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Dimentica il mio nome (2014)

di Zerocalcare

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Quando l'ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell'innocenza giovanile e l'incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. A metà tra fatti realmente accaduti e invenzione.… (altro)
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prestato ad Anna Balboni il 1-9 2021 3493690797 restituito il 28 settembre 2021
  Associazione | Sep 1, 2021 |
Il grande successo del blogger romano trova con questo lavoro un punto di sintesi, o di svolta. Una sorta di autobiografia che prende lo spunto dalla morte della nonna, una stralunata signora francese approdata non si sa come nel quartiere popolare di Rebibbia. La forza dell’autore è nel proporre in maniera originale fatti banali che, comunque, appartengono alla cultura collettiva di chi negli anni ottanta c’è nato, o cresciuto. Proprio in questo “dimentica il mio nome” si rivela un lavoro a tratti travolgente, ed a tratti noioso. La capacità artistica dell’autore di innovare il linguaggio stesso dei fumetti con l’esperienza che gli proviene dalla comunicazione in rete si scontra tal volta con l’incapacità di andare oltre i limiti di un certo tipo di cultura che sconta l’assenza di profondità. Geniale in alcuni passaggi, uno per tutti le volpi disegnate in rosso e simbolo dell’ingegno dell’uomo nel cercare di ingannare l’altro uomo, antenate dell’autore, “dimentica il mio nome” va inserito lungo il percorso di un autore che ha ancora molto da dare se riesce ad abbandonare alcuni stereotipi che limitano la qualità complessiva del suo lavoro.

Recensione del 25 gennaio 2020
Che ci posso fare se da vecchio mi appassiono a un giovane autore romano che racconta la sua generazione? Me lo leggo, anzi, me lo leggo tutto. Ho ritrovato questo libro, comprato chissà quando, passando a casa. Ce l’avevo e, probabilmente, non l’avevo mai letto. Errore; perché questa è l’ennesima conferma dello stato di grazia di Zerocalcare che riesce a raccontare con intelligenza due generazioni; anzi in questo libro ci mette la terza generazione, racconta la storia della nonna, nata nel 1923. Parte dalla morte, dal primo grande dolore di un ragazzino e così Zerocalcare ripercorre la storia del suo rapporto con la nonna, interfacciandolo con quello con i genitori. Romanza, come lui sa fare, tutta la storia, parte da una piccola bambina nata in Francia e il mistero di come sia arrivata a Rebibbia è il fulcro del racconto. Splendida l’invenzione della volpe, della bugia che si interseca con il mistero, con una sorta di setta religiosa che celebra in un bosco la vita, e non la morte, di Huguette, la mamie dell’autore. La tenerezza della vecchiaia, della perdita di memoria, i ricordi dei libri letti per farlo addormentare, le gite allo zoo, elementi di non trascurabile poesia. Bravo Calcare. ( )
  grandeghi | Jan 5, 2015 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Zerocalcareautore primariotutte le edizionicalcolato
Seban, BruneTraductionautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo originale
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Quando l'ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell'innocenza giovanile e l'incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. A metà tra fatti realmente accaduti e invenzione.

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