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Data di nascita
1966-06-19
Nazionalità
Italy
Luogo di nascita
Alessandria, Piedmont, Italy
Attività lavorative
journalist
write

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Il nuovo libro di Mario Giordano è un invito, per chi sa leggere, a non farsi rovinare la vita dai “Tromboni”. Sono molti i “trombati”. Nelle pagine del libro, davvero non si contano le innumerevoli situazioni nelle quali, noi poveri “trombati”, continuiamo ad essere vittime di ogni forma di falsità.

Questo libro nasce, come del resto tutti i suoi precedenti, “fuori dal coro”. Lui, Mario Giordano, padre di quattro figli, sposato per giunta da ben trenta anni sempre con la stessa moglie, come lui stesso scrive, continua a navigare tra sanguisughe, avvoltoi, pescecani, vampiri e sciacalli. Questa volta ci parla dei “tromboni”.

Chi sono mai questi? Basta ricordare quello che diceva, in una scenetta, il grande Totò, al cavalier Trombetta riferendosi a suo padre, proprio con questa parola: «Chi è che non conosce quel trombone di suo padre?», cioè un “colui” che si sente sempre pieno di sè e che sproloquia a tutto spiano su tutto.

Giordano sembra proprio che li conosca tutti. Li ha catturati nella sua rete informativa, osservando rigorosamente le regole del classico canone su cui dovrebbe poggiare la comunicazione umana: chi sono, cosa pensano, quando trombano, dove sproloquiano, perchè lo fanno.

Democrazia, Economia, Scienza, Ambiente, Bontà, Giustizia, Giornalismo sono le “isole” sulle quali Giordano ha catturato i suoi “tromboni”, pescandoli dal mare magnum della moderna comunicazione. Tutte “isole” che non esistono, se non in forma liquida, pura informazione, ma zero conoscenza.

Ho letto in anteprima la versione Kindle del libro e mi sono reso conto che questo libro va letto in versione cartacea. E’ in gioco il perenne conflitto tra informazione e conoscenza, interpretati in chiave moderna dal digitale e dal cartaceo.

Uno dei miei poeti preferiti si pose in anteprima, quasi un secolo fa, il tema del conflitto. Lo fece a suo modo in maniera poetica. Il poeta e scrittore anglo-americano T. S. Eliot si fece queste domande:

“Dov’è la vita che abbiamo perso vivendo? Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza? Dov’è la conoscenza che abbiamo perso nelle informazioni?“

Correva l’anno 1934 ed era una voce in anticipo sui tempi di oggi. Il libro di Giordano va letto, studiato e conservato come una testimonianza scritta e documentata per farla diventare conoscenza, salvandola dalla volatilità liquida del digitale.

Informazione è tutto ciò che è riconducibile, riportabile e trasformabile in dati, dal latino datum-data. Essa concorre a formare la conoscenza che, a sua volta, diventa qualcosa-altro che si sviluppa nella mente e nel corpo di chi riceve e conosce questi dati.

In estrema sintesi, l’informazione tecnologica gestisce in maniera digitale tutto ciò che vive ed esiste e lo trasforma in digits. Un digit è una cifra, un elemento di un insieme che, preso nel suo insieme, comprende un sistema di numerazione.

Pertanto, una cifra è un numero, in un contesto specifico. Nel sistema di numerazione araba decimale (base 10), le cifre sono gli elementi dell’insieme {0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9}.

La scrittura, (all’origine fatta di segni che indicavano lettere, le quali, messe insieme, formano le parole), in questo modo diventa numeri trasformati in impulsi elettrici. Questi formano il testo che leggiamo sullo schermo del pc o del cellulare.

La tecnologia della informazione (IT) fa scorrere questo infinito fiume della comunicazione sugli strumenti che ci mette a disposizione. Un fiume che non ha mai la stessa acqua, nella quale noi ci immergiamo ogni giorno.

«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va”.

Eraclito lo sapeva bene, anche se non aveva il cellulare. Io, ogni mattina, leggo il giornale sul cellulare, mi illudo di ricevere conoscenza, ma resto però sempre all’asciutto. Se voglio bagnarmi, devo conoscere quello che ho letto e che mi è soltanto scivolato addosso. Sono stato soltanto informato. Se voglio conoscere veramente, mi compro il testo cartaceo.

Dante la chiamava “canoscenza”. Se voglio veramente conoscere, devo fare mio ciò che leggo, sviluppando nella mente, nel corpo e nel comportamento ciò che conta e mi interessa. Questo, il figlio dinosauro di un genitore tipografo post-gutemberghiano, quale mi ritengo di essere, lo sa bene.

Il digitale fa informazione, il cartaceo fa conoscenza. Entrambi fanno nascere un nuovo tipo di lettore in cerca, ovviamente, della Verità. I libri denunzia come questo di Giordano possono passare dal catalogo dell’editore al casellario giudiziario. Ogni vero cambiamento può avvenire soltanto con la conoscenza. Che può essere anche un giornale o un libro sul cellulare, meglio se in cartaceo.

In una delle recensioni del libro fatte sul sito di Amazon ho letto la breve nota di un lettore il quale definisce il libro “senza senso … come sempre una distorsione della realtà” e gli assegna una sola stella. Ecco come i tromboni allevano i trombati e li fanno diventare trombette…
… (altro)
 
Segnalato
AntonioGallo | Jul 5, 2022 |

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