Daniela:
La vicenda si svolge alla fine dell ’800, e sembra quasi che la stesura del del libro le sia coeva (invece è stato scritto nel 2016): lunghe descrizione delle paludi dell’Essex, dei suoi prati, boschi e fiori; incursioni quasi dickenseniane nei quartieri più poveri e malsani di Londra; personaggi abitati da sentimenti pudichi, abituati a reprimere le pulsioni; amori sognati e non vissuti. La protagonista, Cora, è una giovane vedova e ben felice di esserlo, che dopo la morte del sadico marito si trasferisce nell’Essex con il figlio (un po’ Asperger) e la bambinaia-amica del cuore- e forse di più , per cercare fossili, sperando di trovare una specie ancora sconosciuta. Ma il villaggio è sconvolto dalla paura: un drago marino, serpente alato, che nel XVII secolo era comparso in quei luoghi, sembra essere tornato, e uccide uomini e animali. Cora incontra anche il vicario locale, e un po’ se ne innamora. Pescatori superstiziosi, ricchi filantropi, un giovane medico di grandi ambizioni, una bellissima tubercolotica, e soprattutto una analisi dei sentimenti ad un tempo ingenua e approfondita ci accompagnano fino alla fine di questo delizioso romanzo che ci riporta indietro di 150 anni, nell’Inghilterra vittoriana, quando le regole si imponevano anche sui sensi. Però, contemporaneamente, un romanzo femminista. Da leggere.