Rywka Lipszyc
Autore di Rywka's Diary: The Writings of a Jewish Girl from the Lodz Ghetto
Sull'Autore
Opere di Rywka Lipszyc
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Informazioni generali
- Altri nomi
- Lipszyc, Rywka Bajla
- Data di nascita
- 1929-09-15
- Data di morte
- 1945?
- Sesso
- female
- Nazionalità
- Poland
- Luogo di nascita
- Lodz, Poland
- Luogo di morte
- hôpital de Groß Niendorf, Schleswig-Holstein (Probable)
- Luogo di residenza
- Auschwitz, Poland
Lodz, Poland - Attività lavorative
- diarist
- Relazioni
- Selver-Urbach, Sara (friend)
- Breve biografia
- Rywka Lipszyc was a young teenager struggling with brutal conditions of death, disease, hunger, and fear in the Łódź Ghetto in Poland during the Nazi Occupation of World War II. She and her siblings were crowded into an apartment with three orphaned young female cousins, lit by a single 15-watt bulb. She sewed in one of the Ghetto’s many small factories to earn food rations, and participated in clandestine classes. Her parents were killed: her father from a German beating and her mother from disease and malnutrition. In 1942, her brother and a sister were taken away. When the Ghetto was liquidated in 1944, Rywka survived deportation to the Auschwitz death camp, where her sister was killed; then a forced labor camp and a six-week death march to Bergen-Belsen. Hospitalized in Germany after the liberation, she was considered too sick to go to Sweden for recovery with her cousins. She filled out a Displaced Persons card, saying she wanted to go to Palestine. Then she disappeared and her fate is unknown.
Her diary, written between October 3, 1943, and April 12, 1944, was found in 1945 in the ruins of Auschwitz by a Russian doctor, who took it back to the Soviet Union. Some 70 years later, The Diary of Rywka Lipszyc: Writings of a Jewish Girl from the Lodz Ghetto, edited by Anita Friedman, was originally published by Jewish Family and Children’s Services of San Francisco, in partnership with Lehrhaus Judaica.
Utenti
Recensioni
Statistiche
- Opere
- 1
- Utenti
- 66
- Popolarità
- #259,059
- Voto
- 3.5
- Recensioni
- 2
- ISBN
- 13
- Lingue
- 6
Rywka Lipszyc ha solo quattordici anni. Ogni giorno deve farsi strada tra le recinzioni di filo spinato, incalzata dalle armi dei soldati e dagli ululati laceranti dei cani. Dopo la morte dei genitori, è lei a prendersi cura della sorellina Cipka. La sua città, la casa che tanto amava, gli amici di scuola, sono ormai un pallido ricordo; al loro posto ci sono il lavoro, il freddo, la fame, gli orrori del ghetto e della segregazione. In mano Rywka stringe l'unica cosa che è rimasta veramente sua: il suo diario, l'unica illusione di speranza e di salvezza da un nemico che, semplicemente, vuole che il suo popolo smetta di esistere. In queste commoventi pagine prende vita il ritratto di una bambina costretta ad affrontare l'impossibile compito di diventare donna in un mondo dominato dalla violenza e dall'ingiustizia. Ma Rywka deve resistere. Per sé stessa, per la sua famiglia, per le tante persone che, a rischio della loro stessa vita, ogni giorno le offrono aiuto. E l'unico modo per resistere è non smettere di sognare: la libertà per sé e per Cipka, una casa, un piccolo studio avvolto dall'ombra della sera, una penna, qualche foglio bianco per coltivare la sua più grande passione, la scrittura. Sogni che le danno la forza, nonostante la sofferenza che la circonda, di emozionarsi per il ritorno della primavera, per la lettura di un libro, per il calore di un sorriso che arriva inaspettato. Ritrovato nella primavera del 1945 tra le rovine dei crematori di Auschwitz, il diario di Rywka Lipszyc è stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2014, suscitando un'intensa ondata di commozione e interesse. Nulla, invece, si sa della sorte della piccola Rywka, se non che è sopravvissuta – forse solo per pochi mesi – alla guerra. Questo diario, documento di inestimabile valore storico e umano, è oggi l'unico modo di conoscere il più drammatico frammento della storia della sua vita, e di ascoltare la sua voce mentre si unisce al coro delle testimonianze dei sopravvissuti all'Olocausto. (fonte: retro di copertina)… (altro)