Ci sono libri che fanno male, o che comunque non fanno molto bene.
Di questo libro non mi ha fatto bene non comprenderne buona parte del linguaggio descrittivo del mondo e delle situazioni giovanili, il dover, persino io, che leggendo in lingue straniere mi affido al contesto e non prendo un dizionario manco morta, googlare qua e là. Mi sono reiteratamente chiesta se fosse giusto che io dovessi googlare leggendo un testo nella mia lingua madre, non per lesa maestà, ma proprio se fosse sano e giusto che esistano prodotti così criptici, che confermano una società a scatole e non a vasi cinesi. Ma tutto ciò che fa apprendere qualcosa è il benvenuto: ora so che esiste il k pop e so cos'è un tesseratto. Mica poco.
Questo libro però mi ha fatto male perché descrive un mondo di giovani sfiduciati, infelici, autolesionisti, incapaci di comunicare e di cui nessuno sembra cogliere lo stato di disperazione.
Ma sono davvero così i ragazzi oggi? Monadi senza contatti se non virtuali e di facciata?
Che tristezza...