Un romanzo dalle atmosfere tenebrose e dalle tinte fosche, in cui come sovente avviene nella pittura fiamminga, il paesaggio silenzioso intersecato da canali trova corrispondenza negli stati d'animi, grigi e cupi. Siamo nella provincia belga del Limburgo, alle Irrigations. Qui, nella proprietà di uno zio arriva l'orfana Edmeé, una giovane pallida dalla mente contorta che susciterà inquietudini, rivalità, dissidio, sconvolgendo la monotonia dei giorni.
Con la consueta maestria Simenon costruisce un personaggio femminile caratterizzato da un insaziabile desiderio di potere. Dietro le sembianze fragili e non certo particolarmente avvenenti di Edmeé si cela una personalità morbosa e contorta capace di distruggere. ( )

Rimasta orfana a sedici anni, Edmée arriva alle Irrigations, l'immensa proprietà dello zio materno a Neeroeteren, nella provincia belga del Limburgo: "terre basse, con filari simmetrici di pioppi interrotti qua e là dalla macchia nera di un bosco di abeti"; anche il cielo è basso e grigio, e in fondo, lungo i canali, scivolano lentamente le chiatte. Edmée è graziosa, minuta, pallida, quasi anemica e non parla una parola di fiammingo - ma ha una volontà di ferro, ed è abituata a farsi obbedire. Non ci vorrà molto perché entrambi i cugini si lascino ammaliare dal fascino acerbo, ambiguo, di quella creatura inquietante e dominatrice, così diversa da loro. E il dissidio tra i fratelli rivali non potrà che sfociare in tragedia.

Sarà quando vedrà Jef, il minore dei cugini, svuotare delle sue viscere uno scoiattolo che ha appena ucciso a pietrate, e poi scuoiarlo, e poi inchiodarlo al muro con le zampe divaricate, che Edmée conoscerà per la prima volta quella «sensazione di angoscia che si prova quando di notte all'improvviso la paura mozza il respiro e costringe a fuggire da un pericolo invisibile». Ha sedici anni Edmée quando, rimasta orfana, arriva alle Irrigations, l'immensa proprietà dello zio materno a Neeroeteren, nella provincia belga del Limburgo: «terre basse, con filari simmetrici di pioppi interrotti qua e là dalla macchia nera di un bosco di abeti»; anche il cielo è basso e grigio, e in fondo, lungo i canali, scivolano lentamente le chiatte. È graziosa, minuta, pallida, quasi anemica; non parla una parola di fiammingo; ma ha una volontà di ferro, ed è abituata a farsi obbedire. Non ci vorrà molto perché entrambi i cugini si lascino ammaliare dal fascino acerbo, ambiguo, di quella creatura inquietante e dominatrice, così diversa da loro. Ma se il maggiore - che a causa sua arriverà al punto di uccidere - riuscirà a sposarla, sarà il secondo, quel Jef dalla testa troppo grossa, dal corpo tozzo e dallo sguardo cupo, a decidere il suo destino.
Insieme con Il fidanzamento del signor Hire e Colpo di luna, La casa sul canale è fra i primissimi Simenon «allo stato puro»: abbandonato il genere del poliziesco (e accarezzando persino l'idea di mandare in pensione Maigret), lo scrittore produce in rapida successione alcuni fra i suoi «romanzi duri» più vibranti e più densi. ( )