Al termine delle prime sei storie pubblicate su formati pocket, abbiano lasciato lo Sconosciuto ferito a morte. Magnus riprende la sua narrazione sulla rivista “Orient Express”, diretta da Luigi Berardi. La diversità del formato consente a Magnus di cambiare l’impostazione grafica, passa a quell’attenzione del dettaglio che contraddistinguerà tutta la sua produzione successiva. Nella prima storia “La fata dell’improvviso risveglio”, Magnus racconta con un’attenzione particolare al disegno l’intervento chirurgico che restituirà lo sconosciuto a nuova vita. Per non farsi mancare nulla Raviola aveva scattato delle fotografie ad un’equipe durante un’operazione. Nel secondo episodio “Full moon in Dendera”, ambientato in Egitto, Magnus utilizza il colore con un risultato eccezionale sotto il profilo estetico. Infine, l’ultimo episodio “L’uomo che uccise Che Guevara”, in assoluto quello più conosciuta dell’intera serie, è un lungo omaggio di Magnus alla vita, più che alla morte de Il Che. In questa serie di storie la posizione dello Sconosciuto diventa decisamente più sfilata; da protagonista si trasforma in spettatore. ( )