John Gribbin
Autore di In Search Of Schrodinger's Cat: Quantum Physics and Reality
Sull'Autore
John R. Gribbin (born 19 March 1946) is a British science writer, an astrophysicist, and a visiting fellow in astronomy at the University of Sussex. The topical range of his prolific writings include quantum physics, human evolution, climate change, global warming, the origins of the universe, and mostra altro biographies of famous scientists. He also writes science fiction. In 1984, Gribbin published In Search of Schrödinger's Cat: Quantum Physics and Reality, the book that he is best known for, which continues to sell well even after years of publication. At the 2009 World Conference of Science Journalists, the Association of British Science Writers presented Gribbin with their Lifetime Achievement award. (Bowker Author Biography) John Gribbin, visiting fellow in astronomy at the University of Sussex. He is married to Mary Grivvin, also a science writer. (Publisher Provided) mostra meno
Serie
Opere di John Gribbin
L' avventura della scienza moderna: i protagonisti, le loro scoperte, le loro vite spesso straordinarie (2002) 743 copie
The Scientists: A History of Science Told Through the Lives of Its Greatest Inventors (2003) 736 copie
The Matter Myth: Dramatic Discoveries That Challenge Our Understanding of Physical Reality (1991) 379 copie
The Fellowship: Gilbert, Bacon, Harvey, Wren, Newton, and the Story of a Scentific Revolution (2005) 260 copie
In the Beginning: After Cobe and Before the Big Bang (In the Beginning (Bay Back Books)) (1994) 149 copie
The Omega Point: The Search for the Missing Mass and the Ultimate Fate of the Universe (Bantam New Age Books) (1987) 115 copie
Fitzroy: The Remarkable Story of Darwin's Captain and the Invention of the Weather Forecast (2003) 95 copie
Six Impossible Things: The ‘Quanta of Solace’ and the Mysteries of the Subatomic World (2019) 82 copie
Eight Improbable Possibilities: The Mystery of the Moon, and Other Implausible Scientific Truths (2021) 9 copie
Reunião 1.º Vol. 2 copie
Reunião 2.º Vol. 2 copie
The Carbon Papers {short story} 1 copia
Egyedül vagyunk! 1 copia
Other Edens [short fiction] 1 copia
The Future of Life 1 copia
Unbegotten Child 1 copia
L'Avventura della scieza moderna 1 copia
John Gribbin 1 copia
Il pianeta che respira: lo studio del clima e della sua evoluzione attraverso il dibattito scientifico (1988) 1 copia
Fisika Modern 1 copia
Opere correlate
Stepping Through the Stargate: Science, Archaeology and the Military in Stargate SG1 (2004) — Collaboratore — 103 copie
3 Minute Stephen Hawking (His life, theories, and influence in 3 minute particles) (2012) — Prefazione — 58 copie
3-minute Einstein: Digesting His Life, Theories, and Influence in 3-minute Morsels (2011) — Prefazione — 57 copie
Analog Science Fiction/Science Fact: Vol. XCVII, No. 2 (February 1977) (1977) — Collaboratore — 30 copie
Analog Science Fiction/Science Fact: Vol. XCVIII, No. 2 (February 1978) (1978) — Collaboratore — 26 copie
Analog Science Fiction/Science Fact: Vol. XCVI, No. 3 (March 1976) (1976) — Collaboratore — 25 copie
Analog Science Fiction/Science Fact: Vol. CVI, No. 13 (Mid-December 1986) (1986) — Autore, alcune edizioni — 18 copie
Etichette
Informazioni generali
- Nome canonico
- Gribbin, John
- Nome legale
- Gribbin, John R.
- Data di nascita
- 1946-03-19
- Sesso
- male
- Nazionalità
- UK
- Luogo di nascita
- Maidstone, Kent, England, UK
- Luogo di residenza
- England, UK
- Istruzione
- University of Sussex (BS|physics|1966|MS|astronomy|1967)
University of Cambridge (PhD|astrophysics|1971) - Attività lavorative
- physicist
science writer
astronomer
astrophysicist
journalist
science fiction writer - Relazioni
- Gribbin, Mary (wife)
- Organizzazioni
- University of Sussex
- Premi e riconoscimenti
- Fellow, Royal Society of Literature (1999)
Association of British Science Writers Lifetime Achievement award (2009) - Breve biografia
- Wiki:
John Gribbin graduated with his bachelor's degree in physics from the University of Sussex in 1966. Gribbin then earned his master of science (M.Sc.) degree in astronomy in 1967, also from the Univ. of Sussex, and he earned his Ph.D. in astrophysics from the University of Cambridge (1971). As a science writer, he has worked for the science journal Nature, and the magazine New Scientist and has written for The Times, The Guardian and the Independent as well as their Sunday counterparts and BBC radio.He is best known for his book In Search of Schrödinger's Cat (1984).
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Ero colpito di notare quanto mio figlio insisteva nel parlare di “impronta climatica” o di carbon footprint (impronta di carbonio), misura che esprime il totale delle emissioni di gas ad effetto serra espresse generalmente in tonnellate di CO2, ma senza però una precisa conoscenza di come tale sensibilità si sia sviluppata negli anni e quali problemi già si erano portati all’attenzione, dei meccanismi che hanno dato origine alle grandi glaciazioni, della genesi dell’effetto serra o dei buchi nello strato di ozono che circonda il nostro pianeta. Insomma, sentivo l’esigenza di fargli comprendere anche la percezione della mia generazione sui cambiamenti climatici e su quello che noi chiamavamo semplicisticamente “inquinamento”, così come le affascinanti teorie sulla Terra vista come un unico grande e complesso organismo vivente: Gaia. Di gran moda negli anni Ottanta.
Ecco allora che mi sono ricordato di un saggio pubblicato nel lontano 1988 (trentacinque anni orsono) dal titolo “Il pianeta che respira” in cui, John Gribbin, s’era preso la briga di coordinare e rendere accessibili ad un pubblico più vasto una serie di interessanti interventi scientifici su questo argomento. Il saggio, ed è giusto sottolineare che di questo si tratta e non di un manifesto ecologista o di una biografia di contestazione del sistema, è un’antologia di articoli sul clima ed i suoi effetti antropici, tratti da New Scientist. Ed è forse il rigore della scienza che quasi impone, in questo libro, di decolorare al massimo l’aspetto politico. Non è un caso quindi che le implicazioni sociali e umane di quanto è raccontato vi compaiano molto stemperate, ma proprio per questo appaiono più efficaci. Ciò però non significa che tale argomento sia ignorato, anzi una parte del saggio pone proprio l’attenzione ai riflessi politici, economici e militari dei rapporti tra uomo e clima.
Per chi non lo conoscesse, New Scientist, come settimanale “scientifico” vide la luce nel novembre del 1956, grazie ad un gruppo di giornalisti e di scienziati il cui obiettivo era quello di trattare tematiche scientifiche e di ricerca. La formula non era certo divulgativa e, come ha scritto Enrico Guazzoni che cura la prefazione del libro di cui parlo, “non concedeva nulla alla moda o all’evasione”. Tuttavia esso ha reso disponibili tantissime notizie sul mondo della scienza e della tecnica, sdoganandole dal limbo accademico, senza trascurare curiosità e stranezze, col piglio di autori di grande livello tra i quali non pochi premi Nobel, buttando nella mischia anche nuove teorie, fortemente criticate prima di diventare il paradigma comune.
Nato nel 1946, John Gribbin, si è laureato in astrofisica all’Università di Cambridge. È autore di numerosi best-seller sempre nell’ambito della divulgazione scientifica; i suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue e hanno ricevuto premi e riconoscimenti sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. Con cura egli ha attinto dunque ad uno dei pilastri della diffusione della cultura scientifica nel mondo, una testata che ha saputo fare la cronaca della “storia in atto”. E ciò non è poco. La prima parte del libro ci presenta l’ipotesi, davvero affascinante di Gaia e ci parla della storia dell’atmosfera terrestre. Il padre scientifico di Gaia è lo scienziato inglese James Lovelock che ha formulato l’idea della Terra come organismo, un teoria nata già nel periodo delle prime esplorazioni spaziali e, che pur avendo sollevato molte controversie, è piaciuta molto alla mia generazione; un’ipotesi che ha generato articolate suggestioni nella direzione di una percezione del pianeta come un sistema unitario. Un pensiero che, forse, ci ha illuso di poter contare su una sorta di reattività anticorpale al cambiamento e che, col senno di poi, pare più filosofico che scientifico.
Il saggio si sofferma sui cambiamenti climatici naturali e, a rileggerlo oggi a distanza di oltre trent’anni, ci propone le prime esaustive analisi delle cause della siccità che già andava diffondendosi nel mondo, facendoci riflettere su cosa si poteva fare e su cosa non siamo stati in grado di fare, sottovalutando probabilmente la gravità della situazione. C’è poi una sezione importante che tratta della fascia d’ozono e dei pericoli prodotti dalla sua distruzione, una serie di informazioni che consentono ora di meglio comprendere, a chi non lo ricorda, il perché di alcuni provvedimenti di messa al bando di sostanze letali per la barriera di ozono.
“La tecnologia moderna e le nuove pratiche agrarie hanno elevato la capacità produttiva dei terreni agricoli nel mondo, precedendo talora lo sviluppo demografico: ciò tuttavia non è di grande sollievo per le popolazioni che muoiono di fame nel Sahel o in Etiopia in seguito a modificazioni climatiche di cui noi europei abbiamo grande responsabilità, non ovviamente nel senso che siamo responsabili del fatto che per anni non piove, bensì per avere praticato per secoli la monocoltura e avere così impoverito il suolo e averlo messo alla mercé di una desertificazione dilagante, che sta distruggendo le aree coltivabili del nostro pianeta a una velocità spaventosa e di cui non ci accorgiamo solo perché siamo volutamente miopi, anche nei confronti di quegli eritrei che in sempre maggior numero affollano le nostre metropoli per sfuggire alla guerra e al deserto avanzante.”
Nulla in questo saggio è stato dimenticato: le piogge acide quale conseguenza delle trasformazioni ambientali, i problemi legati all’aumento di tenore dell’anidride carbonica, responsabile dell’effetto serra e le trasformazioni climatiche legate complessivamente all’inquinamento atmosferico. C’è persino un apocalittico, fantascientifico scenario in cui
si valutano gli effetti di una manipolazione del clima che rischierebbe di innescare effetti incontrollati su scala planetaria.
Riprendendolo tra le mani oggi è possibile ritrovare la modalità con cui questi temi apparvero a suo tempo. Sorprende poi notare come le domande che ci si poneva in quell’epoca (gli oceani e le foreste pluviali assorbiranno l'eccesso di anidride carbonica? La temperatura media annua del nostro pianeta si innalzerà anche solo di pochi gradi? Ci sarà uno scioglimento dei ghiacci polari, con conseguente innalzamento del livello dei mari?) suonano oggi come delle affermazioni e non più come dei quesiti, come delle drammatiche, irreversibili certezze, ben esplicitate in libri come “La nostra casa è in fiamme” dell’attivista Greta Thunberg.
Pur essendo oggi un testo datato (comunque un battito d’ali rispetto ad un’era geologica), esso mantiene intatto, con i suoi dati e i suoi grafici, il suo valore didattico, ancor più se si vuole tentare un’analisi storica critica su cosa si poteva fare e non si è fatto pur sapendo cosa stava accadendo. Esso prende per mano il lettore e gli fa percorrere il cammino della scoperta e dell’ipotesi, ci offre le contraddizioni della scienza, le opposte e contrapposte ragioni e gli interessi. Rende più ricche le nuove generazioni e fa riflettere le vecchie sulle risposte che già si poneva e che, come già si scriveva allora “ognuno deve cercarsele nella propria attività quotidiana, magari evitando di usare la macchina e sostituendola con la bicicletta o nel non usare gli spray. Piccole cose che possono creare grandi impegni”.
Pubblicato su: https://www.territoridicarta.com/blog/il-pianeta-che-respira-lo-studio-del-clima...
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