Tenere tra le mani una Medusa in perfette condizioni è sempre una piacevole sensazione, se quello che stai leggendo poi è pure un degnissimo pezzo di letteratura tedesca anni '60 e ti senti in sintonia con l'autore non ti resta che leggere fino alla fine! (ed è proprio così che è andata).
Un ebreo tedesco fa i conti con la Shoa, la perdita dei famigliari, la perdita di ogni fede (nella Storia, nell'Uomo, in Dio), sente l'esigenza di apportare un cambiamento alla propria vita e da giornalista diventa romanziere. La narrazione riguarda proprio la nascita e la stesura del romanzo (quello che il lettore sta leggendo), inframmezzata da riflessioni sul giornalismo e su quelle simpatiche canaglie di giornalisti come il protagonista che si sposta tra Berlino Roma e Londra (facendocele sentire).
Di certo non un capolavoro, di certo una buona lettura. ( )