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“La Lettura” è il settimanale del “Corriere della Sera” dedicato ai libri così come si manifestano nel dibattito delle idee, nei nuovi linguaggi, nell’arte, nelle inchieste e nelle varie forme di racconto. Questa settimana mi ha colpito la rubrica dedicata ai “Percorsi”, ospite l’autrice di un libro intitolato “La bambina filosofica. Come rendersi impopolari” appena uscito per Feltrinelli Comics. Leggete la presentazione del libro qui sopra.

Una sequenza allucinante di vignette-aforismi, quanto mai feroci, abitate dal malumore delle protagonista che si chiama Vanna Vinci. Si presenta proprio con un pensiero che è un ottimo biglietto da visita: “Non potrei mai essere una cannibale … sono intollerante all’uomo”.

Poichè con il passare degli anni, chi scrive, da figlio di un tipografo post-gutemberghiano, nonchè linguista bibliomane ormai dinosauro, sono diventato un amante degli aforismi, vera filosofia di sintesi della vita.

Non potevo lasciarmi sfuggire questa ghiotta occasione per godermi la lettura di queste due pagine della rivista nella quale, in una sorta di spin-off del suo nuovo libro, sia l’autrice che la redazione presentano questo libro. Senza dubbio lo leggerò e ne godrò aforisticamente il contenuto.

Non conoscevo Vanna Vinci, mi sono avventurato in rete e sono entrato nel suo sito. Adesso so chi è. Una vera e propria scoperta. Se la volete corta, media o interminabile, la sua biografia non solo “vince” e “convince”, ma diventa memorabile nel suo estro creativo.

Ho fotografato la sua storia in tavola e spero che chi la legge saprà gustare i suoi strepitosi aforismi. Eccone alcuni:

Il problema non è quello che gli altri pensano di me … ma piuttosto quello che io penso di loro.

Se voglio fare colpo su qualcuno, lo invito a vedere la mia collezione di fallimenti.

Ogni tanto provo a fingermi normale per vedere se qualcuno ci casca.

Rivendico il diritto di contraddirmi e anche a ragione.

Non amo le perifrasi … preferisco le parolacce.

Ho scoperto che esistono figure retoriche umane.

Mi piace il torbido, ne consumo un bicchiere a pasto.

Se esco mi trucco da essere umano.

Dopo una chiacchierata preferisco disinfettarmi il cervello.

Appena posso semino un pò di semini di panico e aspetto che le piantine diano i frutti.

Soffro di diarrea psichica.

Ogni mattina mi faccio una nuotata nelle paranoie … poi faccio la doccia.

In fondo, a destra della schermata, l’aforisma finale che giustifica il titolo: “Sono grave?”. E’ la domanda che mi/vi rivolgo anch’io? Sono grave a fare letture e scoperte intelligenti di questo tipo? Io sono convinto di si. La vita è tutto un aforisma.

La radice della parola è la stessa di “orizzonte”. Il verbo greco “horizo” significa “delimitare”. Orizzonte è in origine il cerchio che si apre allo sguardo. Francesco da Buti, commentatore trecentesco di Dante, ne fece una definizione precisa: “L’orizzonte è circulo terminativo de la nostra vista”. Non meno preciso è il Tasso nel “Mondo creato”: “Quel che terminò l’umana vista / ne i tenebrosi e lucidi confini / orizonte fu detto”.

Gli aforismi hanno un “fine filosofico o teologico” e “più nascosto”. I migliori aforismi ammettono un’infinità di interpretazioni, un’inesauribilità ermeneutica”. Quindi, ciò che viene detto “richiede interpretazione” che deve essere compresa secondo precise linee tenendo presente che l’aforisma offre la massima condensazione e promette un infinito di significato.

Ma quanto più breve è l’aforisma, tanto più tempo ci si impiega a capirlo. Quelli di Vanna Vinci aiutano a vivere in leggerezza e realismo. Sono “vincenti”.

MEDIUM - https://angallo.medium.com/laforisma-%C3%A8-un-ambizione-615c24dd2668
 
Segnalato
AntonioGallo | Nov 27, 2022 |