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Narcissus and Goldmund di Hermann Hesse
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Narcissus and Goldmund (originale 1930; edizione 2009)

di Hermann Hesse (Autore)

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6,369791,521 (4.06)1 / 65
Nel Medioevo leggendario del cattolicesimo monastico si snoda la storia dell'amicizia fra il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al riparo dalle insidie del mondo e della storia, e Boccadoro, l'artista geniale e vagabondo, tentato dall'infinita ricchezza della vita e segretamente innamorato anche della sua caducit© . Ripercorrendo una delle epoche storiche che pi©£ gli sono congeniali, Hermann Hesse riflette sul tema, centrale nella sua poetica, del contrasto fra natura e spirito, fra eros e logos, fra arte e ascesi, alla ricerca di una loro possibile integrazione. "Narciso e Boccadoro" pone cos©Ơ al lettore - in un'accattivante, limpida fusione di favola simbolica e romanzo picaresco - i grandi, inquietanti interrogativi sulla condizione dell'uomo contemporaneo.… (altro)
Utente:Jdubbs
Titolo:Narcissus and Goldmund
Autori:Hermann Hesse (Autore)
Info:Blackstone Audio, Inc. (2009)
Collezioni:La tua biblioteca, In lettura
Voto:
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse (1930)

  1. 30
    Il filo del rasoio di W. Somerset Maugham (CGlanovsky)
    CGlanovsky: A young man on a journey, both literally and spiritually. Philosophical.
  2. 00
    Demian di Hermann Hesse (MaskedMumbler)
  3. 00
    Memories of a Butterfly di Ivan Vlasov (olonec)
    olonec: book about an artist's path
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 Fine Press Forum: Fine editions of Hesse or Hašek?9 non letti / 9stopsurfing, Ottobre 2022

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Narciso e Boccadoro non è un libro, è una metafora. Una lunga metafora. Ma è anche una storia, una storia di amicizia, di amori, di passioni, di arte, di boschi, di lune e di inverni. E’ la vita di un ragazzo, dai riccioli biondi e dal sorriso ingenuo, Boccadoro, che arriva in un convento per ricevere un’istruzione. In questo convento incontra Narciso, un giovane maestro, di poco più grande di lui; l’affinità è immediata. Le loro due anime si cercano a lungo: Boccadoro vuole conquistarsi la simpatia del maestro, di cui ammira le ampie doti di erudizione e di profondità intellettuale, nonché di ricchezza spirituale. Narciso vede nel ragazzo un’indole inquieta, una sofferenza lancinante sepolta nei recessi del suo cuore: è l’amore per la madre che a mala pena ricorda, ma che per tutta la vita tenterà di recuperare e portare alla luce. Dopo qualche anno i due diventano amici e la confidenza aumenta. Un giorno Narciso, vedendo Boccadoro estremamente irrequieto, volendo aiutarlo a trovare la sua strada, lo chiama sé e gli apre gli occhi:

“Io ti prendo sul serio quando sei Boccadoro. Ma tu non sei sempre Boccadoro. Io non mi auguro altro se non che tu divenga Boccadoro in tutto e per tutto. Tu non sei un erudito, tu non sei un monaco … per far un erudito ed un monaco basta una stoffa meno preziosa della tua”.

Il colloquio ha su Boccadoro un effetto drammatico. Scuote il ragazzo in ogni sua fibra, lo attraversa come un fulmine, spossandolo. Narciso sa bene che questo male è necessario per l’amico e non gli risparmia parole di fuoco. Vuole a tutti i costi che Boccadoro realizzi se stesso nel modo giusto, non nel modo imposto dal padre, che voleva far di lui un uomo di chiesa. Narciso, da gran conoscitore della psiche, capisce che le ansie di Boccadoro sono legate alla madre, prematuramente scomparsa, da cui Boccadoro ha ereditato lo spirito inquieto e gitano. Queste saranno le parole decisive di Narciso:

“Le nature come la tua, dotate di sensi forti e delicati, gli ispirati, i sognatori, i poeti, gli amanti sono quasi sempre superiori a noi uomini di pensiero. La vostra origine è materna. Voi vivete nella pienezza, a voi è data la forza dell’amore e della esperienza viva”.

Boccadoro decide di intraprendere un viaggio, una peregrinazione senza mèta, alla ricerca della figura materna, del senso pieno della vita. E incontra tante persone, tante donne, da cui ha tante notti di sospiri e voluttà, da cui e a cui dona amore. Vive anni di piaceri, di godimenti e appagamenti dei sensi credendo di poter un giorno rivedere l’amico e la madre. Boccadoro compie il percorso di tutti, combattendo le paure di ognuno, vedendo in ogni sogno e in ogni veglia la morte, la danza macabra della peste, la bestialità dell’uomo, l’effimera durata del dolore come del piacere. Infine approda sulla sponda sicura dell’arte con la quale crede di poter sconfiggere la Grande Mietitrice. E’ ossessionato dal incomprensibilità del mondo, secondo lui fatto male, ma sappiamo che spesso il disprezzo deriva da un grande amore non corrisposto. Boccadoro invecchia, impara ad intagliare sculture nel legno presso un anziano scultore, rimane colpito dalla bellezza delle statue sacre, dal volto polito della Madonna visto in una chiesa, che gli sembra così simile a quello della madre di cui però ricorda sempre meno il volto e che diventa ormai una donna, una Madre Primigenia, con le facce di tutte le donne che ha amato e da cui è stato amato.

Verso gli ultimi anni della sua vita, dopo tutta l’esperienza fatta in giro per la Germania, in una vita errabonda, dopo aver vissuto ogni sorta di situazione: l’adulterio, l’omicidio, la lussuria; e soprattutto aver visto in faccia la Morte, Boccadoro ritorna al convento dove ritrova Narciso, il suo grande amico.

E’ per me la storia di una splendida amicizia, quella che dura per sempre, tra due anime opposte che si completano perfettamente, in cui ciascuna si arricchisce dell’altra. Lo Spirito, Narciso, trae dall’amico Boccadoro, la pienezza della Vita e dell’Amore, e il biondo eterno ragazzo viene guidato dall’ascetico abate alla tranquillità interiore, sapendo che entrambi per quanto lontani saranno, non smetteranno mai di pensare l’uno all’altro. Dirà Boccadoro prima di morire:

“Anch’io ti ho sempre voluto bene, Narciso: la metà della mia vita è stata uno sforzo continuo per guadagnarmi l’animo tuo.”
  Cerberoz | Jan 25, 2012 |
Io ho saltato quasi a piedi pari quella fase della vita in cui si è alla ricerca della propria identità e nella quale si apprezzano molto romanzi di formazione come questo.
Le vicissitudini della mia esistenza mi hanno portato e trovare la mia identità molto presto… o forse a non trovarla affatto.
Quando mi regalarono questo libro (un amico che invece la fase di ricerca l’ha protratta negli anni forse più del lecito!) avevo superato ampiamente i 20 anni. Mi piacque, molto, forse proprio perché in qualche modo mi aiutava a recuperare quella fase di vita mai vissuta veramente. Mi piacque così tanto che in seguito comprai diversi altri libri di Hesse.
Alcuni sono ancora lì, mai letti, inevitabilmente!
A volte ho pensato di rileggerlo, perché con il tempo il ricordo si è sbiadito, e una volta ho provato a riprenderlo in mano, ma non sono riuscita ad andare oltre le prime cinque pagine.
Credo che in qualche modo mi freni la paura di non provare più le stesse sensazioni, e di andare incontro a una delusione. ( )
  ermita | Mar 17, 2010 |
833.912 HES
  ScarpaOderzo | Apr 17, 2020 |
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» Aggiungi altri autori (61 potenziali)

Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Hesse, Hermannautore primariotutte le edizioniconfermato
Baseggio, CristinaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Cunningham, KeithProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Dunlop, GeoffreyTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Fleckhaus, WillyProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Hawinkels, PéTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kaila, KaiTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Molinaro, UrsulaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Pocar, ErvinoCollaboratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Ros, MartinPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Sodums, DzintarsTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Vennewitz, LeilaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
Dedica
Incipit
Davanti all'arco d'ingresso, retto da colonnette gemelle, del convento di Mariabronn, sul margine della strada c'era un castagno, un solitario figlio del Sud, che un pellegrino aveva riportato da Roma in tempi lontani, un nobile castagno dal tronco vigoroso; la cerchia dei suoi rami si chinava dolcemente sopra la strada, respirava libera e ampia nel vento; in primavera, quando intorno tutto era già verde e anche i noci del monastero mettevano già le loro foglioline rossicce, esso faceva attendere ancora a lungo le sue fronde, poi quando le notti erano più brevi, irradiava tra il fogliame la sua fioritura esotica, d'un verde bianchiccio e languido, dal profumo aspro e intenso, pieno di richiami, quasi opprimente; e in ottobre, quando l'altra frutta era già raccolta e il vino nei tini, lasciava cadere al vento d'autunno i frutti spinosi dalla corona ingiallita: non tutti gli anni maturavano; per essi s'azzuffavano i ragazzi del convento, e il sottopriore Gregorio, oriundo del mezzodì, li arrostiva in camera sua sul fuoco del camino.
Citazioni
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
... thoughts of Goldmund whilst with the wood sculptor, Master Nicholas ... 'Narziss had been his friend: yet strangely it had beeen this learned Narziss who had shown him his inaptitude for learning and had conjured up a beloved mother-image in his mind. So that, instead of learning, virtue and monasticism, the stongest primal urge in his nature, had mastered him - lechery and carnal love, the longing to depend on none, and to wander. Then came Master Nicholas' sorrowful Virgin, to reveal to him an artist in himself, with a new way of life, and fetters again. How were things with him now? Where would life carry him in the end? Whence came these obstacles in his mind?'
Had dat allemaal zin, was het op deze manier de moeite waard om te leven? Hij kreeg het benauwd om het hart, van minachting voor hemzelf en een besef van zinloosheid. (blz 272 bij 40e druk)
Je mag bedroefd zijn, zolang je daar behoefte aan hebt. Bij mij moet je bedroefd of opgewekt kunnen zijn, je moet nooit iets anders doen, dan waar je zin in hebt. (blz 283, 14e hfst. 40e druk)
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
3518367749 1975 softcover German suhrkamp taschenbuch 274
351846356X 2012 softcover German suhrkamp taschenbuch 4356 (Geschenkbuch)
351873640X 2011 eBook German suhrkamp
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

Nel Medioevo leggendario del cattolicesimo monastico si snoda la storia dell'amicizia fra il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al riparo dalle insidie del mondo e della storia, e Boccadoro, l'artista geniale e vagabondo, tentato dall'infinita ricchezza della vita e segretamente innamorato anche della sua caducit© . Ripercorrendo una delle epoche storiche che pi©£ gli sono congeniali, Hermann Hesse riflette sul tema, centrale nella sua poetica, del contrasto fra natura e spirito, fra eros e logos, fra arte e ascesi, alla ricerca di una loro possibile integrazione. "Narciso e Boccadoro" pone cos©Ơ al lettore - in un'accattivante, limpida fusione di favola simbolica e romanzo picaresco - i grandi, inquietanti interrogativi sulla condizione dell'uomo contemporaneo.

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Descrizione del libro
Alcuni sanno fin da subito a che vita sono destinati e quale attitudine si rivelerà tanto spiccata da plasmare il futuro. Altri, invece, sentono di possedere una caratteristica singolare che, tuttavia, non sono ancora capaci di esprimere e dovranno viaggiare a lungo prima di arrivare a destinazione. "Narciso e Boccadoro" è il racconto degli uni e degli altri, e dell'apprendistato alla vita di due amici, l'erudito Narciso e l'inquieto Boccadoro, dai caratteri opposti e complementari.
(piopas)
Riassunto haiku

Discussioni correnti

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Media: (4.06)
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1.5 10
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