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Sto caricando le informazioni... The Western Canon: The Books and School of the Ages (originale 1994; edizione 1995)di Harold Bloom
Informazioni sull'operaIl canone occidentale: i libri e le scuole delle età di Harold Bloom (1994)
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Harold Bloom at his best is a rewarding and humane critic; one feels obliged to express gratitude for his many passing generosities before dismissing his Western canon with a gentle "Thank you, but no, thank you." Premi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Risorse esterne che parlano di questo libro Wikipedia in inglese (11)The author explores Western literary tradition by concentrating on the works of twenty-six authors central to the Canon. In this book, the author argues against ideology in literary criticism; laments the loss of intellectual and aesthetic standards; and tackles topics including multiculturalism, Marxism, feminism, neoconservatism, Afrocentrism, and the New Historicism. Insisting instead upon "the autonomy of the aesthetic," the author places Shakespeare at the center of the Western Canon. Shakespeare has become the touchstone for all writers who come before and after him, whether playwrights poets or storytellers, the author argues. In the creation of character, he maintains, Shakespeare has no true precursor and has left no one after him untouched. Milton, Samuel Johnson, Goethe, Ibsen, Joyce, and Beckett were all indebted to Shakespeare; Tolstoy and Freud rebelled against him; and Dante, Wordsworth, Austen, Dickens, Whitman, Dickinson, Proust, the modern Hispanic and Portuguese writers Borges, Neruda, and Pessoa are exquisite examples of how canonical writing is born of an originality fused with tradition.--adapted from jacket. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)809Literature modified standard subdivisions History, description and criticism of more than two literaturesClassificazione LCVotoMedia:
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Harold Bloom, uno dei critici letterari più famosi del Novecento, è morto il 14 ottobre 2019 a ottantanove anni. Nel 1994 pubblicò The Western Canon, Il canone occidentale, uno dei libri più discussi della critica letteraria di tutti i tempi. Nel canone Bloom elenca i ventisei autori che secondo lui definiscono e hanno fondato la letteratura occidentale. Secondo Bloom la storia della letteratura procede per contrapposizione e imitazione: gli scrittori del canone sono i rami da cui è scaturito tutto il resto. L’elenco comincia con Shakespeare, che per lui era «Dio»: «chiunque tu sia e ovunque ti trovi, è sempre davanti a te, concettualmente e quanto a immaginario».
Il Canone Occidentale attirò a Bloom molte critiche di razzismo e sessismo, per l’assenza di donne e l’affollamento di scrittori di lingua inglese. Bloom si difese parlando di Scuola del Risentimento, attribuendo le critiche alle correnti dei critici marxisti, femministi, neostorici, lacaniani, decostruzionisti, semioticisti. Sono celebri anche le sue stroncature feroci di alcuni degli scrittori contemporanei più famosi e apprezzati – Jonathan Franzen, David Foster Wallace, Doris Lessing, Toni Morrison, Dario Fo e Stephen King – e alle scelte dell’Accademia del Nobel: «L’hanno dato ad ogni idiota di quinta categoria, da Doris Lessing, che ha scritto un solo libro decente quarant’anni fa, e oggi firma fantascienza femminista, a Jean-Marie Gustave Le Clézio, illeggibile, a Dario Fo, semplicemente ridicolo».
Per Harold Bloom la biografia e le convinzioni politiche di un autore non sono criteri validi per definire il valore letterario di un testo, in cui conta solo «la forza estetica, la quale consiste primariamente di un amalgama: padronanza del linguaggio figurativo, originalità, capacità cognitiva, sapere, esuberanza espressiva»: «leggere i grandi scrittori – come Omero, Dante, Shakespeare, Tolstoj – non ci rende cittadini migliori. Tutta l’arte è completamente inutile, come diceva il sublime Oscar Wilde, che aveva ragione su tutto. Ci ha detto anche che la cattiva poesia è sincera. Se potessi, ordinerei che queste parole fossero scolpite all’ingresso di ogni università, così che ogni studente possa meditare sullo splendore di questa visione».
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