Ho appena finito di leggere il primo volume di questa serie e non so bene come esprimere al meglio le mie delusioni e perplessità. Ammetto che l'idea di comprare questo manga non mi era passata minimamente per la testa, ne avevo sentito parlare ma non me la sentivo proprio di rischiare. Se non mi fosse stato regalato probabilmente non lo avrei comprato e neanche letto. Quando mi è stato regalato ne ho quindi approfittato iniziandolo subito ma senza crearmi le mie solite aspettative. Sfortunatamente nulla è andato come avrei sperato. La storia in questo primo volumetto è semplice e immediata. Ci viene presentata la vita di una giovane coppia formata da Meguru, un ragazzo "genderless" che fa il modello e l'influencer spopolando sui social e da Wako, una ragazza che lavora in una redazione e che spesso si incasina l'esistenza (come tutte noi #Empatia). Seguiamo la coppietta nelle sfide quotidiane e lavorative e veniamo trascinati nella loro relazione. È tutto... molto bello...credo. Semplicemente... Non ho sentito niente! Mi sono piaciuti i disegni, già ho apprezzato la mangaka per la sua abilità di rendere armoniosi i volti e rendere i personaggi ancora più belli, adoro moltissimo lo stile usato anche nella sua opera più famosa "Il matrimonio di Lala" (che non ho ancora letto ma è in TBR) ma a parte questo... Non c'è stato nulla che mi abbia spinto a buttarmi fino in fondo in questa nuova "avventura". Fin da subito mi è sembrato di trovarmi di fronte l'ennesima opera "politica", uno di quei prodotti confezionati ad arte per strizzare l'occhio a una determinata minoranza e per spingere il pubblico a supportare il progetto fino alla fine, a definire l'opera bella non tanto per i suoi effettivi pregi ma per il suo messaggio positivo verso la comunità. Un'opera intoccabile perché ambasciatrice di un fine superiore. In questo caso viene portata alla luce la questione "genderless", l'essere genderfluid o non binari, un argomento molto complesso e delicato da affrontare, difficile a volte pure da spiegare a parole, un argomento spesso strumentalizzato da persone intolleranti e incapaci di accettare il prossimo etichettandolo come "diverso". L'idea di base di inserire quindi come protagonista un ragazzo genderless e non per forza vincolato agli stereotipi che caratterizzano la nostra società poteva essere geniale, un modo per lanciare un bel messaggio alla comunità e mostrare come una persona non binaria possa avere una vita normale, degli amici, degli affetti, una relazione stabile e una famiglia in grado di vedere oltre le etichette. Peccato che in questo caso... Tutto è andato a perdersi. Fin da quando ho iniziato a leggere mi è sembrato di ritrovarmi in una trappola mortale e che certi concetti venissero ripetuti forzatamente per insinuarsi nella mente del lettore e che la stessa natura del protagonista fosse così accentuata quasi a sottolineare la sua "diversità", facendo venire meno qualsiasi proposito positivo. Meguru dovrebbe essere un ragazzo che semplicemente rispetto ad altri uomini si trucca, si veste da ragazza, posta foto per i suoi follower. Meguru è una persona che esprime se stessa e lo fa senza preoccuparsi se uno smalto per unghie è da ragazza o meno, se una gonna è da donna o meno. Dovrebbe essere un essere umano che esprime la sua identità, che racconta il suo mondo ogni giorno attraverso i social senza preoccuparsi di esprimere affetto per quello che ama. Una cosa per me così semplice da sembrare scontata e banale ma che in questo volume viene sottolineata all'infinito dalla mangaka al punto da sembrare “inquietante”. Meguru per l'autrice deve essere l'incarnazione della perfezione, deve fare l'influencer h 24, deve scatenare solo reazioni positive nella gente, deve sembrare un Dio in terra ed essere in grado di far sfigurare per forza di cose la compagna Wako. Wako deve essere per forza la ragazza un po' sfigata, quella che non si sente bella perché il suo ragazzo truccato è più bello di lei, deve essere quella che si vergogna di postare una foto con il compagno perché troppo bello e deve essere sempre un passo indietro rispetto a lui. Veniamo trascinati in questo girone infernale caratterizzato da personaggi che invece di combattere gli stereotipi e le discriminazioni li alimentano senza neanche accorgersene. Il rapporto della coppia è inquietante e focalizzato sull'ossessione per la bellezza di Meguru e il suo essere così al top nonostante il suo sesso. Stando alle presentazioni la storia doveva essere dolce e romantica, divertente e riflessiva ma di tutte queste cose... Non ho trovato l'ombra. Wako è un personaggio anonimo e piazzato in scena per sottolineare l'animo "genderless" del fidanzato, deve essere quella che alimenta la passione di Meguru, quella per cui lui vuole essere sempre più bello e perfetto, è la ragazza che a scuola molti anni prima invece di avvicinarsi al suo futuro compagno dicendogli "Ciao, mi chiamo Wako, vorrei conoscerti e parlare un po' con te" si avvicina con gli occhi da pazza e se ne esce con un creepy "Sei bellissimo!!!". Una fangirl tossica che alimenta una relazione che dovrebbe essere carina e coccolosa, con tanto di “ti amo, tvb, sei bellixxxima” ma che sotto sotto.... Non ha proprio nulla di carino. Meguru sembra intrappolato nel suo mondo di perfezione, nel mondo che Wako la sua fangirl/fidanzata alimenta ogni giorno con i suoi commenti e complimenti e la stessa Wako sembra di fatto una persona giornalmente messa di fronte alla sua "normalità" alla sua "mediocrità", una giovane nella media, che ha pregi e difetti come tutti noi, ma che sembra trarre positività solo dalla consapevolezza di avere un fidanzato "kawaii" Per tutto il tempo avrei voluto qualcosa che mi spronasse a vedere la relazione tra i due come sana e positiva ma alla fine...non ci sono riuscita. Non ci sono momenti che non girino attorno al trucco, ai vestiti, al lavoro di modello, all'aspetto fisico ecc non ci sono dei momenti in cui i due gettano la maschera e semplicemente si accontentano di essere quello che sono, con tutti i pregi e difetti del mondo. Mi è sembrato di vedere il Grande Fratello con personaggi che si muovono seguendo un copione per apparire sempre al meglio o almeno sempre con il giusto cliché. Nonostante i "ti amo" di amore ne ho sentito davvero ben poco e tutto il bel messaggio che poteva essere lanciato è stato soffocato da un tentativo di ripetere sempre le stesse cose. Non so se mi spiego... Facciamo un esempio per comodità. Immaginate di essere gay e di fare coming out con due vostri amici. Quanto sarebbe fastidioso essere invitati a cena e ritrovarsi di fronte due persone che ti sorridono, ti coccolano, ti parlano per tutto il tempo continuando però per tutta la sera a dire frasi come
- Ma lo sai che mio/a cugino/a (gay dichiarato) è single? -
- Ma lo hai visto il marito di Tiziano Ferro quanto è figo?
- Quest'anno andremo al Pride!
- Da ad3sso posso scriv3rti così i m3ssaggi su Fac3book?
Facendo finta che i due non siano intolleranti teste di patata (per non dire peggio) ma siano persone incuriosite e desiderose di scoprire qualcosa di più sul magico mondo arcobaleno che le circonda e che non vogliano assolutamente offenderti.... Quanto sarebbe fastidioso e pesante sopportare un clima del genere? Quanto vi sentireste furiosi da 1 a 2000 entro l'arrivo della portata finale? Io... Sbroccherei malissimo e romperei tutti i piatti del loro servizio buono! Sarebbe pesante perché si sovraccaricherebbe una situazione che potrebbe invece essere fonte di confronto e di apertura verso qualcosa di nuovo e positivo. Una cena del genere potrebbe essere affrontata in un modo carino e delicato, si potrebbe fare domande ma nella giusta misura e senza voler per forza imporre il messaggio "Sei gay! Ti rispetto per forza! Non voglio offenderti! Non sono omofobo perché vado al Pride!" Insomma sottolineando troppo un concetto, cercando di apparire per forza politicamente corretti per non offendere nessuno, si arriva a fare l'opposto, a passare da molesti e fastidiosi ed è proprio quello che è successo secondo me con questo manga. L'idea di base ci stava ma è così ossessivo il modo in cui viene sottolineata la dipendenza di Meguru per il make up, i vestiti, il trucco, i complimenti della fidanzata ecc ed è così molesta la figura fangirleggiante di Wako da rendere il messaggio di fondo... Fastidioso, molesto e oserei dire anche un pochetto offensivo. Ci troviamo di fronte un manga che potrebbe sembrare proprio per questi suoi temi sociali intoccabile. Tocca un tema che è caro alla comunità e se qualcuno come me osa dire che il prodotto non è affatto interessante e così inclusivo come promette di essere a quel punto partono gli insulti e i "buuuuu, vergogna, intollerante! Non sai cosa neanche cosa significhi il termine genderfluid! " e... mi dispiace molto. So che sono pallosa e ho scritto un poema ma... Volevo proprio aprirmi e spiegare quello che penso di questo manga. Non voglio dire che la serie sarà tutta così... Anche perché chi ha la forza di leggere un secondo volume dopo un inizio così straziante e noioso? (Nessuno sano di mente) L'autrice deve per forza avere degli assi nella manica, deve regalare un po' di introspezione e serietà alla coppia, deve andare oltre il "Sei bella!" "No sei bello tu!" "Awwww quanto siamo belli!" deve regalare qualcosa di più e di speciale e sinceramente... Spero sia così. Dopo questo trauma non so quando andrò avanti con la serie. A dicembre dovrebbe uscire il volume 2 ma... O mi verrà regalato o lo eviterò come la peste. Che dire? Non lo consiglio. Non è da me non consigliare un'opera con un bel messaggio sociale ma in questo caso credo che il messaggio sia mostrato al pubblico in modo così fastidioso da irritare il lettore più che spingerlo a una seria riflessione. Ho trovato manga meno molesti e più significativi. Spero migliori in futuro ma... Non ci credo così tanto viste le premesse. Per me potete girare al largo e trovare altre opere decisamente più inclusive e mozzafiato, non smetterò mai di citare la poesia e perfezione (vera stavolta) di Boy Meet Maria, un'opera che dimostra come si possa andare contro ogni stereotipo senza dover snaturare per forza un personaggio o sminuirlo riducendolo a un cliché brutto!
In definitiva: Una cocente delusione che ha il solo pregio di aver un tratto gradevole e una copertina ancora più kawaii ( )