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Recensioni

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José Daniel Fierro, convinto democratico e indolente scrittore di romanzigialli, si ritrova catapultato nei panni del capo della polizia di Santa Ana,sgangherata cittadina mineraria del Nord messicano in mano a latifondisti euomini senza scrupoli, "dediti al messicanissimo mestiere di uccidere sucommissione". Con il distintivo dell'Uomo Ragno sul petto, una squadra dibalordi al suo fianco e svariati cadaveri sul suo cammino, Fierro scopriràtutto senza risolvere nulla, perché il caso preferirà svelarsi da sé. Diario,epistolario e avventura si mescolano in questo romanzo iperreale, una"ensalada de fruta" fresca d'umori e colori, ma dove qualche "hijo de puta hainfilato un peperoncino
 
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kikka62 | 4 altre recensioni | Mar 18, 2020 |
La biografia di Pancho Villa, il rivoluzionario messicano entrato nella leggenda, scritta nello stile di Paco Taibo, che in tanti anni di ricerche ha dipanato un groviglio di aneddoti, dicerie, falsità o mitizzazioni. Un affresco della più complessa rivoluzione - la prima del XX secolo - seguendo la vita avventurosa, temeraria e tormentata dell'uomo che si chiamava in realtà Doroteo Arango, bandito per ribellione ai soprusi dei latifondisti divenuto generale della División del Norte, un esercito talmente disciplinato e ben organizzato da suscitare all'epoca l'interesse di osservatori militari europei e statunitensi. Questo libro ricostruisce le peripezie, dai particolari più stravaganti alle imprese memorabili, di un uomo sagace e imprevedibile, illetterato che fondò scuole in tutti i territori conquistati, astemio in un ambiente di forti bevitori, dallo sguardo magnetico.
 
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infoshoplatalpa | 1 altra recensione | Aug 18, 2015 |
Qualche volta la somma non fa il totale. Il messicano (nato in Spagna) Taibo omaggia a un secolo dalla scomparsa Salgari, una delle passioni della sua infanzia poi mantenutasi inalterata anche nell’età adulta, scrivendo una sorta di ‘Vent’anni dopo’ dedicato al ciclo più famoso dello scrittore, italiano, quello dedicato ai pirati della Malesia. Ne esce un roamnzo di puro intrattenimento, in cui l’avventura si snoda senza soste e con un voluto disinteresse per le incongruenze storiche (con tanto di eventi reali anticipato o posticipati per farli rientrare nell’arco temporale della storia): c’è davvero di tutto e di più in queste pagine, inclusi un sottomarino e un mirabolante duello aereo, e la noia è senza dubbio bandita tra trappole evitate per un soffio e assalti all’arma bianca. D’altra parte, però, non si riesce mai ad appassionarsi davvero: le situazioni scorrono in attesa di un ‘click’ che non arriva, impedendo così al lettore di farsi coinvolgere dalle vicende che gli scorrono davanti agli occhi – come invece accade con Salgari. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che, in queste oltre trecento pagine, c’è davvero di tutto e di più e una tale sovrabbondanza costringe l’attenzione a saltabeccare di qua e di là, finendo per disorientare. Si ha l’impressione che la dedizione del fan abbia preso la mano allo scrittore che, dopo essersi attentamente documentato, ha cercato d infilare tutte le citazioni possibili: il risultato è una narrazione molto frammentata, come testimonia anche una struttura fatta di capitoli brevi quando non brevissimi, che esagera con i colpi di scena. Nel genere, la coerenza narrativa soccombe spesso al gusto dell’azione pura e semplice, ma le troppe rivelazioni finiscono per nuocere all’equilibrio complessivo. Meno fondamentale è invece la questione della modernizzazione di personaggi e situazioni: il linguaggio è attuale e perciò ben più agile di quello di Salgari e a guadagnarne sono soprattutto i dialoghi, ma il turpiloquio posticcio risulta fastidioso, specie perché una parolaccia ogni ottanta pagine non ha granchè senso. Come superflui sono la scena nel bordello e la parte che riguarda la Comune di Parigi: va bene che il sottotitolo parla da solo (‘più antimperialiste che mai’) ma la connotazione esplicitamente politica al terzo o quarto accenno fa venir voglia di dire ‘ok, abbiamo capito’. Ciò non toglie che poter tornare a passare alcuni giorni in compagnia di Sandokan, Yanez (impagabile la sequenza di proverbi cinesi snocciolata dal portoghese) e compagnia ribelle sia assai divertente, navigando liberi in un Oceano Indiano un po’ reale e un po’ di fantasia. Si finisce per imbattersi pure in un Arcinemico che esce da una saga ben diversa, ma nel farlo l’autore finisce per contraddirsi: se ‘i miti non muoiono mai’ perché il dottor Moriarty defunge due decenni prima di cominciare a duellare con Sherlock Holmes? (Che si tratti di un parente?)
 
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catcarlo | Oct 8, 2014 |
L'autore ha raccolto dodici storie di rivoluzionari del Novecento: eroi perlopiù anonimi dei quali la storia ufficiale sembra aver dimenticato le gesta.
Ci sono i muralisti messicani al seguito di Diego Rivera, che dipingono pareti immortali mentre si scontrano con gli studenti reazionari; un caparbio
sindacalista di Acapulco ucciso e resuscitato due volte per trionfare alle elezioni; un Robin Hood bolscevico che assalta fabbriche in Germania per
spartire il bottino con gli operai; un veneziano blasfemo soprannominato Malabocca, che con i suoi insulti contribuisce alla vittoria nella battaglia
di Guadalajara, durante la guerra di Spagna.
 
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edascenzi | Apr 23, 2010 |
IDEALISMO RIVOLUZIONARIO INCARNATO

Questo ponderoso volume (858 pg, compreso le note per ogni capitolo e la ricca bibliografia) è senz’altro una delle migliori biografie del Che.
Scritta appassionatamente, con una ricchezza di testimonianze di amici e compagni di guerriglia, e di citazioni dagli scritti dello stesso Che durante il suo percorso di vita e di guerrigliero rivoluzionario.
Le sue idee, convinzioni, scelte, comportamenti anche i più banali come girare con gli anfibi allacciati a metà perché sempre di corsa, l’insonnia, le letture, le incazzature, l’asma, la scarsa pulizia personale, ma e soprattutto le idee e convinzioni politiche dettate da un’acuta coscienza sociale che lo portarono ad agire il cambiamento sempre in prima linea che fosse come guerrigliero o come membro del governo. Uomo senza mezze misure, abitato da un rigore intransigente che non ammetteva compromessi, tentennamenti o scusanti.
Ha veramente incarnato un certo ideale rivoluzionario assumendosi consapevolmente tutte le responsabilità che tale ruolo comportava sino alle sue estreme conseguenze.
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Pandora59 | 2 altre recensioni | Apr 23, 2009 |
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