Didier Lefèvre

La proposta editoriale è estremamente intrigante; un albo importante dove a corredo del disegno ci sono le fotografie, deputate a documentare la veridicità della storia. I protagonisti sono tutti francesi, l’attore principale è Didier Lefrevre, fotoreporter d’assalto, e la storia ha come proscenio l’Afghanistan durante l’occupazione sovietica. Didier partecipa ad una spedizione di medici senza frontiere, con la quali passa, illegalmente, la frontiera dal versante iracheno per dirigersi verso l’interno, dove i compagni di viaggio installeranno un campo medico. Straordinario è il racconto del viaggio di ritorno che l’autore farà da solo lungo le montagne afgane, in compagnia di un mulo che non sa caricare. Sicuramente è un lavoro molto interessante, per la storia, ed innovativo, per l’uso estremamente intelligente della fotografia a supporto della storia. La prefazione del solito Adriano Sofri poco mette e poco leva, ma fa parte di quel necessario corredo intellettuale cui l’intelligentia di sinistra non riesce a rinunciare. Il racconto assume spesso la forma di un’opera cinematografica, a seguito dell’utilizzo delle foto, e questo rende ancora più appetibile la lettura. Dall’amica di Didier, la dottoressa Juliette Fournot, francese nata a Kabul lezioni semplici di integrazioni tra culture, lontane anni luce dalle ragioni dei forti che danno luogo alle mille guerre che devastano il pianeta. Insomma, un ottimo lavoro.… (altro)