Inizi a leggerlo molto interessata e incuriosita per le vicende di famiglie altoborghesi che, nell'appena nata Italia unita che, come ogni sconvolgimento epocale andava sparigliando le carte dei preesistenti ordini socioeconomici, si univano per matrimonio alle nobiltà locali, decadute o meno, quando ben presto ti sembra storia nota: riconosci qualcosa di cui hai già letto, fai qualche ricerca e sbam: ti ritrovi a leggere la storia manco troppo romanzata della famiglia Feltrinelli, Giangi diventa Giampi, qualcosa è vero, qualcosa è inventato, qualcosa è modificato ma in sostanza ti ritrovi in almeno due guerre ereditarie che si ripetono per tre generazioni. Fino alla noia per te, lettrice normale, che discendi da servi della gleba proprietari a malapena dei vestiti che indossavano.
Interessanti le figure di donne, ingabbiate in secondi matrimonio più o meno fortunati, che si ritrovano a gestire imperi economici dei figli di primo letto e da cui deriveranno solo faide legali e giudiziarie. Il libro però rapidamente diventa troppo didascalico, tagliando con l'accetta le vicende di alcuni personaggi e perdendosi in ripetizioni su ripetizioni nelle storie di altri. D'altronde non si possono infilare tre generazioni in una manciata di pagine senza produrre macroscopici squilibri