalità e a preservare la propria autonomia proprio perché è differente da tutte le altre. [...] Quando faccio qualcosa, qualunque essa sia, se non mi ci dedico anima e corpo non concludo nulla, sono fatto così. [...] Bene o male sono arrivato alla laurea, ma non rammento di aver mai trovato, nemmeno una volta, qualche attrattiva nello studio. [...] Non si può essere simpatici a tutti, la verità è questa".
You need be neither runner nor writer to find resonance in this slender but lucid meditation. So what does he think about while running? The disappointing answer is not much apart from the rhythms of feet on tarmac and blood pumping round the body. It is not just these perversely impressive physical feats that sharpen what might otherwise be a dull treatise on a healthful habit; Mr. Murakami's work has always combined the ordinary and the extraordinary, and this memoir is no exception. To characterize it as briefly as possible: easy on ear and mind alike, it’s the type of prose I would call sort of pretty poor. Running is “sort of a vague theme” (i.e., not just vague but vaguely vague), and the book is “a kind of memoir.” Murakami sort of likes this kind of thing, not just as an indistinct modifier but as a form of category-definition. He’s the “type of person,” “kind of person” — I lost track of the number of times this came up — who likes “sort of laid-back” music and is “sort of a brazen person” who sometimes has “a sort of arrogant attitude.” When I closed the book, I found myself fantasising not about athletic feats, but that more readily available satisfaction that Murakami evokes so tellingly: the stinging joy of a very, very cold beer. Appartiene alle Collane EditorialiPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Biography & Autobiography.
Nonfiction.
HTML: From the bestselling author of Kafka on the Shore comes this rich and revelatory memoir about writing and running and the integral impact both have made on his life. Equal parts training log, travelogue, and reminiscence, this revealing memoir covers Murakami's four-month preparation for the 2005 New York City Marathon. Settings range from Tokyo, where he once shared the course with an Olympian, to the Charles River in Boston, among young women who outpace him. Through this marvelous lens of sport emerges a cornucopia of memories and insights: the eureka moment when he decided to become a writer, his triumphs and disappointments, his passion for vintage LPs, and the experience, after age fifty, of having seen his race times improve and then fall back. .Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)895.635Literature Literature of other languages Asian (east and south east) languages Japanese Japanese fiction 1945–2000Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |