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A book of memories : a novel di Péter…
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A book of memories : a novel (originale 1986; edizione 1997)

di Péter Nádas, Ivan Sanders, Imre Goldstein

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582541,031 (3.72)8
This extraordinary magnum opus seems at first to be a confessional autobiographical novel in the grand manner, claiming and extending the legacy of Proust and Mann. But it is more: Peter Nadas has given us a superb contemporary psychological novel that comes to terms with the ghosts, corpses, and repressed nightmares of Europe's recent past. A Book of Memories is made up of three first-person narratives: the first that of a young Hungarian writer and his fated love for a German poet; we also learn of the narrator's adolescence in Budapest, when he experiences the downfall of his once-upper-class but now pro-Communist family and of his beloved but repudiated father, a state prosecutor who commits suicide after the 1956 uprising. A second memoir, alternating with the first, is a novel the narrator is composing about a refined Belle Epoque aesthete, whose anti-bourgeois transgressions seem like emotionally overcharged versions of the narrator's own experiences. A third voice is that of a childhood friend who, after the narrator's return to his homeland, offers an apparently more objective account of their friendship. Together these brilliantly colored lives are integrated in a powerful work of tragic intensity.… (altro)
Utente:CorrineW
Titolo:A book of memories : a novel
Autori:Péter Nádas
Altri autori:Ivan Sanders, Imre Goldstein
Info:New York : Farrar, Straus and Giroux, 1997.
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

A Book of Memories di Péter Nádas (1986)

  1. 00
    Il tamburo di latta di Günter Grass (David_Cain)
    David_Cain: Another incredible novel of post-war Europe
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Incipit: "Il mio ultimo alloggio berlinese è stato presso i signori Kuhnert, in periferia, a Schoneweide, al primo piano di una villa ricoperta di vite americana. Le foglie della vite americana si erano ormai tinte di rosso, gli uccelli venivano a beccarne i frutti neri, era autunno. Non c'è da stupirsi se mi torna in mente, da allora sono trascorsi tre anni, tre autunni, e non andrò mai più a Berlino, non saprei da chi andare, non avrei motivo di andarci, anche per questo motivo scrivo che quello è stato il mio ultimo alloggio a Berlino, lo so.
Ho voluto io che fosse l'ultimo, e anche indipendentemente dalla mia volontà le cose si sono messe per questo verso, o è andata così, poco importa; e adesso, mentre cerco di farmi passare un fastidioso raffreddore autunnale - e perciò non ho la testa per nient'altro, ma anche con il naso pieno di muco il pensiero vaga su cose essenziali - mi consolo rievocando gli autunni berlinesi."

Questo è un libro che bisogna ri-leggere. La prima volta mi ha lasciato un po' sconcertato, con sensazioni contraddittorie. Da una parte, mi imbattevo in pagine stupende, brani che mi lasciavano senza fiato, frasi che dovevo leggere ad alta voce. Non so se è capitato a qualcuno: il testo è talmente bello e coinvolgente che si sente la necessità di rivolgersi a chi è vicino per dirgli: "Senti questa descrizione, questo periodo ..." e via con la lettura!
Dall'altra parte, la prima lettura mi ha lasciato alcune perplessità: periodi lunghissimi, con poca punteggiatura, stream of consciousness, mancanza di linearità nelle vicende, alcuni passi complessi mi hanno lasciato un po' stordito, per cui, alla fine, non capivo se era un libro meraviglioso o un libro meraviglioso, ma ... (il ma ... era tutto quello che non mi convinceva!).
Per questi motivi ho deciso di riaffrontarlo, anche perché sono un lettore che ama le sfide, i libri difficili, i "mattoni" di 500/600 pagine.
Ho ricominciato, ma questa volta mi sono armato di una matita. Nel corso della lettura, segnavo con dei + le pagine, sottolineavo le frasi più belle, cerchiavo le parole chiave, quelle emblematiche che danno il tono al racconto e alle descrizioni. Ho provato a raccordare le vicende ed i personaggi principali per non perdermi nelle loro storie.
Alla fine, quando ho riguardato i segni sulle pagine, ho visto che erano piene di +, spesso di ++ e anche di qualche +++. Insomma la meravigliosa capacità descrittiva e di narrazione ha stravinto alla seconda lettura, ridimensionando i "ma ...". Il libro è una vera matrioska, fatta di ricordi che si annidano l'uno nell'altro. In ricordo ne richiama un altro, la narrazione si spezza e percorre un sentiero diverso, poi emerge un altro ricordo che si insinua, dopo qualche pagina riaffiora il filo principale, che ancora si spezza. E' come un albero: per un po' seguiamo il tronco, ma poi siamo attratti da un ramo, poi da un altro più piccolo e così via. E' questa la complessità e la difficoltà di questo testo, ma da questo deriva anche il suo fascino, perché è proprio così che lavora la nostra mente, passando da un pensiero ad un altro, distraendosi per un dettaglio, perdendo spesso la strada principale per seguire lunghe e, a volte, labirintiche circonvoluzioni.
La storia - ma questa parola è approssimativa per un libro come questo - raccoglie, in realtà due principali filoni di memoria, riferiti ad epoche e personaggi diversi:
- memorie di Thomas, critico teatrale ungherese, nel suo soggiorno a Berlino (1)
- memorie di Thoenissen, scrittore tedesco di fine '800, ambientate prevalentemente in una località balneare nel nord della Germania (2)

All'interno delle memorie del primo protagonista (1), si intrecciano i ricordi della sua infanzia ungherese (1b)
Infine, nel penultimo capitolo sono presentate le memorie di Kriszian (3), amico di infanzia di Thomas, che rilegge, dal suo punto di vista il racconto dell'amico.

In sintesi i capitoli relativi a 1 sono:
- La bellezza della mia anomalia
- Arriva un telegramma
- Perdere e riprendere coscienza
- La stanza di Melchior nel sottotetto
- Descrizione di uno spettacolo teatrale
- Nel quale racconta a Thea la confessione di Melchior
- Fuga
In questi capitoli emergono altri personaggi rilevanti: Thea e Melchior, che con il protagonista compongono un triangolo amoroso e sessuale, denso di ambiguità. L'ambientazione è Berlinese, più esattamente a Berlino Est, con molti riferimenti al teatro (Thea è un'attrice). I passi "meravigliosi" sono: la descrizione dei coniugi Kuhner, la suggeritrice del teatro e suo marito (pp. 66-67), la perdita di coscienza in seguito alla caduta durante la passeggiata notturna sulla diga (p. 111), gli inganni della memoria (p. 218), il ritratto di Thea (p.222), la stanza di Melchior nel sottotetto (p.230), la visibilità dell'attrice famosa (p. 427), il contrasto tra esterno e interno negli edifici berlinesi (p. 453), la storia di Melchior con il maestro di violino (p. 594 e segg.)

I capitoli relativi a 2 sono:
- La nostra passeggiata in un pomeriggio di tanto tempo fa
- Dio ci tiene nel palmo di una mano
- Il seguito della nostra passeggiata nel pomeriggio
- Su un antico dipinto murale
- Table d'hote
- Le notti dei nostri piaceri segreti
In questi capitoli ci sono i ricordi delle passseggiate infantili con i genitori in una località tedesca sul mare del nord (Heiligendamm), la descrizione del padre e della madre ed i loro rapporti contrastati.
Tra i passi da segnalare: la descrizione dei genitori (pp. 40 e segg.). Troviamo qui anche il personaggio di Helene, la bella fidanzata dello scrittore, con la quale egli ha un rapporto ambiguo. Altri personaggi interessanti, il consigliere Frick, amico del padre e odiato dalla madre, e la signorina Wohlgast, l'amante del padre. Bellissimo il racconto dell'incontro con la signorina alla stazione della cittadina termale dove la famiglia di 2 trascorre le vacanza (pp 134 e segg.). Stupendo è poi tutto il capitolo Table d'hote che fa emergere ambigui rapporti sessuali e anche un delitto all'interno del lussuoso albergo termale. Questi capitoli che hanno per protagonista lo scrittore tedesco, con la descrizione della vita nella cittadina termale e nell'albergo, ricordano l'ambientazione della Montagna magica.

La parte che più mi ha affascinato e che metterei in testa a tutte è quella relativa all'infanzia e all'adolescenza di 1 a Budapest:
- Il sole splendeva languendo
- Pian piano è tornato il dolore
- Ragazze
- L'erba aveva ricoperto le tracce del fuoco
- L'anno dei funerali
In questa parte emerge il tema dell'adolescenza nei rapporti confusi e difficili nella famiglia e tra ragazzi e ragazze. C'è l'ambiguo rapporto del protagonista con il compagno Krisziàn, che ricorda l'innamoramento di Hans, il protagonista della Montagna magica, per il compagno di scuola Hippie. La vita famigliare difficile, per la malattia della madre, l'anormalità della sorella più piccola, il rapporto poco sereno tra il padre, funzionario comunista, e il resto della famiglia. Storie non chiare, nelle quali si nascondono tradimenti e segreti.
Nel capitolo Ragazze, il centro è l'adolescenza, con il primo innamoramento (Livia) da parte del protagonista, durante la cerimonia per i funerali di Stalin, le lotte ed i contrasti con gli altri ragazzi (Prem, Kalman), le prove di coraggio, la scoperta della sessualità (il corpo nudo del padre), i giochi amorosi. Le ragazze (qui mi vengono in mente le proustiane "fanciulle in fiore") sono Hedi (la più bella), Maja (la complice) e Livia (la più semplice). Interessante è anche il personaggio di Szidonia, la serva che gioca a provocare gli uomini (vedi l'episodio del bigliettaio, pp. 279 e segg.).
Gli intrecci sono complessi: Kalman, il figlio dei contadini, ama Maja, la quale gioca con lui e con il giovane protagonista, che sembra innamorato di Livia, ma è attratto anche da Kriszian. E' l'età dell'incertezza in cui tutti, a fatica, devono trovare la loro strada.
Molto coinvolgente è l'episodio dell'attacco alla tenda di Kriszian e Prem, da parte del protagonista e di Kalman. Qui il riferimento è a I ragazzi della via Paal: si tratta di una vera battaglia tra giovani che fanno le prime esperienze di vittoria e di sconfitta. L'esito tragico della famiglia del protagonista è raccontato nelle pagine finali del capitolo "l'erba aveva ricoperto le tracce del fuoco", dove oltre al padre, alla madre, al suo amante, risaltano le figure del nonno e della nonna.
I racconti sull'adolescenza si concludono con il capitolo "L'anno dei funerali", nel quale si ricordano le morti della madre e di Kalman (colpito da una pallottola nell'insurrezione del 1956) e l'addio di Hedi che lascia l'Ungheria.
E' la triste fine dell'adolescenza e i ricordi si intrecciano con i racconti che il protagonista fa a Melchior a Berlino. Interessante è il racconto dell'insurrezione di Budapest, con la descrizione della folla che si muove entusiasta nelle vie della città.

Infine nel capitolo "E' finita" è Kriszian che corregge il racconto e le memorie di 1. Tutto è rimesso in discussione ed è visto da una diversa prospettiva, dimostrando come la memoria sia sempre memoria soggettiva e incerta. Molto bella è l'ambientazione in un piccolo villaggio ungherese, dove Thomas, distrutto psicologicamente viene ospitato dall'amico nella vecchia casa delle zie, che lo adottano.

Mi rendo conto che è quasi impossibile schematizzare una trama (anche se un maggior sforzo redazionale sarebbe stato necessario da chi ha curato la pubblicazione, per facilitare la lettura). L'importante è leggerlo e rileggerlo, non ci sono scorciatoie per un libro come questo. ( )
1 vota ren47 | Jan 3, 2014 |
Had I not been reviewing it, there is no stage at which I would not have stopped reading A Book of Memories. I ached not to read it. I would have stopped happily after one page, after five pages, after a hundred and five, after seven hundred and five. My marginalia grew more and more virulently obscene, before finally drying up altogether as I lapsed into apathy. For four weeks I put myself through it; I’ve never felt such a sense of waste when finishing a book. And then, for another four weeks, I was unable to contemplate the idea of writing about it.

It’s hard to say what makes it so prodigiously unsatisfactory: length, long-windedness, evasiveness, over-structuring, mediocre expression, absence of humour, absence of voice, smugness and preachiness, the persistent withholding of such ordinary amenities as names and ages and settings and incidents, a dully and vauntingly cerebral book about bodies (how disgusted D.H. Lawrence would have been with it!), racking up more and more about less and less, semi-colons adrift in bloated and fussy prose. It is a book about sexual disloyalty or sexual distraction, written without heart and, barring two short scenes that are like a dentist’s dream of pornography (‘can swab and scrub the tight yet slippery cave of the vagina’), without sex, as portentousness and delay and sheer dropsy get in ahead of lubriciousness.
aggiunto da aileverte | modificaLondon Review of Books, Michael Hofmann (sito a pagamento) (Aug 21, 1997)
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Nádas, Péterautore primariotutte le edizioniconfermato
Goldstein, ImreTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Janssen, JacquesDesignerautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kammer, HenryTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Sanders, IvanTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Urban, TamasFotografoautore secondarioalcune edizioniconfermato
Vermeer, JohannesImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
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Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
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Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
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Elogi
Lingua originale
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DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

This extraordinary magnum opus seems at first to be a confessional autobiographical novel in the grand manner, claiming and extending the legacy of Proust and Mann. But it is more: Peter Nadas has given us a superb contemporary psychological novel that comes to terms with the ghosts, corpses, and repressed nightmares of Europe's recent past. A Book of Memories is made up of three first-person narratives: the first that of a young Hungarian writer and his fated love for a German poet; we also learn of the narrator's adolescence in Budapest, when he experiences the downfall of his once-upper-class but now pro-Communist family and of his beloved but repudiated father, a state prosecutor who commits suicide after the 1956 uprising. A second memoir, alternating with the first, is a novel the narrator is composing about a refined Belle Epoque aesthete, whose anti-bourgeois transgressions seem like emotionally overcharged versions of the narrator's own experiences. A third voice is that of a childhood friend who, after the narrator's return to his homeland, offers an apparently more objective account of their friendship. Together these brilliantly colored lives are integrated in a powerful work of tragic intensity.

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